La biblioteca di Testimoniando #18: “Giovani Campioni”
In questi mesi di
preparazione, non sono mancate proposte editoriali collegabili ai temi del
Sinodo sui giovani, come altre iniziative per dare risalto a figure, temi e
storie virtuose provenienti dal mondo giovanile.
L’editrice Ares
ha fatto la sua parte, accogliendo la proposta di Francesco Maria Nocelli:
raccontare un certo numero di vicende esemplari per far capire che anche la
giovinezza è un tempo favorevole per santificarsi.
In sintesi
Giovani Campioni – 20 storie di santi a lieto fine presenta venti storie di bambini, ragazzi e giovani, la cui
esemplarità è stata già resa ufficiale (l’unica canonizzata è Maria Goretti, ma
ci sono anche tre Beate) o la cui buona fama circola, ma deve ancora
consolidarsi nella decisione di aprire una causa di beatificazione e
canonizzazione.
Per ciascuno di
essi, elencati in base al nome proprio, sono riportati la data di nascita e di
morte, l’eventuale appartenenza a qualche aggregazione ecclesiale e, soprattutto,
il luogo dove sono stati sepolti o sono venerati.
La fascia d’età
non copre quella abitualmente oggetto della Pastorale Giovanile, ossia dai
diciotto ai trent’anni, ma è più ampia in basso e più stretta in alto: si va
dai sei anni e mezzo della Venerabile Antonietta Meo, socia di Azione
Cattolica, ai ventisette di Jacques Fesch, che, incarcerato per una rapina,
incontrò Dio prima di essere condannato a morte. Quanto al periodo storico in
cui sono vissuti, appartengono quasi tutti alla seconda metà del ventesimo
secolo, ma molti sono vissuti in anni più vicini a noi.
Non è il primo
repertorio di vite esemplari giovanili mai edito, né l’unico in circolazione,
ma si distacca dagli altri per un elemento di rilievo: a ciascun “Campione” non
solo è abbinato un tema – la vocazione, il sacrificio di sé, le relazioni con
gli amici – ma anche un riferimento a qualche autore spirituale che ha lasciato
i propri insegnamenti al mondo giovanile.
Alcuni autori
sono direttamente collegati ai personaggi, mentre altri costituiscono una sorta
di gioco a incastro: un giovane appartenente a un movimento si trova spesso
affiancato un pensiero del fondatore di un’altra realtà analoga. Altri ancora,
per la loro ricerca di senso culminata nella scoperta o riscoperta di Dio, sono
abbinati a riflessioni dei cardinali Giacomo Biffi e Carlo Caffarra, destinate
inizialmente ai giovani bolognesi.
Larghissima parte
hanno poi estratti dal magistero dei Pontefici recenti: sono disseminati in
vari punti, ma si concentrano nell’appendice che l’autore ha voluto dedicare
alla chiamata universale alla santità.
L’autore
Francesco Maria
Nocelli è Segretario Generale del Comune di Loreto. Sposato, è padre di tre
figli, che sono stati fonte d’ispirazione per questo libro e per Le più belle preghiere dei santi
(Mimep-Docete 2016).
Consigliato a...
Più che ai
ragazzi, il suo lavoro sembra più adatto agli educatori, sacerdoti, religiosi e
laici, che si occupano della loro formazione nei gruppi parrocchiali, nelle
associazioni e nei movimenti. L’affetto e la passione che Nocelli vi ha
riversato sono palesi, come anche la speranza che il libro diventi come quei
testi di storia sacra o di vite sante che un tempo venivano letti in famiglia o
circolavano nelle biblioteche parrocchiali.
Francesco Maria Nocelli, Giovani Campioni – 20 storie di santi a lieto fine, Ares 2018, pp.
248, € 15,00.
* * *
Fin qui la recensione, in cui mi sono
volutamente tenuta al di sopra delle parti. Permettetemi però di trasmettervi
la mia esultanza perché questa è la prima raccolta di storie esemplari, edita a
livello nazionale, dove si parla di Alessandro Galimberti. È anche la prima
volta in cui, a scrivere di lui, non è nessuno che l’ha conosciuto in vita
(professori del Seminario, parenti e amici), fatta eccezione per gli articoli
scritti da me che, ripeto, non l’ho mai incontrato di persona.
Gli sforzi che ho impiegato perché la sua
vicenda venisse conosciuta al di là della nostra diocesi di appartenenza si
sono finalmente concretizzati, ma non devo prendermi il merito: devo piuttosto
ringraziare Dio perché ha messo sulla mia strada quel seminarista,
proprio come tanti altri giovani di cui spero di poter scrivere in questi
giorni di Sinodo.
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