Charles de Foucauld: la fiducia nel deserto (Corona d'Avvento dei Testimoni 2016 #1)
Fonte |
Charles-Eugène de Foucauld nacque a Strasburgo in Alsazia il 15 settembre 1858, secondogenito di Édouard de Foucauld, visconte di Pontbriand e sovrintendente alle foreste dell’Alsazia, e di Elisabeth de Morlet. Rimasto orfano di entrambi i genitori all’età di sei anni, venne accolto dal nonno Charles de Morlet insieme alla sorella minore Marie e con loro si trasferì, in seguito all’annessione dell’Alsazia alla Germania, a Nancy.
Gradualmente,
a partire dal 1874, perse la fede. Intraprese la carriera militare come
sottotenente, radiato una prima volta per motivi disciplinari e in seguito
reintegrato. In seguito si congedò volontariamente, per unirsi agli esploratori
che stavano cominciando a perlustrare il territorio del Marocco. L’impatto con
la cultura del luogo e con la preghiera dei musulmani lo scosse profondamente,
ma alla fine comprese di doversi riaccostare alla fede cattolica.
Così, sul
finire dell’ottobre 1886, andò nella chiesa di Sant’Agostino a Parigi per
ricevere un’istruzione religiosa dall’abbé Henri Huvelin, direttore spirituale
della cugina: si sentì invece rispondere che doveva confessarsi e ricevere la
Comunione. Da quel momento comprese che non poteva che vivere per Dio solo.
Partì dunque
per la Terra Santa nel novembre 1888: a segnarlo particolarmente fu la visita a
Nazareth, il luogo della vita nascosta di Gesù. Per imitarlo meglio, scelse di
entrare nei Trappisti, presso l’abbazia di Nostra Signora delle Nevi: pronunciò
i voti semplici nel 1892, col nome di fra Maria Alberico, dopo essersi
trasferito nella filiale di Akbès, in Siria.
Il suo
desiderio di radicalità lo spinse a progettare un ordine ancora più povero, ma
i suoi superiori lo inviarono a Roma per proseguire gli studi teologici. Alla
fine, però, gli fu concessa la dispensa dai voti. Dopo un periodo a Nazareth,
come ortolano delle monache Clarisse, Charles divenne quindi sacerdote della
diocesi di Viviers il 9 giugno 1901, lasciato libero di vivere il ministero
nella forma che preferisse.
Si stabilì
poi a Beni-Abbès, al confine tra Algeria e Marocco, dove fratel Carlo di Gesù,
come si faceva chiamare, cercò di opporsi al fenomeno dello schiavismo. Nel 1905
si trasferì a Tamanrasset, nello Hoggar, regione abitata dai nomadi tuareg. Il
1° dicembre 1916 fu sorpreso da un attacco di predoni, durante il quale venne ucciso accidentalmente con un colpo di fucile.
La sua fama
di santità condusse all’apertura del processo di beatificazione per indagare
l’eroicità delle sue virtù, cominciato nel 1927 in fase diocesana. Tra
interruzioni e riprese, si arrivò al 24 aprile 2001, quando san Giovanni Paolo
II autorizzò la promulgazione del decreto che lo dichiarava Venerabile. È stato
beatificato a Roma, nella basilica di San Pietro, il 13 novembre 2005, insieme
a madre Maria Pia Mastena e madre Maria Crocifissa Curcio.
La sua memoria
liturgica cade il 1° dicembre, mentre la sua tomba si trova nel cimitero
francese di El Golea in Algeria.
Cosa
c’entra con me?
Il ricordo
del mio primo contatto con lui è molto fumoso. Credo che sia avvenuto durante
un ritiro spirituale da adolescente, quando mi sono imbattuta in un quadro che
lo raffigurava: mi colpirono molto il suo sorriso e il cuore rosso, sormontato
da una croce, che portava sull’abito. Ho domandato al sacerdote che era con me chi
fosse e mi disse il suo nome.
Trascorsero
parecchi anni, quando me lo sono ritrovata di fronte sulla copertina de Il Segno, il mensile della diocesi di
Milano: era il novembre 2005, a ridosso della beatificazione. Ero uscita da
poco dalla crisi di rigetto che mi aveva spinta ad accantonare
l’approfondimento delle vite dei Santi e dei candidati all’aureola, ma mi sono
ricordata di quel quadro visto tempo addietro e ho pensato di dover andare più
a fondo. Il motivo di quella copertina era dovuto al fatto che il miracolo che
portò alla beatificazione è avvenuto proprio dalle mie parti, precisamente a
Desio (verso la fine di questa pagina, il racconto di monsignor Ennio Apeciti, che seguì il processo sul
miracolo come delegato arcivescovile).
