Cosa penso della Commissione Nuovi Martiri – Testimoni della Fede

 

Beatitudini 2, di Bernadette Lopez Heredia (fonte)

Mi ha raggiunta con molto interesse la notizia della Lettera con cui papa Francesco ha costituito la “Commissione dei Nuovi Martiri – Testimoni della Fede” presso il Dicastero delle Cause dei Santi, in vista del Giubileo del 2025.

Nel post di seguito spiego il perché di questo interesse, provando anche a pensare a chi includerei in questa categoria, basandomi sui limiti e gli esempi indicati nella Lettera.

 

Non è un’improvvisata

Non è sicuramente un pensiero improvviso né improvvisato: lo stesso cardinal Marcello Semeraro, Prefetto appunto del Dicastero delle Cause dei Santi, aveva anticipato la costituzione di questa Commissione durante la tavola rotonda del secondo giorno del Convegno di studio La santità oggi, a cui avevo partecipato lo scorso ottobre.

In quella medesima circostanza, però, il Prefetto aveva dichiarato che la formulazione “nuovi martiri”, che già al tempo della coniazione, ovvero per il Giubileo del 2000, aveva trovato perplessità, sarebbe stata abbandonata. Come si vede, invece, non lo è stata, ma ha avuto un’aggiunta.

La Commissione, scrive il Papa, avrà il compito di creare un

Catalogo di tutti coloro che hanno versato il loro sangue per confessare Cristo e testimoniare il suo Vangelo

e che essa

continuerà la ricerca, già iniziata in occasione del Grande Giubileo del 2000, per individuare i Testimoni della Fede in questo primo quarto di secolo e per poi proseguire nel futuro.

 

Un lavoro storiografico

Non sarà quindi, come nel caso del Grande Giubileo, un’organizzazione a tempo determinato, ma andrà oltre il Giubileo del 2025. Decisamente un lavoro prezioso, che dovrebbe allontanare gli equivoci su chi debba essere definito “nuovo martire” pur senza, continua il Pontefice,

stabilire nuovi criteri per l’accertamento canonico del martirio, ma continuare l’iniziato rilevamento di quanti, a tutt’oggi, seguitano ad essere uccisi solo perché cristiani.

Dovrà essere essenzialmente dal punto di vista storiografico e necessiterà un’accuratezza e un sistema metodologico che gli studiosi e gli esperti, chiamati a far parte della Commissione, hanno già dimostrato di padroneggiare in altre occasioni (parlo almeno per quelli che conosco di fama, come il professor Andrea Riccardi o il diacono Didier Rance).

 

Qualche esempio indiretto

Viene naturale chiedersi, a questo punto, chi può essere incluso in questo Catalogo. Sicuramente, solo cristiani, di tutte le confessioni, esattamente come nella celebrazione del 7 maggio 2000 al Colosseo, che si ripeterà anche nel prossimo Giubileo.

Papa Francesco va ancora più nel dettaglio, pur senza fare casi precisi, anche perché altrimenti verrebbe meno la Commissione:

Non pochi, infatti, sono coloro che, pur consapevoli dei pericoli che corrono, manifestano la loro fede o partecipano all’Eucarestia domenicale. Altri vengono uccisi nello sforzo di soccorrere nella carità la vita di chi è povero, nel prendersi cura degli scartati dalla società, nel custodire e nel promuovere il dono della pace e la forza del perdono. Altri ancora sono vittime silenziose, come singoli o in gruppo, degli sconvolgimenti della storia. Verso tutti loro abbiamo un grande debito e non possiamo dimenticarli.

 

Io chi presenterei?

Ammetto di non aver capito se, nel Catalogo, possano essere inclusi cristiani cattolici per i quali è in corso la causa di beatificazione e canonizzazione per l’accertamento del martirio in odio alla fede (e, di conseguenza, dei comportamenti virtuosi che esprimono la fede; ad esempio, la difesa della castità) o che sono già stati beatificati in quanto martiri dalla Chiesa Cattolica. Di sicuro, devono essere cristiani morti tra il 2000 e il 2025.

