Tre domande a… Rosaria Galli: così diamo casa a Gesù Bambino (Corona d’Avvento dei Testimoni 2023 #3)
Uno dei Bambinelli distribuiti dai piccoli amici di Rosaria
Chi è?
Rosaria
Galli vive a Saronno con il marito Franco Marchesi e la figlia Anna,
ventottenne. Ha altri due figli, Walter, di quarant’anni, e Silvia, trentacinque,
che non vivono più in famiglia. Con i suoi cari fa parte di Famiglie Nuove, diramazione
del Movimento dei Focolari.
Cosa c’entra con
me?
Lo
scorso 17 ottobre ho partecipato a un momento di preghiera online per la pace
in Terra Santa. Mi pare verso la fine, ho sentito Rosaria parlare dell’iniziativa
Hanno sloggiato Gesù, proposta appunto dal Movimento dei Focolari.
Mi ha
subito fatto ricordare che, qualche anno fa, mi era capitato di sentire un
testo di Chiara Lubich proprio sullo stesso tema. Forse era stato tirato fuori nell’annuale
polemica sul presunto abbandono dei simboli cristiani del Natale, nelle scuole,
nei luoghi pubblici e perfino sui biglietti d’auguri.
Ho
quindi iniziato a pensare che fosse un soggetto magnifico da presentare almeno
qui, se non sui media diocesani. Come spesso mi accade, ho rimandato di
continuo, credendo che l’iniziativa si sarebbe svolta in pieno Avvento. Quando
ho chiesto al mio conoscente che aveva organizzato la preghiera online di
mettermi in contatto con Rosaria, mi ha risposto che ero ormai fuori tempo.
In
questi giorni, mentre meditavo su chi scegliere per la terza candela virtuale della
Corona d’Avvento dei Testimoni, avevo inizialmente pensato di occuparmi di
Giovanni Velita, signore di Greccio, dato che siamo nell’ottocentesimo
anniversario del Presepe di Greccio.
Anche
se avevo un sottile legame con lui – in una recita parrocchiale l’ho
interpretato in una versione al femminile, ignorando che, invece, avrei potuto interpretare
sua moglie Alticama – alla fine ho lasciato perdere, visto che non ho rintracciato
molte notizie biografiche sul suo conto.
L’altro ieri, sul punto di una crisi d’ispirazione, mi è sovvenuta la storia di Rosaria. Mi è parsa calzante, tanto più che oggi è la domenica in cui, a Roma, il Papa benedice i Gesù Bambini portati dai bambini e ragazzi del Centro Oratori Romani (in sigla, Cor), i quali, poco prima, hanno partecipato alla Messa all’Altare della Confessione della basilica di San Pietro.
È un’usanza
ormai diffusa in moltissime parrocchie italiane e del mondo. Penso che mi
piacerebbe approfondire come sia nata e se il fondatore del Cor, il Venerabile Arnaldo Canepa, laico e catechista, avesse una particolare devozione per il mistero dell’Incarnazione
e del Natale.
Ho quindi
preso il numero che il mio conoscente mi aveva lasciato e ho mandato un messaggio
WhatsApp a Rosaria. Nel giro di qualche minuto, ho potuto avere la sua
disponibilità e le ho posto le mie, ormai tradizionali, tre domande.
Da
quanto tempo è in corso questa iniziativa, o questa azione educativa, come la
chiamate voi?
È nata
da una meditazione di Chiara, del 1997 [che ha dato origine a un libro omonimo
del 2005, ndr]. Si trovava in Svizzera, vedeva tutte le illuminazioni, la gente
che era nei negozi, gli acquisti, tutta questa frenesia del Natale, e diceva: «Però
forse ci si è dimenticati che la cosa più importante è lui, è Gesù». Così è
nata l’iniziativa Hanno sloggiato Gesù, perché poi alla fine tanta gente
si preoccupa di più delle cose materiali, per i regali, per i pranzi, e non per
il Festeggiato.
