Idee regalo sobrie e antizavorra per un prete novello (Le 5 cose più #23)

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Da tre anni a questa parte, non riesco più a partecipare alla festa per i novelli preti della mia diocesi come vorrei. Non dipende dalla pandemia, ma da un consiglio dato dal mio Arcivescovo in persona, al termine delle Ordinazioni del 2018: non regalare né libri, perché costituiscono una “zavorra” per un eventuale trasloco; neppure icone, perché non saprebbero dove appenderle; tantomeno paramenti, perché le sacrestie ne sono piene.

Anche oggi, immediatamente dopo l’«Andiamo in pace» pronunciato dal diacono, ha aggiunto una raccomandazione sul trovare il modo giusto per fare regali ai festeggiati, alludendo ad alcune auto sportive esposte fuori dal Duomo per una gara automobilistica e affermando, tra le risate dei presenti, che non erano regali da parte sua.

In sé, l’idea non è affatto sbagliata, ma mi fece sentire parecchio in colpa perché io, invece, amavo prendere qualche libro in più visitando certe suore e regalarlo a mia volta in quella circostanza festosa. Da allora, quando ne ho avuto l’occasione, ho deciso di non fare più regali materiali.

Ho quindi pensato di offrire qualche consiglio a chi, come me, volesse seguire quelle indicazioni perché i festeggiamenti siano il più sobri possibile. Lo stesso vale per altre occasioni del genere, compresi gli anniversari di ordinazione o (specie per le suore e le consacrate) di professione religiosa.

 

5) Un buono regalo

 

Se proprio volete che il festeggiato si carichi di “zavorra”, lasciategliela scegliere tra gli articoli che gli fanno più comodo. In commercio ci sono varie proposte di buoni o carte regalo, per gli acquisti digitali o in negozio.

Personalmente, se proprio voleste adottare questa soluzione, suggerisco di ricorrere alle librerie cattoliche: già sono in sofferenza in quanto librerie specializzate, poi hanno perso molti dei clienti a causa della pandemia.

 

4) Una lista-ordinazione

 

È un’idea che mi è venuta da un sacerdote di un’altra diocesi, di cui ero venuta a conoscenza tramite i social network. Non è molto dissimile da quella di sopra: in pratica, consiste nella versione sacerdotale di una lista nozze.

Il festeggiato indica a parenti e amici di acquistare arredi o quanto gli occorre esclusivamente in un certo negozio di articoli religiosi. Quando si procede all’acquisto, bisogna però precisare che è della lista del sacerdote in questione.

 

3) Partecipare al regalo della comunità

 

Un passo avanti verso la sobrietà consiste nell’informarsi se la comunità di provenienza o di destinazione del festeggiato ha organizzato una raccolta di fondi per il regalo, di qualsiasi tipo. Se non si proviene dalle parrocchie in questione, basta fare una ricerca in Rete e informarsi presso le segreterie parrocchiali.

Una soluzione simile è stata proposta da due sacerdoti ordinati dalle mie parti due anni fa, entrambi della stessa parrocchia: sulle classiche buste per le offerte dei fedeli, hanno precisato che intendevano restituire alla propria comunità quanto avevano ricevuto, anche in forma pecuniaria.

Se non esistono possibilità di questo genere, si può anche scegliere di fare una donazione al Seminario o a un ente missionario cui il festeggiato è legato, per poi mandargli un biglietto in cui gli si scrive di aver agito così invece di aver preso un regalo materiale.

 

2) Un semplice biglietto, magari fatto a mano

 

Nel 2018, in effetti, l’Arcivescovo aveva suggerito di preparare un foglietto, scritto bene, con le parole della lettera di san Paolo agli Efesini, compresa nella Liturgia della Parola di quell’ordinazione.

Da questa proposta si può passare a biglietti realizzati con varie tecniche (pop-up, collage) o a disegni realizzati dai bambini o da voi stessi. Se la manualità non fa per voi, potete sempre scegliere una frase di qualche autore spirituale, un carattere tipografico diverso dal solito e una carta colorata su cui stampare il vostro biglietto.

 

1) Pregare!

 

La preghiera, forse, è il miglior regalo che si possa fare. Non solo in quel giorno tanto solenne, ma tutti i giorni della vita del neosacerdote.

Prendere la sua immagine-ricordo al termine della Prima Messa, o farsela procurare da amici o conoscenti, o ancora recuperarla personalmente in uno dei giorni seguenti all’ordinazione, può essere un ottimo promemoria, a patto che non finisca in qualche scatola o sia usata come segnalibro. In ogni caso, non perderà la sua funzione.

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