Durante una
delle mie prime visite nelle librerie cattoliche del centro di Milano, ho
quindi iniziato a valutare quali fossero le migliori proposte editoriali per
conoscerlo; non sono però andata oltre un libriccino da poche pagine e una
raccolta di pensieri. Grosso modo in quel periodo, un sacerdote venuto nella
mia parrocchia di nascita per gli Esercizi Spirituali serali ci parlò di lui e
del suo desiderio di vivere la vita nascosta di Nazareth: dopotutto era il
parroco di “Gesù a Nazareth”, la cui intitolazione, mi par di capire, è legata proprio alla
spiritualità foucauldiana.
Durante il
mio pellegrinaggio in Terra Santa, due anni fa, ho incontrato personalmente
alcune religiose che seguono il suo esempio: precisamente, appartenevano alle
Piccole Sorelle di Gesù. Sia la visita al negozietto di sorella Rose, a
Gerusalemme, sia la breve intervista alle altre che vivono a Betlemme, famose
per i loro adorabili (nel vero senso della parola) Bambinelli di terracotta, mi
ha permesso d’intuire qualcosa del loro stile, finora conosciuto tramite i
libri o i resoconti di altri.
Mi sono
riavvicinata di più alla sua storia quando mi è stato chiesto di produrre un
nuovo profilo biografico per santiebeati,
dato che quello precedentemente inserito trattava solo una parte della sua
vita. Mi è servito per andare oltre i luoghi comuni sulla sua vicenda e
comprenderli nella loro reale profondità: da quello del “fratello universale”,
espressione da lui medesimo adoperata (un po’ come quello della “matita nelle
mani di Dio” di santa Teresa di Calcutta) a quello di un presunto martirio.
Nei fatti la
sua causa è partita, come dicevo nella sintesi biografica, per l’accertamento
delle virtù eroiche e non è mai stata presa in considerazione l’ipotesi di
verificare il martirio in odio alla fede, semplicemente perché i razziatori
pensavano di portarlo via come ostaggio; si può parlare di morte violenta, di
sicuro (qui, per chi capisce il francese, un’interessante intervista al
postulatore della sua causa, che esplica quanto ho scritto in sintesi). Un
altro conto è pensare che lui avesse messo in conto di morire martire, come
emerge da molti suoi appunti spirituali.
Il
suo Vangelo
Il messaggio
universale che traspare dalla sua figura è quello di una fiducia illimitata in
Dio, anche in una situazione terribile come quella in cui si era venuto a
trovare, anche nella desolazione interiore: in dieci anni di presenza a
Tamanrasset, infatti, non ebbe nemmeno un convertito. Il suo desiderio, però,
era quello di essere un segno che rimandasse alla presenza del Signore anche
tra i tuareg, perché ci fosse qualcuno che, ogni giorno, elevasse l’Ostia per
loro.
Dato che il
centenario della sua morte cade proprio oggi, ho pensato di iniziare con lui la
Corona d’Avvento dei Testimoni di quest’anno. Per chi mi seguisse da poco,
spiego che con questo termine definisco i quattro post, uno per ogni settimana
dell’Avvento Romano, che dedicherò ad altrettanti personaggi nel corso di
questo tempo.
Cercando
quindi una frase adatta a questo contesto, ho trovato questo pensiero:
…. Fra tre settimane sarà la vigilia della tua apparizione in mezzo a noi,
o mio divino Maestro, mio Dio beneamato, mio Signore Gesù! Fra tre settimane la
sacra Famiglia, portando il suo tesoro, entrerà a Betlemme e non vi troverà
posto che nella grotta …. O mio Dio, fammi passare insieme ad essa
quest’Avvento, quest’ultimo periodo di raccoglimento così profondo e di amore
così intenso a Nazareth, questo viaggio celeste, questa veglia divina e, dopo,
questa notte, quest’ora in cui il cielo si aprirà ….
Sto provando
a fare lo stesso anch’io e lo auguro anche a voi.
Per
saperne di più
Teresio Bosco, Il visconte Charles de
Foucauld. "Mescolarsi alla spazzatura", Elledici, pp. 20, € 1,50.
Brevissima presentazione della sua
vita.
René Bazin, Charles de Foucauld.
Esploratore del Marocco, eremita nel Sahara, Paoline 2005, pp. 544, € 34,00.
La prima biografia che lo ha fatto
conoscere (edita in francese nel 1921).
MichaelDavide Semeraro,
Charles de
Foucauld - Esploratore e profeta di fraternità universale, San Paolo
Edizioni 2016, pp. 168, € 16,00
La biografia più recente analizza gli
elementi di novità apportati da lui alla Chiesa intera.
Charles de Foucauld, Opere spirituali, San Paolo
Edizioni 1997 (ultima edizione 2014), pp. 362, € 19,00.
Un’antologia
di testi, originariamente non pensati per la pubblicazione, che comprendono
meditazioni personali e alcune lettere.
Leonardo Sapienza, Charles de Foucauld. Io semino altri
raccoglieranno, Libreria Editrice
Vaticana 2005, pp. 160, € 4,00.
Una selezione di pensieri raggruppati
per temi.
Su
Internet
Sito della Famiglia Spirituale Charles
de Foucauld in italiano
Commenti
Posta un commento