Mila, Shiro… e Tecla Merlo?
Tra i
miei interessi che vanno fuori dall’ambito ecclesiale rientra quello per i
fumetti e le opere di animazione, soprattutto giapponesi, ben prima della nuova
esplosione che esse stanno vivendo in Italia negli ultimi anni. Non sto a
esaminare i fattori di tale fenomeno, visto che l’hanno fatto blogger molto più
esperti di me.
Ci sono
però circostanze in cui anche soggetti credenti rientrano in questo tipo di opere.
Molto spesso si tratta di contesti in cui il cattolicesimo è visto come
qualcosa di singolare e abbinato all’Occidente, o comunque non viene descritto
in maniera corretta.
Esistono
però rare eccezioni, molto vicine a quanto abbiamo a volte visto sulle pagine di
pubblicazioni di ordini o congregazioni religiose, come P.G.F. sul Beato
Pier Giorgio Frassati, uscito su Il Giornalino dei Periodici San Paolo.
Proprio
di qualcosa relativo sempre alla Famiglia Paolina fondata dal Beato Giacomo
Alberione vado a parlare oggi, ma con un legame insospettabile con una delle
storie a cartoni più note nel nostro Paese. L’ho scoperto leggendo il numero 8
di «AnimeCult.it», rivista pubblicata da Sprea Editore, che contiene un dossier
su anime e manga di genere sportivo, ovvero gli spokon.
Mila/Yū, un amore
per la pallavolo
Nel 1984 la rivista «Nakayoshi» dell’editrice Kōdansha, specializzata in fumetti per bambine e ragazze, pubblica il manga Attacker You!. Il soggetto è di Shizuo Koizumi, dal suo romanzo Ima, Shiro Tama wa Ikiru, mentre i disegni sono di Jun Makimura, la quale aveva già all’attivo opere a tema storico o fantastico, ma soprattutto sportivo. Anche questa non fa eccezione, raccontando le avventure di Yū Hazuki, una vivace adolescente appassionata di pallavolo.
L’opera,
andata avanti per un anno e poi raccolta in tre volumetti, è alla base dell’adattamento
animato in cinquantotto episodi, che ampliano parecchio il materiale originale.
Nel 1986 è arrivata da noi, con il tipico adattamento di quegli anni, che da una
parte non tradiva (altre volte, specie negli anni successivi, è invece accaduto)
l’ambientazione giapponese, dall’altra cambiava alcuni nomi di protagonisti e
comprimari. Ecco quindi che da noi è stata intitolata Mila e Shiro – Due cuori
nella pallavolo, dando un ruolo di coprotagonista a un personaggio che, in realtà, appare molto poco.
Il manga
è stato pubblicato inizialmente sul «Corriere dei Piccoli», ogni settimana e
parallelamente alla trasmissione televisiva, ma in modo frammentario (non è
stato coperto nemmeno tutto il primo volume), con le tavole ribaltate per consentire
il senso di lettura occidentale, nonché colorizzate, e molte inesattezze nei
dialoghi e nei nomi. La pubblicazione completa è avvenuta nel 2003,
con tutti e tre i volumetti, senso di lettura originale e nomi giapponesi, usciti
per la Star Comics.
Maestra Tecla,
eroina da fumetto
La copertina del fumetto (fonte) |
Jun
Makimura, dopo il 1984, è rimasta inattiva per dieci anni. L’opera con
cui è ricomparsa sulle scene è appunto del 1994 e porta il titolo di Shiroi
Hato no You Ni – Sister Thecla Merlo no Shougai, ovvero “Come una bianca
colomba – la vita di suor Tecla Merlo”. Il fatto curioso è che, dopo questo
lavoro e altri anni di silenzio, è tornata a disegnare, con le versioni a
fumetti di alcuni romanzi rosa dell’editrice Harlequin (qualcuno di voi forse
ricorderà la collana X Me, che riproponeva come manga qualche titolo della
collana Harmony).
Quando
ho letto, a pagina 57 del numero citato di «AnimeCult.it», il box dedicato agli
autori di Attacker You!, e ho visto quel titolo, ho subito pensato che
fosse un’opera basata sulla vita della Venerabile Tecla Merlo, la prima
Superiora generale delle Figlie di San Paolo, ovvero le suore Paoline, secondo ramo della Famiglia Paolina.
In
effetti lo confermava la didascalia di spalla al box, indicando come il fumetto
fosse – cito – «ispirato alla vita – in odore di santità – della suora italiana
Maria Teresa “Tecla” Merlo» (nel tradurre il titolo, invece, il nome è indicato
alla latina, “Thecla” con l’H). Sarebbe stato più corretto scrivere «di suor
Tecla Merlo, al secolo Teresa», aggiungendo magari «cofondatrice delle suore
Paoline», però, al di là dello spazio ridotto della didascalia, non sarebbe
stato molto chiaro per chi non è pratico di terminologia ecclesiale.
Ho quasi
subito cercato informazioni a riguardo, sperando magari di poter osservare
qualche tavola. Nulla di tutto questo: l’unica immagine che circola, e che è
riportata anche nell’articolo, è quella della copertina, con una biondissima (in
realtà era bruna, ma a volte i disegnatori danno, nelle illustrazioni a colori,
tinte di capelli molto particolari) Teresa in abiti secolari e un sacerdote, evidentemente
don Alberione, con i tipici tratti del bishōnen, ovvero l’avvenente
protagonista maschile.
Il sito specializzato Manga Updates indica che effettivamente la pubblicazione è avvenuta grazie alla Joshi Pauro Kai, versione nipponica di Paoline Editoriale Libri; si vedeva già nella testatina della copertina la scritta “Daughters of St. Paul”, appunto “Figlie di San Paolo”. Presumo che sia avvenuta per celebrare il centenario della nascita, che cadeva proprio nel 1994, di Maestra Tecla, come la chiamano ancora oggi le sue figlie spirituali (mentre don Alberione è da sempre il Primo Maestro).
Per
quanto riguarda il genere demografico a cui si rivolge, il sito spagnolo Ramen para Dos (“Ramen per due”) non lo incasella tra gli shōjo manga,
ovvero mirati a un pubblico di bambine e ragazze, ma tra i josei, ossia
quelli per lettrici adulte, anche senza contenuti forti.
Per
quel poco che conosco di lei, suor Tecla ha tutti gli elementi per essere un’eroina
da fumetto giapponese: aveva un grande sogno nel cuore e ha impiegato tutte le
proprie forze per realizzarlo, affiancata da almeno un grande amico e dotata di
un carattere determinato, gentile e generoso. Anche Yū/Mila non mi sembra molto
dissimile, in effetti (anche se è molto più energica e sportiva).
Un appello…
Mi sono sentita di condividere questa scoperta, anche se penso che quasi nessuno mi darà retta, perché di fatto anche le Paoline italiane si sono messe a pubblicare fumetti di area asiatica: Power Bible, a dispetto di come viene presentato editorialmente (sono usciti i primi tre volumi, corrispondenti ai numeri 7, 8 e 9 dell’originale), non è un manga, ma un manhwa, perché disegnato da autori coreani.
Rivolgo
quindi un appello alle Figlie di San Paolo – almeno due dovrebbero essere tra i
miei lettori – e ai responsabili di Paoline Editoriale Libri: dato che l’anno
prossimo ricorrono i centotrent’anni della nascita di suor Tecla e i sessanta
dalla sua morte, perché non pensare a una pubblicazione italiana? Personalmente,
dato il mio legame con lei, che ho raccontato qui, ne sarei felicissima.
Commenti
Posta un commento