Don Arcangelo Tadini, padre per il popolo e per le operaie

Dipinto di Giuseppe Antonio Lomuscio
usato per l’arazzo della beatificazione
(fonte)


Chi è?

 

Arcangelo Tadini nacque il 12 ottobre 1846 a Verolanuova, in provincia e diocesi di Brescia, da Pietro e Antonia Gadola, di nobili famiglie. Studiò, come i fratelli Alessandro e Giulio, nel ginnasio di Lovere. Solo il secondo passò al Seminario diocesano: fu a ridosso della sua Prima Messa che Arcangelo si sentì motivato a seguire la sua stessa strada.

Entrato nel Seminario di Brescia nel 1864, fu ordinato sacerdote il 19 giugno 1870 a Trento, dal vescovo della stessa diocesi, monsignor Benedetto Riccabona De Reichefels; monsignor Girolamo Verzieri, vescovo di Brescia, era in quel periodo a Roma, impegnato nei lavori del Concilio Vaticano I.

Dopo un anno trascorso in famiglia per motivi di salute – una caduta che gli era occorsa negli anni del Seminario l’aveva lasciato zoppo – ebbe il primo incarico come curato (nel bresciano, viceparroco) a Lodrino. Nel 1873 fu trasferito al santuario di Santa Maria della Noce, alla periferia di Brescia: fece ingrandire la chiesa, la dotò di un fonte battesimale e seppe tener fronte alle critiche degli abitanti di Chiesanuova, il paese vicino.

Nel 1885 ebbe un nuovo trasferimento a Botticino Sera come curato, in aiuto a don Giorgio Cortesi, il parroco anziano e malato di Santa Maria Assunta. Alla morte di quest’ultimo, venne nominato economo spirituale, quindi parroco.

Per compensare le mancanze dei suoi predecessori, avviò molte iniziative, partendo dai giovani, dalle famiglie e dai malati. Istituì anche la Società di Mutuo Soccorso, per tutelare i lavoratori. Lo preoccupavano anche le giovani del paese, spesso obbligate a lasciarlo per trovare lavoro altrove, esponendosi a non pochi rischi.

Per tenerle vicine alle loro famiglie, fece costruire una filanda. Per il loro progresso spirituale, istituì in paese le Figlie di Maria e, aiutato da padre Maffeo Franzini, un gesuita suo amico, ridiede slancio alla Compagnia di Sant’Angela, ovvero le Orsoline secolari.

Sentiva, però, che tutto questo non bastasse. Cominciò allora a pensare a una comunità di religiose, le cui componenti avrebbero dovuto condividere in tutto la vita delle operaie. Dopo un primo tentativo andato a vuoto, diede a Romana Maffeis, una delle operaie più anziane, il compito di formare il primo nucleo con due compagne.

Nella lettera con cui motivò al vescovo di Brescia la necessità della nuova fondazione, descrisse il fine specifico come del tutto nuovo e corrispondente ai bisogni dei tempi: come esistevano suore infermiere o insegnanti, potevano ben esistere le sue Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth.

Il 21 marzo 1912 i parrocchiani di Botticino Sera festeggiarono il venticinquesimo dell’arrivo di don Arcangelo come parroco. Due mesi dopo, piansero la sua morte, avvenuta il 20 maggio 1912, dopo dodici giorni di agonia.

Don Arcangelo fu beatificato il 3 ottobre 1999 dal Papa san Giovanni Paolo II e canonizzato da papa Benedetto XVI il 26 aprile 2009. I suoi resti mortali sono venerati nella basilica di Santa Maria Assunta a Botticino Sera, ora Santuario a lui dedicato, mentre la sua memoria liturgica cade il 21 maggio, il giorno dopo quello della sua nascita al Cielo e in cui si svolsero i suoi funerali.

 

Cosa c’entra con me?

 

Non ricordo con esattezza la prima volta che ho sentito parlare di sant'Arcangelo. Come dicevo sopra, è stato canonizzato nel 2009, quando ormai avevo superato la crisi di rigetto che per anni mi aveva tenuta alla larga  da Santi e affini, pur non avendo mai abbandonato la pratica e il cammino di fede. Eppure non mi pare di essermi interessata di lui, a quel tempo.

