Madre Maria Pia Mastena, col sorriso del Volto Santo

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Chi è?

 

Teresa Maria Mastena nacque a Bovolone, in provincia e diocesi di Verona, il 7 dicembre 1881, prima dei cinque figli (tolti due morti in tenera età) di Giulio Mastena e Maria Antonia Casarotti. Sin dalla prima infanzia si sentiva attratta dall’Eucaristia, ma anche dalla meditazione della Passione di Gesù: in questo l’aiutava un quadretto del Santo Volto, conservato in camera sua.

Il 19 marzo 1891, giorno della sua Prima Comunione, emise privatamente il voto di verginità perpetua; nello stesso anno, il 27 agosto, ricevette la Cresima. Negli anni seguenti fu catechista nella sua parrocchia. Iniziò gli studi magistrali, ma non riuscì a concluderli.

Conosceva da tempo le Sorelle della Misericordia di Verona, Istituto nel quale entrò il 7 settembre 1901, dopo sei anni di attesa. Professò i voti il 24 ottobre 1903, cambiando nome in suor Passitea Maria di Gesù Bambino.

In obbedienza ai superiori, riprese gli studi: nell’ottobre 1905 ottenne il diploma di maestra elementare, cui si aggiunse poi quello di maestra d’asilo; nel frattempo, il 3 ottobre 1907, aveva ottenuto l’abilitazione all’insegnamento. Dall’ottobre 1908 fu a Miane come superiora della comunità locale delle Sorelle della Misericordia: aprì un orfanotrofio e promosse altre attività parrocchiali.

Interiormente, però, si sentiva chiamata a una maggior serietà di vita: col permesso dei superiori, ottenne di emettere, nel novembre 1915, il voto del più perfetto, ossia l’impegno solenne a scegliere, in ogni azione, quella che più piaceva a Dio.

Desiderando concretizzare la sua crescente aspirazione alla vita contemplativa, domandò di poter entrare in un monastero di clausura. Fu accolta in quello cistercense di San Giacomo a Veglia, dove, il 2 giugno 1927, vestì l’abito, cambiando di nuovo nome in donna Maria Pia (come i monaci benedettini hanno l’appellativo di “dom”, le monache ricevono quello di “donna”).

La sua permanenza in monastero durò sette mesi: il vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Eugenio Beccegato, le consigliò di uscire. Riprese quindi l’insegnamento, ma le era stato fatto presente che, se fosse uscito dal monastero, non sarebbe più potuta rientrare tra le Sorelle della Misericordia.

Nel 1930 arrivò a San Fior, in provincia di Treviso e diocesi di Vittorio Veneto. Anche lì avviò delle opere per i più piccoli, ma cominciò anche ad accogliere delle aspiranti alla vita religiosa. Il 24 ottobre 1932 si svolse la prima vestizione, mentre l’8 dicembre 1936 avvenne l’erezione della congregazione delle Religiose del Santo Volto, diventata di diritto pontificio il 10 dicembre 1947.

Suor Maria Pia (aveva conservato il nome assunto tra le monache cistercensi), l’8 dicembre 1948, fu eletta all’unanimità come prima superiora generale. Seguì l’espansione della congregazione in molte parti d’Italia e anche a Toulon, in Francia, e il trasferimento della casa generalizia a Roma.

Da tempo era malata di diabete e aveva anche complicazioni al fegato e al cuore, ma la sua morte, avvenuta a Roma il 28 giugno 1951 per un infarto, fu veramente improvvisa.

Il processo diocesano della sua causa di beatificazione e canonizzazione si svolse presso il Vicariato di Roma dal 24 settembre 1990 al 30 aprile 2002. Il 5 luglio 2002 venne dichiarata Venerabile, mentre il 22 giugno 2004 fu promulgato il decreto sul miracolo.

La Messa con il Rito della Beatificazione fu celebrata il 13 novembre 2005 nella basilica di San Pietro a Roma, presieduta dal cardinal José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato di papa Benedetto XVI.

I resti mortali della Beata Maria Pia Mastena sono venerati nella cappella adiacente alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a San Fior, mentre la sua memoria liturgica ricorre il 27 giugno, giorno prima del dies natalis, perché il 28 cade la memoria obbligatoria di sant’Ireneo di Lione.

 

Cosa c’entra con me?

 

Non avevo sicuramente mai sentito parlare di madre Maria Pia prima della beatificazione, ma anche in quel caso il suo, per me, è rimasto solo un nome, come quello di madre Maria Crocifissa Curcio, beatificata nella stessa circostanza: conoscevo un po’ meglio Charles de Foucauld, ora Santo, il “nome grosso” – mi si passi il termine – di quella tornata di Beati.

