La biblioteca di Testimoniando #31: «Un gioco d’amore»
L’attrazione, come spesso mi accade, ha vinto,
soprattutto dopo che avevo letto una recensione molto convincente e ascoltato
lo stesso autore fare riferimento a quella pubblicazione in un programma
televisivo. Le Edizioni Porziuncola, che ringrazio, mi hanno concesso una copia
omaggio per recensione: ho quindi potuto rendermi conto direttamente di quali
fossero i contenuti.
In sintesi
Un gioco
d’amore – Dieci storie di santi bambini è un titolo che si spiega da solo, ma fino a un certo
punto. Il libro contiene sì dieci storie di bambini che hanno rappresentato,
nelle proprie vite, degli aspetti del Vangelo, e per questo possono essere
definiti “santi” al di là del fatto che la Chiesa abbia emesso il proprio
giudizio ufficiale su di loro, o stia vagliando la loro esemplarità.
Ciò che lo
differenzia dai repertori pubblicati in questi anni, dei quali ho reso conto
nella rubrica di cui fa parte questo stesso post, è la scelta di rendere
evidente la serenità e la semplicità con cui questi bambini e bambine hanno
trascorso giorni felici e altri più tristi, mettendo al centro Gesù e il suo
amore per loro, che ricambiavano ciascuno a suo modo.
È anche
interessante in prospettiva ecumenica: una delle vicende assai poco note
riferite è quella di Rachel Beckwith, di Seattle, appartenuta alla East Lake
Community Church, bambina da sempre portata a gesti di carità nei confronti dei più
poveri: l’ultimo, attuato per il suo nono compleanno, fu chiedere di non
regalarle nulla per quell’occasione, ma di donare almeno nove dollari
all’organizzazione benefica Charity Water, che fornisce acqua potabile in
paesi dove la mortalità infantile è alta anche per la scarsità di pozzi.
In almeno
due casi, l’autore mostra una padronanza dell’argomento quasi naturale. Si vede
anzitutto nel capitolo su Vidal Aja, alunno dell’istituto San Giuseppe a
Reinosa, in Cantabria, gestito dai Fratelli dell’Istruzione Cristiana di Ploërmel,
proprio la congregazione di cui fa parte. Vidal, al pari di san Tarcisio (a cui
è dedicato il primo capitolo del libro), negli anni della guerra civile
spagnola, riuscì a distribuire clandestinamente più di millecinquecento Comunioni.
Ancora di
più, le pagine su Antonietta Meo, per devoti e amici Nennolina (ma l’autore
preferisce chiamarla col nome di Battesimo, per non sminuirla), attualmente
Venerabile, trasudano passione e determinazione. Hanno lo scopo di far capire
che lei non è solo la più giovane candidata agli altari non martire e che non è
da ammirare unicamente per la maturità spirituale contenuta soprattutto nei
suoi dettati e scritti: raccontano dei suoi giochi, dei suoi scherzi, del
lavoro su di sé che l’ha condotta a essere forte anche quando ha dovuto perdere
la gamba sinistra per il tumore che l’aveva colpita.
Anche il
capitolo sui Santi Innocenti è particolarmente originale: sia perché si presta
a essere messo in scena in qualche rappresentazione teatrale scolastica o
parrocchiale, sia per il messaggio che trasmette, ovvero che quei bambini dai
due anni in giù sono stati “salvatori del Salvatore”, morendo al posto di Gesù
Bambino che, intanto, era fuggito in Egitto.
Nei capitoli
che narrano di vicende molto note, non viene meno la scelta di evidenziare
aspetti a cui non si pensa immediatamente, quando si sente parlare di esse: per
santa Maria Goretti, la vita quotidiana e familiare che è stata anche il contesto
del suo martirio; per i santi Francesco e Giacinta Marto, il passaggio da una
religiosità formale e una preghiera meccanica a una consapevole offerta di sé
per i peccatori, per avere un cuore misericordioso come il Cuore Immacolato di
Maria.
Ogni capitolo si conclude con un’invocazione (vale anche per i bambini che non hanno la causa di beatificazione in corso o che sono già stati dichiarati Santi), per far diventare preghiera quanto si è appena letto, o con una citazione che può anch’essa aiutare a pregare. Curiosamente, non sono presenti i ritratti o le fotografie dei bambini in questione, sostituiti da immagini d’archvio simboliche.
L’autore
Fratel Dino De Carolis è un religioso dei Fratelli dell’Istruzione Cristiana
di Ploërmel, congregazione fondata dal Venerabile Jean-Marie de Lamennais, nel
1815, per l’educazione dei bambini e delle bambine delle classi popolari.
Per anni si è impegnato nella scuola come insegnante ed educatore: il tempo l’ha condotto ad accostarsi alla santità espressa in bambini, ragazzi e giovani, cercando di trarre da ciascuna figura elementi sempre nuovi per riflettere e per attuare, nella vita di chi legge le biografie da lui composte, il Vangelo che esse hanno testimoniato.
Attualmente è direttore dell’Associazione Antonietta Meo –Nennolina, che collabora con l’Azione Cattolica Italiana per la causa di
beatificazione della Venerabile Antonietta Meo.
Consigliato a...
Mi sento di consigliare questo libro
principalmente agli educatori, ovvero a genitori, maestri e catechisti (siano
essi sacerdoti, religiosi o laici), che sono sempre alla ricerca di storie
nuove per stimolare i loro alunni a credere in modo più convinto.
Lo metterei in mano anche ai bambini, ma dagli
otto anni in su: in questo modo, potranno cominciare una ricerca che, per
quanto mi riguarda, è iniziata proprio a quell’età e, ora che sono quasi
quarantenne, non è ancora finita e non smette di meravigliarmi.
Dino De Carolis, Un gioco d’amore – Dieci storie di santi bambini, Porziuncola 2024,
pp. 114, € 13,00.
Postilla
Fratel Dino è stato ospitato il 25 giugno, nella
trasmissione Il Diario di papa Francesco di TV 2000, a parlare dei temi
e delle figure di questo libro.
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