Madre Claudia Russo: fiducia e amore verso Gesù Bambino e gli anziani poveri (Corona d’Avvento dei Testimoni 2019 #4)

Ritratto di madre Claudia, che riprende una foto
risalente ai suoi ultimi anni di vita, ricavato da un santino
Chi è?

Claudia (o Claudina, nome ricevuto in onore di sua nonna paterna) Russo nacque a Barra, attualmente quartiere di Napoli ma all’epoca comune autonomo, il 18 novembre 1889. Era la terza dei dieci figli di Ernesto Russo, capotecnico dell’Arsenale di Napoli, e di Rosa Nicoletti.
Frequentò le scuole fino alla licenza elementare, poi andò a lezione di ricamo e cucito e contribuì ad aiutare in famiglia. A tredici anni, col permesso del suo confessore, emise il voto di verginità in forma privata. Per questa ragione, ma anche perché si sentiva incline a una vita di preghiera, possibilmente in clausura, rifiutò varie proposte di matrimonio.
Grazie alla sua madrina di Cresima, Maria de Micco, conobbe le Ancelle del Sacro Cuore fondate da Caterina Volpicelli (canonizzata nel 2009) e aderì al loro ramo di aggregate esterne, le Piccole Ancelle del Sacro Cuore.
Nel 1912 conobbe padre Michele Abete, dei Frati Minori Conventuali, il quale le domandò di aiutarlo a seguire un gruppo di ragazze di cui era direttore spirituale. Claudina accettò, ma sentiva che il suo desiderio veniva meno, tanto da avere ripercussioni nel fisico.
Con l’aiuto di monsignor Gioacchino Brandi, comprese che la sua consacrazione doveva essere vissuta nell’aiuto ai più poveri. Divenne membro, con le compagne che l’affiancavano, al Terz’Ordine francescano, ma questo non servì a far tacere le calunnie circa il suo rapporto con padre Michele, che venne trasferito, ma rimase ugualmente in contatto con lei.
Claudina cominciò a pensare a una casa di riposo per le anziane sole, la Pia Domus, che divenne realtà il 20 giugno 1926. Monsignor Brandi le indicò come fare perché il sodalizio che si era formato diventasse una vera e propria congregazione religiosa. In quel modo nacque l’Istituto delle Povere Figlie della Visitazione di Maria, il cui compito specifico doveva essere l’accoglienza degli anziani e l’istruzione catechistica di bambini e ragazzi.
Madre Claudina, nominata superiora generale dopo l’approvazione diocesana dell’Istituto, avvenuta il 23 gennaio 1933, seguì personalmente la formazione delle novizie e l’apertura di nuove case, in risposta alle povertà causate dalle due guerre mondiali.
Il 10 marzo 1964, mentre tornava da una visita alla casa di Messercola, madre Claudina ebbe un’emorragia cerebrale, che fu evidente appena arrivò in Casa madre. Morì alle 4.50 del mattino seguente.
Il 20 dicembre 2012 papa Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto sull’eroicità delle virtù di madre Claudina, le cui spoglie riposano dal 24 giugno 1971 nella cappella della Casa madre delle Povere Figlie della Visitazione di Maria, in corso Bruno Buozzi 174 a Napoli.

Cosa c’entra con me?

