Madre Maria Giovanna della SS. Trinità, sorella di ogni vocazione

Madre Maria Giovanna in un ritratto fotografico
(scansione dalla copertina del profilo
pubblicato dalle Suore Vocazioniste nel 1988,
ristampa di uno già uscito nel 1955)

Chi è?

 

Giovanna Russolillo nacque a Pianura, oggi quartiere di Napoli e in diocesi di Pozzuoli, il 22 giugno 1895, quinta dei dieci figli di Luigi Russolillo e Giuseppina Simpatia. Frequentò le scuole elementari a Pianura, impegnandosi anche nelle faccende domestiche.

Accompagnò con la preghiera Giustino, uno dei fratelli maggiori, quando questi entrò nel Seminario di Pozzuoli; lo aiutò anche nell’organizzare attività estive per i ragazzi del paese, quando lui rientrava in famiglia. Quando lui divenne sacerdote e promosse una forma di vita comune per i ragazzi orientati al sacerdozio ma privi di mezzi, continuò ad affiancarlo.

Il 15 agosto 1914, alcune ragazze di Pianura, che don Giustino seguiva come direttore spirituale, emisero la consacrazione alla Vergine Maria secondo lo schema di San Luigi Maria Grignion de Montfort. Non molto tempo dopo, attratta dall'esempio di quelle ragazze, Giovanna si unì a loro.

Nel 1922 Giovanna aderì definitivamente al gruppo, che dal 1° ottobre 1921 faceva vita comune. Per corrispondere meglio ai fini per cui don Giustino aveva iniziato a pensare a una congregazione femminile, accanto a quella maschile che già muoveva i primi passi, tornò a studiare e ottenne il diploma da maestra.

Il 26 maggio 1927 il gruppo ottenne l’approvazione come congregazione di diritto diocesano: il nome scelto fu quello di Suore Vocazioniste. Il 14 agosto 1927 Giovanna emise la professione temporanea, cambiando nome in suor Maria Giovanna della Santissima Trinità; il 3 ottobre 1930 emise i voti perpetui.

Il suo lungo governo come superiora generale fu messo alla prova dalla morte del fondatore (canonizzato nel 2022), ma anche intervallato da quattro visite canoniche, accettate in totale obbedienza e dovute anche a una grave situazione debitoria.

Madre Maria Giovanna morì il 25 maggio 1969, Domenica di Pentecoste. I suoi resti mortali riposano dal 1998 nella cappella della casa madre delle Suore Vocazioniste a Napoli, in corso Duca d’Aosta 22.

 

Cosa c’entra con me?

 

Il mio legame con madre Giovanna passa, per forza di cose, per quello che si è creato tra me e san Giustino Russolillo, iniziato quando la mia migliore amica, alle prese con le proprie traversie vocazionali, aveva conosciuto uno dei Padri Vocazionisti il quale, al tempo, risiedeva nella sua parrocchia.

La sua seconda esperienza di prova (non era ancora postulante effettiva) si svolse proprio nella casa madre delle Suore Vocazioniste. Affrontò il viaggio di andata con me e con i miei familiari, visto che dovevamo partire per le vacanze natalizie per andare a Napoli dai nostri parenti; fu ospitata per una notte da mia zia e l’indomani fu accompagnata a Pianura dall’autista delle suore. Avevo però preso accordi con lei che sarei andata a trovarla nei giorni successivi.

Se non sbaglio, io e i miei familiari iniziammo il nostro giro pianurese proprio dalla cappella della casa madre, sostando in preghiera accanto alla tomba di madre Giovanna. Visitammo poi altri luoghi e la cripta del Vocazionario, dov’erano e sono venerate le spoglie dell’allora Beato Giustino.

Già nel corso della sua prova, la mia amica mi raccontò come le suore si fossero prodigate in mille modi per lei. Per esempio, era partita con un bagaglio davvero leggero per un paese di montagna come quello dov’era stata destinata: le Vocazioniste, a quel punto, le rinnovarono praticamente il guardaroba. La fecero partecipare anche a degli appuntamenti formativi, meravigliandosi di quanti appunti lei prendesse.

Tuttavia, anche la seconda prova non durò, per ragioni di salute, seppur diverse da quelle che avevano interrotto la prima. La superiora generale le lasciò la possibilità di tornare, ma neanche la terza prova fu lunga; quella volta, però, non per motivi legati alla sua resistenza fisica.

Per questa ragione, quando riuscii a tornare a Pianura dopo la beatificazione di don Giustino, preferii non fare parola della sua storia; pensai che, se proprio serviva una giustificazione, avrei dichiarato semplicemente di venire da Milano e di aver letto del fondatore su Famiglia Cristiana.

Negli anni seguenti mi venne l’idea di dedicare a madre Giovanna un profilo per santiebeati.it, ovviamente per la sezione Testimoni, non essendoci per lei la causa in corso; spesso mi accade di fare così, se c’è un fondatore o una fondatrice che sia almeno Servo di Dio e qualche suo prezioso collaboratore sia meritevole di un approfondimento simile.