Di alcuni di essi mi sono occupata anche da queste parti, restando sul filo della necessità di raccontarne le vite, ma senza attribuire loro definizioni che mi potevano apparire premature, specie perché le indagini sui relativi omicidi, e quindi sulle motivazioni dei colpevoli, erano ancora in corso.

Ecco quindi, in ordine cronologico per data di morte, i post che li riguardano:

Suor Maria Laura Mainetti, Figlia della Croce di Sant’Andrea (uccisa a Chiavenna il 6 giugno 2000; per la Chiesa Cattolica è Beata e martire in odio alla fede)

Don Andrea Santoro, fidei donum della diocesi di Roma (ucciso a Trabzon il 5 febbraio 2006, ma a oggi non sono chiare le ragioni dell'assassinio)

Monsignor Luigi Padovese, Cappuccino, Vicario Apostolico dell’Anatolia (ucciso a Iskenderun il 3 giugno 2010; in realtà non ho capito se il suo assassino l’abbia colpito perché ce l’aveva con lui personalmente o perché era un cristiano)

Eleonora Cantamessa, laica della diocesi di Bergamo (investita a Trescore Balneario l’8 settembre 2012, mentre soccorreva un uomo ferito, dagli stessi aggressori del ferito in questione; forse non è proprio adatta)

Akash Bashir, laico, exallievo salesiano (ucciso presso la chiesa cattolica di San Giovanni a Youhanabad, Lahore, il 15 marzo 2015; per la Chiesa Cattolica è Servo di Dio e il suo martirio in odio alla fede è in via di dimostrazione)

Obaid Sardar Khokhar, sua moglie Amreen e il loro figlio che lei portava in grembo (uccisi presso la chiesa protestante di Christ Church, a Lahore, il 15 marzo 2015. Li citavo nel post su Akash Bashir; vedi sopra)

Don Roberto Malgesini, della diocesi di Como (ucciso a Como il 15 settembre 2020; anche qui, non saprei se includerlo o meno, perché non ho ben chiare le ragioni del colpevole del suo assassinio, ma di fatto è morto mentre viveva «nello sforzo di soccorrere nella carità la vita di chi è povero», per citare la Lettera del Papa)

Nadia De Munari, laica dell’Operazione Mato Grosso (aggredita nella notte tra il 20 e il 21 aprile 2021, morta per arresto cardiaco il 24 aprile 2021 all’ospedale di Lima; per lei vale quanto indicato per don Malgesini)

Chiunque verrà presentato – e spero vivamente che emerga qualche altro racconto interessante – sento di condividere l’auspicio con cui papa Francesco conclude la sua Lettera:

 

In un mondo in cui talvolta sembra che il male prevalga, sono certo che l’elaborazione di questo Catalogo, anche nel contesto dell’ormai prossimo Giubileo, aiuterà i credenti a leggere anche il nostro tempo alla luce della Pasqua, attingendo dallo scrigno di tanta generosa fedeltà a Cristo le ragioni della vita e del bene.

 

Nuovi Martiri, ma anche un nuovo Martirologio

Infine, colgo quest’occasione per riproporre un appello che già avevo lanciato lo scorso 1° novembre.

Come infatti è doveroso conservare la memoria dei cristiani che hanno dato la vita e il sangue per la fede, così non bisogna dimenticare coloro che la Chiesa ci propone di venerare ufficialmente.

Il prossimo Giubileo potrebbe allora portare anche a una nuova edizione del Martirologio Romano, sia per integrare i Beati dichiarati tali dal 2004 (data dell’ultima edizione) in poi, sia per aggiornare i Beati che sono stati dichiarati Santi nel frattempo, sia per correggere gli errori di traduzione – e non sono pochi – della versione italiana.

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