Tempo fa mi ero messa a guardare, tramite il sito della diocesi di Napoli, l’elenco delle congregazioni religiose presenti nel circondario di Portici, dove trascorro le vacanze, per rimpinguare la mia collezione di santini.
Leggendo il nome delle Povere Figlie della Visitazione di Maria, le ho identificate, sbagliando, con le monache di clausura che già conoscevo perché frequentavo il loro monastero di Milano, ora chiuso. In realtà, erano quelle che mi era capitato d’incrociare nel santuario di San Giuseppe Vesuviano e, molto più spesso, in quello porticese di San Ciro.
Nel 2012 mi tornò alla mente quando lessi l’elenco dei Decreti della Congregazione delle Cause dei Santi per il 20 dicembre. Da allora cominciai a cercare l’occasione buona per attaccare bottone con la suora che vedevo a San Ciro: contrariamente al mio solito, non mi riuscì per un bel pezzo. Quando successe, non ricevetti la risposta che aspettavo: avrei fatto prima ad andare in Casa madre, mi disse la religiosa.
Nel 2015 sono tornata a Portici prima del previsto, a causa della morte di un mio zio, marito di una sorella di mia madre. Il giorno dopo i funerali, mi venne l’idea di andare non a Barra, ma nell’asilo che le suore avevano non lontano dalla casa della zia che mi ospitava; era un giorno lavorativo, quindi avrei trovato aperto.
L’accoglienza fu molto buona, anche dalla suora di cui sopra, che non ricordava di avermi già incontrata (ma la capisco benissimo). Ho ottenuto tutto quello che mi poteva essere utile per migliorare la scheda biografica di madre Claudina per santiebeati.it, che avevo trovato molto carente nei contenuti e nella forma (ora va meglio, ma dovrei sentire le suore per un dettaglio).
La lettura mi avvinse davvero, proprio come accadeva a lei con le biografie di tanti santi. Ironicamente, quelle dei fondatori le sembravano meno imitabili, mentre io le apprezzo parecchio, anche perché più facili (ma a volte neanche tanto) da sintetizzare.
Mi venne da ammirare come lei avesse imparato a coniugare il suo desiderio di essere tutta di Gesù col bisogno estremo delle donne anziane e sole del suo paese. Lo scatto decisivo era avvenuto quando una delle sue amiche aveva trovato morta la signora da cui, il giorno prima, aveva lasciato una mela per non disturbare quello che credeva essere il suo sonno.
Anche la sua intraprendenza mi fece riflettere: per finanziare la costruzione della Pia Domus, confezionò e fece realizzare lavori di maglieria e ricamo, ma anche i dolci napoletani tipici del periodo natalizio. Ho poi riconosciuto gli apporti di personaggi come monsignor Gioacchino Brandi e padre Michele Abete, al quale le suore riconoscono un ruolo di primaria importanza, pur non ritenendolo cofondatore.
Nell’agosto 2018 sono andata in gita al parco archeologico di Cuma. Prima di riprendere il treno della ferrovia Cumana che mi avrebbe riportata a Portici, mi sono fermata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie in Montesanto. Ho visto in una vetrina una biografia di madre Claudina diversa da quella che già possedevo e l’ho chiesta a una delle operatrici parrocchiali che accoglievano i passanti, invitandoli a restare per la Messa.
Come già leggendo l’altro libro, sono rimasta sorpresa dalla sua confidenza col Signore, che si esprimeva con esclamazioni simili nel tono a quelle che ho spesso udito pronunciare da mia madre. Non erano banali scenate, ma sfoghi del cuore di fronte alle situazioni che affrontava, specie sul piano economico.
Non sono ancora riuscita ad andare a Barra per pregare sulla sua tomba, sebbene Portici e Barra siano vicinissime in linea d’aria. Un po’ perché difficilmente mi muovo da sola quando vado in vacanza, un po’ perché non sono ancora riuscita a convincere i miei familiari. Però non demordo, così accadrà come quando ho visitato la casa pompeiana del Servo di Dio Eustachio Montemurro.
Di seguito, un filmato che presenta immagini d’epoca e la sintesi del cammino suo e dell’Istituto.


Il suo Vangelo

La testimonianza fondamentale di madre Claudina è basata sul suo affetto profondo per quanti già allora la società rifiutava e scartava. Come altre figure che ho letto e su cui ho meditato, seppe sfidare le convenzioni del suo tempo, per le quali una ragazza di buona famiglia non doveva mescolarsi con i più poveri, tantomeno uscire da sola. Non agiva così per creare scandali fini a sé stessi, ma per vivere pienamente quanto le veniva suggerito dai suoi direttori spirituali.
Diventata madre fondatrice, seppe trasmettere la sua fiducia in Dio e nei mezzi della Provvidenza anche alle consorelle, specie alle novizie. Grazie a loro abbiamo una raccolta di pensieri, da loro stesse messi insieme e da lei approvati, sistemati per ogni giorno dell’anno.
In quelle espressioni, risalenti agli ultimi suoi due anni di vita, risaltano molto spesso termini affettuosi verso Gesù Bambino. Madre Claudina raccomandava una preparazione remotissima al Natale, che cominciava il 24 settembre (quindi novanta giorni prima), con brevi preghiere e ulteriori sacrifici per sostenere i poveri. La sua devozione non era svenevole e zuccherosa, ma capace di far riflettere su come una religiosa dovesse rispondere all’amore che aveva portato il Signore a incarnarsi e a vivere la povertà umana.
Nel pensiero corrispondente al 13 gennaio è scritto:
Trovati un angolino per nasconderti accanto alla mangiatoia, per rallegrare il riposo di Gesù Bambino col suono di una costante fedeltà nel servirLo e con il soave canto di un amore puro, ardente, perseverante.
È lo stesso amore che auguro di vivere e trasmettere alle Povere Figlie della Visitazione di Maria, sia nelle case ancora aperte in Italia, sia in quelle in Brasile, Ecuador e Togo.

Per saperne di più

Salvatore Garofalo, Viva nell’amore – Madre Claudia Russo, Tipografia La Laurenziana, pp. 136.
Biografia completa e dettagliata.

Maria Rosaria Del Genio, «Bacia la terra e corri…» - Madre Claudia Russo, Libreria Editrice Vaticana 2012, pp. 142, € 14,00.
Biografia in cui sono citati anche i suoi pensieri, le lettere alle singole suore e le circolari, con un approfondimento sui punti cardinali della sua spiritualità.

Entrambi i libri non sono più in commercio, ma penso che in Casa madre ne abbiano ancora delle copie.

Su Internet

Sito ufficiale dell’Istituto delle Povere Figlie della Visitazione di Maria
Sito delle scuole primarie e dell’infanzia che le suore hanno a Barra

Commenti

  1. Tantissimi auguri per un Santo Natale del Signore 2019, un caro abbraccio!

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