Per
questo si è pensato di coinvolgere i bambini, per partire da loro. Si è
cominciato a fare queste statuine di gesso, appunto per presentare Gesù, confezionate,
messe in una culletta, in un cestino con un po’ di paglia, e poi distribuite
nelle vie delle città, nelle piazze, dove c’è appunto la frenesia degli
acquisti.
Allora
i bambini vanno incontro alle persone e chiedono di poter donare Gesù, per
ricordare che il Natale è la sua festa: infatti, allegato a questa confezione,
c'è un bigliettino con questa meditazione di Chiara [scaricabile da qui].
Di
solito si svolge nelle grandi città: infatti a Milano lo hanno fatto ieri. A
Saronno l’abbiamo vissuto domenica 3 dicembre, per la prima volta, con i bambini
che avevamo intorno, dai quattro ai dieci anni. Erano pochi, ma sono stati
proprio contenti; è stato bello anche per noi. Appunto, siccome sono così
piccoli, di solito vengono coi genitori, e così anche loro sono stati contenti.
Mio
marito Franco realizza materialmente le statuine di gesso, per tutta la zona
della Lombardia: mille circa, in quasi un paio di mesi di lavoro. Prima se ne
occupava una persona più anziana, che adesso non c’è più, e che ha individuato
in lui qualcuno che potesse dargli un ricambio: l’ha fatto molto volentieri.
Le statuine
sono bianche, ma alcuni bambini decidono di dipingere quelle che tengono per sé;
le tengono in casa e le mettono anche sul comodino della loro camera.
E
quali reazioni avete incontrato: accoglienza,
diffidenza, indifferenza…?
Appena
usciti dal cancello del posto dove eravamo, stava arrivando una signora già un
po’ anziana. Allora abbiamo detto: «Bambini, facciamo la prova», perché non avevano
mai fatto questa cosa.
I
bambini, che erano proprio lanciati, si sono avvicinati a questa signora,
dicendo appunto: «Signora, le possiamo regalare questo Gesù Bambino perché Natale
è la festa di Gesù?». Lei ha avuto una reazione di felicità: «Ma grazie, ma che
bel dono che mi fate!»; c’è stato un bell’impatto.
Siamo stati
fuori forse un’oretta o più. Qualcuno ha anche detto: «No grazie, non mi
interessa», però va bene, i bambini li avevamo già preparati anche a questo,
sai che non tutti magari accettano, però devo dire che forse su cinquanta-sessanta
Gesù Bambini che abbiamo distribuito, solo un paio di persone hanno detto no.
Abbiamo
cercato anche di distribuire a famiglie magari un po’ più giovani, coi bambini,
perché è anche un’azione educativa, perciò abbiamo cercato di cominciare anche
da queste coppie giovani.
La maggior
parte delle persone l'ha accolto con stupore, perché quando si avvicinavano i
bambini credevano che volessero vendere qualcosa. Invece noi non vendiamo i
Gesù Bambini; li regaliamo. Certo, qualcuno ci ha chiesto: «Ma possiamo dare
un’offerta?», allora l’abbiamo accettata: nel nostro caso, sono andate a favore
di una realtà del Movimento dei Focolari in Venezuela.
Appunto,
con questa azione voi di Famiglie Nuove, e comunque del Movimento dei Focolari,
cercate di dare casa a Gesù Bambino, di far riscoprire che è lui appunto il
motivo per cui festeggiamo il Natale. Ma voi, come famiglia e come singoli
membri della famiglia, in che modo cercate di fargli spazio nella vostra vita?
Questo
si fa non solo a Natale. Vivere l’Ideale di Chiara è questo: che l’unità tra
noi porta Gesù in mezzo a noi, perciò questo si fa tutto l’anno. Allora
cerchiamo, per quello che è possibile, perché ci sono tutte le difficoltà, di trasmetterlo
anche ai figli. Qualche volta, quando sono più piccoli, lo recepiscono molto
bene, poi vogliono fare le loro scelte, hanno i periodi in cui si allontanano,
ma ormai hanno dentro quello che gli abbiamo passato.
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