È quello che mi è venuto da definire “effetto Bakhita”, ossia quando, in una beatificazione di più candidati agli altari (ora capita invece più spesso con le canonizzazioni), ne emerge uno in particolare nei media, a cominciare da quelli cattolici: questo, però, porta spesso curiosità e interesse anche sugli altri personaggi.

Quello era il periodo della mia vita in cui, dopo la GMG di Colonia, avevo ricominciato a interessarmi ai Santi, allargandomi presto anche ai Beati e alle cause in corso, dopo anni in cui avevo pensato che, invece, Venerabili e Servi di Dio fossero di seconda classe.

Ci è voluto parecchio perché m’impegnassi ad approfondire la sua vicenda. Di certo, l’impulso è avvenuto quando ho scoperto la storia che, dallo scorso 29 gennaio, ha tenuto banco su parecchi siti: il miracolo che ha condotto alla sua beatificazione e di cui ho scritto convinta che quella storia non avrebbe avuto grande risalto, ma mi sono sbagliata. Ho però lasciato cadere quello stimolo, ricordandomene solo nell’aprile 2018.

Un collega dell’Enciclopedia dei Santi, Beati e Testimoni, Giampiero Pettiti, mi aveva infatti mandato, quel mese, un testo proprio su madre Maria Pia: doveva andare ad aggiungersi a quello preesistente, firmato da Antonio Borrelli, che però aveva bisogno di correzioni.

È stato allora che mi sono decisa a contattare le Religiose del Santo Volto. Nel giro di pochi giorni, ho ricevuto risposta da suor Severina, dalla quale ho ricevuto, dietro mia richiesta, le immancabili immaginette, insieme ai libri più recenti, con i quali ho proceduto ad aggiornare la pagina.

Proprio il riemergere, nell’attualità ecclesiale, del nome di madre Maria Pia, mi ha condotto a pensare a un post di stampo più classico, in cui potevo raccontare il mio legame con lei e cosa mi aveva colpito della sua storia. A dirla tutta, la ricordavo solo per sommi capi, per cui ho rispolverato – letteralmente – i libri ricevuti dalle suore.

Non ci ho messo molto, ma intanto l’attualità era venuta meno. Non del tutto, a ben vedere: avrei potuto pubblicare il post in occasione del martedì prima dell’inizio della Quaresima, giorno devozionalmente dedicato al Santo Volto di Gesù. In realtà, come mi aveva riferito suor Severina, le Religiose del Santo Volto ricordano questo aspetto centrale della loro spiritualità l’ultimo venerdì di aprile; anche quella poteva essere una buona occasione, ma era già troppo oltre come data.

La biografia che ho letto accennava solamente alle comunicazioni speciali che lei ha avuto e che l’hanno condotta a intuire che il Signore volesse una nuova congregazione dal triplice fine: «propagare, riparare e stabilire l’Immagine del dolce Gesù nelle anime», per usare le parole di madre Maria Pia nella lettera a monsignor Eugenio Beccegato del 3 maggio 1938. Lui l’ha sempre sostenuta, tanto che le Religiose del Santo Volto, a oggi, lo considerano loro cofondatore.

Non mi aspettavo proprio, invece, di scoprire che l’amore per il Santo Volto fosse stata il tramite per l’incontro con un’anima a lei affine e che centra anche con me: madre Maria Pierina De Micheli, delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires, anche lei Beata.

Avvenne tra il luglio e l'agosto 1940, quando madre Maria Pia cercava un alloggio per le sue figlie che dovevano completare gli studi a Roma (la casa romana, con la clinica presso la quale è avvenuto il miracolo per la beatificazione, sarebbe stata possibile solo un anno dopo): lo trovò all’Istituto Spirito Santo delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires.

Madre Maria Pia voleva incontrare la superiora regionale, che era appunto madre Maria Pierina, ma le fu risposto che non era possibile; lasciò quindi un biglietto con lo stemma della sua congregazione e se ne andò.

Qualche minuto dopo, fu raggiunta di corsa proprio da colei che voleva incontrare: l’immagine del Santo Volto presente sullo stemma, che poi rivide sulla croce che la visitatrice portava al collo, aveva subito fatto colpo su di lei, che del resto, da alcuni anni, diffondeva una medaglia come strumento della devozione allo stesso Volto divino.

