Squarci di testimonianze #29: il “catholic cinematic universe” della Contracorriente Producciones
A
sinistra, l’attore Antonio Reyes nei panni di sant’Antonio Maria Claret
durante
le riprese del film Pobre y a pie (fonte)
|
Tre giorni fa, dopo aver sentito la notizia del
trasferimento delle spoglie di Francisco Franco dal Valle de los Caídos al
cimitero di El Pardo a Madrid, ho pensato di vedere come la Chiesa spagnola
avesse colto il fatto. Ho quindi digitato l’indirizzo di Religión en libertad, un sito d’informazione che mi è stato molto utile in passato,
specie per quanto riguarda i Beati martiri durante la guerra civile spagnola.
Non ho trovato i riferimenti che cercavo, ma mi
sono soffermata su di un titolo relativo alla nuova fatica di Pablo Moreno Hernández
e della sua Contracorriente Producciones. Sia lui che la sua casa di produzione
non mi sono sconosciuti: il primo film che ho visto (ma anche il primo in
assoluto realizzato) è stato Un Dio negato, sui Beati martiri
clarettiani di Barbastro.
TV 2000 ha trasmesso quello e anche gli altri,
ovvero Poveda – Amico forte di Dio e Luz de Soledad – Al servizio
degli infermi. Li ho tutti prontamente inseriti nelle mie Litanie dei Santi… al cinema e in TV.
L’ultimo, finora inedito nel nostro Paese, è Red
de libertad, dedicato a suor Helena Studler, Figlia della Carità di San Vincenzo
De’ Paoli, e alla sua azione a favore dei prigionieri di un campo di
concentramento in Francia.
L’articolo che ha attirato la mia attenzione
tratta, invece, del film attualmente in lavorazione. Il soggetto, questa volta,
è Antonio Maria Claret, arcivescovo di Cuba, canonizzato nel 1950. Il titolo è Pobre
y a pie (tradotto, “Povero e a piedi”), una definizione che corrisponde al
percorso di vita del santo in questione: percorse l’intera Catalogna a piedi e,
quando fu chiamato a essere confessore della regina Isabella II di Borbone, si mantenne
sobrio pur in mezzo ai fasti della corte. La trama, secondo quanto riporta il
sito istituzionale dei Clarettiani, verte proprio su questo periodo della sua
vita e sul suo episcopato cubano.
Un’altra fase della lavorazione (fonte) |
Per trovare la giusta chiave di lettura, il regista
ha iniziato le sue ricerche, trovando un fatto realmente accaduto. Come racconta anche il sito istituzionale dei Clarettiani, lo scrittore
e giornalista spagnolo José Martínez Ruiz, il cui pseudonimo era Azorín, aveva
scritto un libro in cui non parlava bene di padre Claret. Successivamente,
però, scoprì che la realtà sul suo conto era molto diversa. Non solo si pentì,
ma scrisse una testimonianza per il processo di canonizzazione del vescovo, che
costituì anche una ritrattazione pubblica di quanto aveva raccontato in
precedenza su di lui.
Al momento la lavorazione del film è quasi conclusa.
Nelle prossime settimane passerà alla postproduzione e all’aggiunta della
colonna sonora. L’uscita è prevista per l’ottobre 2020, in occasione del centocinquantesimo
anniversario della morte di sant’Antonio Maria Claret. Come per l’altro film, la Famiglia Clarettiana è coproduttrice, ma è stata lanciata una campagna di crowdfunding
per aiutare il progetto.
Fino a qui la notizia, che ho rielaborato e
parafrasato. Un’affermazione del regista, però, mi ha colpita a tal punto che
la voglio riproporre tradotta direttamente:
Come la Marvel ha i suoi eroi, noi cristiani abbiamo un nostro universo
di eroi. Peraltro, molti dei protagonisti dei miei film si conobbero tra loro,
come è il caso di padre Claret, che predicava gli esercizi spirituali alle
Figlie della Carità delle quali parla il film “Red de libertad”. Crediamo che
potrebbe essere carino che il mondo veda questo tipo di storie, perché tutti
cerchiamo riferimenti, luce, guide, per pensare che il mondo si può salvare.
È una frase che sulle prime mi ha fatto sorridere.
Mi sembrava un paragone sproporzionato quello tra la Comunione dei Santi e il
Marvel Cinematic Universe, dove le storie di supereroi come Iron Man, Doctor
Strange e tanti altri si sono più volte intrecciate, fino ai film in cui comparivano
tutti insieme.
In fin dei conti, però, è un concetto che sento profondamente
vero e sul quale ho basato le intere premesse di questo blog. Quando racconto
che il tal personaggio c’entra con me anche se è vissuto secoli o decenni fa,
lo rendo vivo e ripresentato anche per questo tempo. In tal modo, anche chi mi
legge entra in contatto con lui e magari si sente attratto a sua volta, com’è
successo a me.
Ma la Comunione dei Santi ha anche una dimensione
orizzontale, tra persone che sono mie contemporanee e sono viventi. Lo stesso
giorno in cui ho letto la notizia, ho conosciuto una persona che lavora per la
Direzione Generale del PIME, che ho scoperto essere in contatto sia col
direttore della rivista dei Salesiani di Bologna, per cui scrivo, sia con
quella studiosa
che coi suoi libri mi ha aiutata a capire quali passi compiere per favorire la
fama di santità delle storie cui tengo di più.
All’affermazione del regista sento però di
fare una postilla. Sant’Antonio Maria Claret, come scrivevo, è morto nel 1870,
quindi non ha conosciuto le stesse Figlie della Carità dirette consorelle di
suor Helena Studler; piuttosto, ha predicato gli esercizi spirituali ad altre
suore vincenziane. Nella Comunione dei Santi, però, non cambia nulla o quasi.
Insomma, aspetto l’uscita del film e, magari,
potrei dedicargli una recensione. Intanto ecco il teaser con le prime immagini.
Dopo la pubblicazione di questo post sono cambiate varie cose. Anzitutto, Contracorriente Producciones, a partire dal diciassettesimo anniversario di fondazione, ha cambiato nome in Stellarum Films.
RispondiElimina"Pobre y a pie", invece, non è uscito nelle sale a dicembre 2020, a causa della pandemia, ma nell'autunno del 2021, e reintitolato "Claret'.
TV2000 lo trasmetterà stasera, alle 21.10.