Questo è il Natale per me
Questo bracciale-presepe è uno dei miei ornamenti natalizi preferiti |
Mi sono preparata al Natale in vari modi: cercando di mantenere gli impegni aggiuntivi a quelli che già ho, seguendo le indicazioni che la liturgia mi offriva, provando e riprovando i canti per le celebrazioni in parrocchia e per i due concerti natalizi col Gruppo Shekinah (qui la guida all'ascolto del nostro ultimo CD).
Un Natale rovinato?
Questa preparazione è parsa vanificata da vari fattori: la mia pigrizia, ma soprattutto la morte, venti giorni fa, di un mio zio di Napoli, che peraltro era un esperto presepista, un forte mal di gola e, da ultimo, il fatto che, negli ultimi giorni, i miei genitori hanno entrambi contratto di nuovo il coronavirus (io, fino a ieri, risultavo negativa).
Eppure ho fatto di tutto per poter cantare almeno al secondo concerto di Natale di Shekinah, così da intonare, con i miei compagni, la canzone che ha fatto da colonna sonora al mio Avvento: That's Christmas to me, dei Pentatonix.
Il brano, un originale (cioè non rifacimento di un classico natalizio) del 2014,elenca nel testo tutti gli ingredienti tipici del Natale all'americana, ormai familiare anche dalle nostre parti: il caminetto crepitante, i regali sotto l'albero, i baci sotto al vischio, i bambini che giocano sotto la neve, l'immaginare che le renne di Babbo Natale stiano zampettando sul tetto di casa, le calze appese all'albero di Natale (questa è tutta americana), ma anche le cose piccole e semplici, la gioia che riempie i cuori e muove
al canto, l'affetto della famiglia.
Gesù non è menzionato, è vero, ma quell'amore che, in fin dei conti, riassume tutte queste cose e quindi include tutte le ragioni per cui facciamo festa viene da Lui, anzi, è Lui solo.
Per questo, anche se non avrò attorno a me per il pranzo tutti i miei parenti che abitano a Milano, anche se i regali che spero di ricevere non arriveranno, anche se i miei non stanno bene, io sento di dover festeggiare, di essere lieta sia interiormente, sia esteriormente.
Perché mi ostino a far festa
La ragione di questo mio ostinato desiderio di festa è dovuta alla riflessione che uno dei sacerdoti della mia Comunità Pastorale ha più volte ribadito nelle sue omelie di questi giorni: ha raccomandato di mettere in parola che cosa significa per me affermare che Gesù è venuto a salvarmi.
Sono pervenuta a una possibile risposta. Per me, dichiarare Gesù è il mio Salvatore significa riconoscere che Lui ha dato senso alla mia vita: mi ha indicato il mezzo della scrittura come via per non sprecarla, mi ha dato doni da donare a mia volta, mi ha concesso incontri che altrimenti non sarebbero mai avvenuti.
Ecco: per riprendere il titolo della canzone di cui sopra, questo (letteralmente, però, that sarebbe "quello" in italiano) è il Natale per me.
Perché festeggio sempre e anche oggi il Natale di Gesù: è in lui che trovo "Parole di vita eterna" come ha detto Pietro. Sulla sua Parola trovo il senso e la speranza della mia vita. È lui che mi ha fatto trovare la stima di me stessa e delle persone che mi sono vicine
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