Danzare perché è Pasqua

Non so da dove venga questa immagine, ma lho tratta da qui.


Ecco, è venuto il momento di riprendere a scrivere, dopo il consueto “volontario digiuno” che mi sono imposta per concentrarmi meglio sul fondamentale esempio di Gesù.
Prima di un ciclo che dedicherò ai due papi che diventeranno santi la prossima settimana, vorrei trasmettere a tutti i miei lettori, occasionali e fedelissimi, i miei migliori auguri di Pasqua. Come ha affermato il mio parroco nell’omelia della Veglia Pasquale, dobbiamo cercare di trovare nelle storie che incontriamo un riferimento a quella, unica, del Signore Crocifisso e Risorto: da oggi, per me, sarà ancora di più così, anche su queste pagine.
Il pensiero che ho deciso di condividere per questa solennità (che segna anche il secondo compleanno in senso liturgico di questo blog) è tratto dagli scritti del mio carissimo Alessandro Galimberti, il seminarista ambrosiano la cui piccola storia continua a interrogarmi, stupirmi, sconvolgermi e spingermi ancora di più a conformare la mia vita a quella di Colui dal quale lui ha provato a trarre il vero senso della gioia.
A tutti, di cuore, auguri!


Danzare perché è Pasqua
La danza infinita dei santi
ci coinvolge nel valzer
della musica dell’Amore.
È bello danzare la gioia per Te
Signore Gesù;
è bello vederti
nel pane spezzato sull’altare,
nel vino versato perché diventi tuo sangue.
Ti adoriamo nel tabernacolo
ma sappiamo
che tu non ti fermi dietro a quella porticina
ma sei sempre qui accanto a noi.
Sei nel mio cuore e sei anche nel cuore del mio vicino,
di chi mi sta accanto,
di chi ti cerca e di chi non ti cerca.
Sei proprio grande Signore Gesù.
Se canto è per renderti più felice,
se parlo, è per testimoniarti ovunque io mi trovi.
Fammi danzare Gesù,
fammi danzare di felicità
perché solo con te sono felice.

Fonte: don Ennio Apeciti (cur.), Voglio essere come profumo di nardo, Velar – Marna 2014, p. 126.

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