Tra i miei file ho trovato una bozza di scheda datata 3 settembre 2013, successiva alla mia visita a Pianura, avvenuta il mese prima in occasione della memoria liturgica del Beato Giustino: contiene il testo che avevo trovato sul vecchio sito dei Vocazionisti. Mi ero però fermata lì, per due ragioni: perché avevo ritenuto prioritari altri profili e perché avevo sentito che i Vocazionisti volevano già procedere con l’inchiesta su un secondo miracolo attribuito al fondatore.

Quattro anni più tardi, consultando il sito dei Vocazionisti per non so più quale ragione, venni a sapere che era stata aperta l’inchiesta diocesana sul secondo miracolo, anche se non era quello di cui avevo sentito parlare a Pianura. A quel punto, pensai di aggiornare ulteriormente la scheda di don Giustino e, in parallelo, di occuparmi anche di sua sorella.

Il postulatore generale mi riferì che era appena uscito un libro, promosso dalle Suore Vocazioniste medesime, che faceva proprio al caso mio. Furono proprio le suore a mandarmelo, a strettissimo giro di posta. Tuttavia, anche in quel caso lasciai perdere.

È stato solo in questi ultimi giorni, a ridosso della prima memoria liturgica di don Giustino come Santo, che ricorre oggi, che mi sono decisa a leggerlo fino in fondo, almeno per scrivere questo post.

Il mio scopo era distillare, da quelle pagine, quanto potesse servire per tratteggiare la personalità e la spiritualità di madre Giovanna indipendentemente da quella del fratello-fondatore. Mi sono resa quindi conto che lei aveva il suo cammino, ma, allo stesso tempo, che il suo modo d’intendere la fede e l’unione con Dio non poteva prescindere dalle intuizioni dell’altro.

Leggendo la sua storia ho capito perché le suore avevano fatto di tutto per la mia amica: perché l’avevano imparato dalla cofondatrice stessa, la quale aveva anzitutto operato per la vocazione del fratello. Inoltre, nelle sue circolari e nelle esortazioni alle suore, le raccomandava di mettere in campo ogni mezzo per aiutare le vocazioni in difficoltà, indipendentemente dall’esito che avrebbero avuto. Ho poi capito perché loro avrebbero desiderato che lei riprendesse a studiare: era successo così anche alle prime Vocazioniste.

Ho anche avuto profonda compassione di madre Giovanna quando la situazione debitoria di Vocazionisti e Vocazioniste si è acuita, accompagnata dalle visite apostoliche. Oggi visite del genere o commissariamenti vengono visti come una punizione o una mancanza di misericordia da parte delle massime autorità della Chiesa. Lei, invece, pur soffrendone, le accolse con profondo rispetto, mettendosi da parte quando le circostanze lo richiesero.

Infine, oltre alle doti di governo e al discernimento messo in atto per mandare le suore più idonee nelle varie case, ho riconosciuto come in lei si sia realizzato il prototipo di quell’ “anima sposa” tratteggiata negli scritti spirituali di san Giustino, il quale riservò insegnamenti e preziosi consigli alla sua cara “Giovannina”, come la chiamava affettuosamente.

 

Il suo Vangelo

 

Con la sua vita, madre Giovanna insegna che non bisogna aver paura di sprecare risorse in termini di tempo o di denaro per accompagnare le vocazioni. Se anche non andranno come ci si aspetta, in quelle persone rimarrà una scintilla che essi dovranno alimentare nella loro nuova condizione di vita (almeno, alla mia amica, ora sposata, è successo così).

Insegna anche come la prima vocazione di cui c’è da aver cura sia la propria e come essa sia anzitutto risposta all’essere chiamati all’esistenza, all’essere immagine di Dio. La scelta di vita viene come conseguenza, come risposta a un Amore eterno e infinito, quello che unisce tra loro le tre Persone della Trinità e chi decide di seguirne l’esempio.

In uno scritto personale dal suo Diario, datato 7 luglio 1963, eleva loro il suo grazie e le richieste più profonde che ospita nel cuore. Scrive tra l'altro:

Datemi, o divina Trinità,

un cuore grande e larghezza di vedute.

Infondetemi amore per le anime

e intelligenza piena per comprendere

lo spirito della Congregazione

e conoscere la personalità delle singole religiose.

A giudicare dalle testimonianze che ho letto, nonché della considerazione che aveva di lei il suo Santo fratello, ha ricevuto questo e tanti altri doni.

 

Per saperne di più

 

Salvatore Esposito, Madre M. Giovanna Russolillo – Chiamata a servire le vocazioni, Valsele Tipografica 2017, pp. 160.

Profilo biografico e spirituale di madre Giovanna, dove una selezione delle sue lettere è intrecciata a scritti di san Giustino Russolillo e a testi del magistero di papa Francesco. Si può richiedere direttamente alle Suore Vocazioniste.

 

Su Internet

 

Pagina su di lei del sito istituzionale dei Vocazionisti

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