Solo le sue guide spirituali sapevano che quella medaglia, e ancor prima uno scapolare, le erano state rivelate attraverso visioni della Madonna e del Signore medesimo, come anche il desiderio che il martedì prima delle Ceneri diventasse la festa del Santo Volto (a oggi, contrariamente a quanto molti affermano, non è né festa, né memoria stabilita in modo ufficiale; per quello parlavo, prima, di “giorno devozionalmente dedicato”).

In breve, madre Maria Pierina le cadde davanti in ginocchio, implorandole di benedirla, ma anche madre Maria Pia fece lo stesso. Questa gara d’umiltà continuò ancora per qualche istante, finché entrambe non si alzarono.

Se con la Beata Maria Pierina la conoscenza è diretta, io trovo un’altra affinità con una sua contemporanea con cui non ha avuto contatti: la napoletana Florinda Romano vedova De Santis, detta madre Flora. Anche lei aveva capito di dover amare e far amare il Volto di Gesù, sia con un’intensa vita spirituale, sia con molte opere di carità e di ascolto del prossimo.

Esiste infine un legame più basato sulla Comunione dei Santi tra lei e santa Gemma Galgani (qui il mio post su di lei): quest’ultima è morta l’11 aprile 1903, nello stesso giorno in cui Teresa, non ancora suor Passitea, pronunciava il suo voto di vittima. Dev’essersi affezionata subito a lei proprio per il comune amore quasi folle per Gesù e la Passione, altrimenti non credo che sarebbe stata presente alla sua canonizzazione, il 2 maggio 1940.


Il suo Vangelo

 

Madre Maria Pia ha saputo restare unita a Dio anche nel mezzo di una molteplicità d’impegni, quali l’insegnamento, la catechesi, la guida della comunità religiosa, prima come superiora locale, poi come fondatrice autonoma.

Col passare degli anni, ha desiderato che questa unione diventasse sempre più profonda. La bambina che guardava il quadretto del Santo Volto era la stessa giovane che aveva qualche difficoltà nello studio, ma che voleva comunque assomigliare a quelle suore che conosceva, nonché la novizia e la religiosa già legata a Dio con i voti canonici, ma che voleva assumersi impegni maggiori, come il voto di vittima e quello del più perfetto.

Anche nel caso delle Religiose del Santo Volto, come per molti altri, prima dell’erezione canonica ci sono stati dibattiti, incomprensioni, fatiche, tira e molla tra monsignor Beccegato e la Sacra Congregazione dei Religiosi, ma alla fine è stato chiaro ciò di cui il vescovo era convinto da sempre, ossia che nell’intuizione di madre Maria Pia c’era il dito di Dio.

Certamente, lei ha avuto una spiritualità legata alla Passione del Signore e, sullo stemma, ha voluto il volto dell’Uomo della Sindone. Però lei voleva che quel Volto piagato, sofferente, triste, riconosciuto nelle miserie di tante persone, particolarmente i più piccoli e i poveri della società del tempo, potesse anche tornare a sorridere.

Altrimenti, non avrebbe potuto scrivere alle sue Religiose, il 15 ottobre 1939, ormai tre anni dopo l’erezione canonica della congregazione:

A noi è stato affidato il Volto Santo, il Volto divino in cui si specchiano, pieni di ammirazione gli angeli del cielo; il Volto divino che forma la gioia dei santi e noi lo vogliamo rendere sempre divinamente contento, sempre pienamente soddisfatto, sempre sorridente.

È un compito che continua oggi con le suore, anche in terra di missione, e con due frutti che madre Maria Pia non credo si aspettasse: un ramo maschile, i Religiosi del Santo Volto, e gli Amici del Santo Volto, laici e laiche.

 

Per saperne di più

 

Vasco Lucarelli, Immagine del suo Volto – Vita di suor Maria Pia Mastena, Edizioni San Paolo 2005, pp. 192, € 12,00.

La biografia uscita per la beatificazione, con il racconto delle sue opere e delle sue virtù.

 

Nicola Gori, Pane spezzato per i fratelli, Libreria Editrice Vaticana 2009, pp. 106, € 9,00.

Una selezione commentata di pensieri di madre Maria Pia sull’Eucaristia, pubblicata in occasione del passaggio, nella parrocchia di Bovolone, delle Sacre Particole del Miracolo Eucaristico di Siena.


Entrambe le pubblicazioni sono fuori catalogo, ma si possono richiedere alle Religiose del Santo Volto.


Su Internet

 

Sito istituzionale delle Religiose del Santo Volto

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