Quando sono riuscita a intervistare suor Anna Nobili, però, dovevo conoscere almeno di nome le Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth: le avevo posto proprio una domanda relativa al fatto che, lavorando come ballerina, incarnasse il carisma fondativo in modo del tutto particolare.

Dopo di lei, ho incontrato altre Suore Operaie: un sacerdote che conosco, infatti, era stato destinato come parroco in una parrocchia milanese dov'erano presenti.

Nella chiesa in questione c'era uno scaffale pieno di libri, disponibili per la consultazione, che potevano essere presi e riconsegnati gratuitamente. Ce n'era anche uno su sant'Arcangelo, precedente però alla canonizzazione. Dopo aver appurato che la sua scheda su santiebeati.it era lacunosa, l'ho preso in prestito. Finita la lettura, l’ho riconsegnato al neo-parroco.

Quando mi sono messa all’opera, ho chiamato le suore milanesi, ma mi hanno risposto di rivolgermi alla Casa madre di Botticino Sera. Suor Maria Regina, che aveva seguito la causa del fondatore, fu molto gentile e mi fornì la sua consulenza.

Ho subito iniziato a raccogliere le idee, trovando molti punti in comune tra quel prete di mia conoscenza e sant'Arcangelo: entrambi creativi, mai inattivi; pronti a tutto per il bene del loro popolo, specie dei giovani; radicati in una spiritualità solida e attenta ai segni dei tempi; predicatori ardenti ed efficaci. Mi ha colpito poi la scelta vegetariana del nostro Santo, dovuta all'adesione al metodo Kneipp: vi rimase fedele costantemente e la incluse persino nelle prime Regole per le sue suore.

Come spesso accade, però, avevo un rischio ad attendermi: rendere il suo profilino una lista di opere e realizzazioni, a discapito della descrizione, per quanto possibile, del suo rapporto con Dio. Fortunatamente la biografia che avevo sottomano dava molto spazio anche a questo, nonché allo stile della sua predicazione.

Finita la prima stesura, la inviai a suor Maria Regina, chiedendole contemporaneamente di mandarmi qualche santino. Credo che quello sia stato il pacco più ricco che abbia mai ricevuto: conteneva anche una piccola teca-reliquiario, con tanto di autentica!

Quando ho preso in mano il sacchetto che la conteneva, ho creduto che contenesse un Rosario o, dopo averlo soppesato, un portachiavi. Appena ho visto il contenuto effettivo, sono caduta in ginocchio, commossa oltre ogni dire. L'ho collocato nell'angolo della preghiera dei miei genitori, appoggiato a una piccola icona della Sacra Famiglia. La scheda aggiornata, invece, è stata pubblicata il 10 maggio 2017.

Durante il primo lockdown, mentre leggevo di preti e suore morti per il coronavirus, ho scoperto che molte Suore Operaie erano tra di essi. Allora ho pensato d'inserire il loro fondatore nella serie di post su Santi legati al momento pandemico, ma poi ho desistito. Anche riferirlo all’Anno di San Giuseppe non sarebbe stato male, ma ho lasciato perdere anche in quel caso.

L'idea si è riaccesa quando ho visto un articolo della rubrica Confratelli d'Italia di Avvenire, dove Gianni Gennari presenta, con uno stile vivace e ben diverso dal mio, figure di preti italiani che hanno lasciato il segno a vario titolo; di alcuni è stata riconosciuta ufficialmente la santità di vita, di altri non lo è ancora, mentre di molti non lo sarà mai. A quel punto mi sono segnata che quest’anno cadeva il centodecimo anniversario del transito di sant'Arcangelo, impegnandomi a scrivere di lui per quell’occasione o per la memoria liturgica. Alla fine, come vedete, ho pubblicato nell'anniversario, anche se non tondo, della sua ordinazione sacerdotale.

Mi sono sentita ancora più motivata domenica 15 maggio, a Roma, quando mi sono quasi scontrata fisicamente, in piazza San Pietro, con una malcapitata Suora Operaia, che ho riconosciuto dalla caratteristica croce al collo (da un lato è raffigurato Gesù al lavoro con la scritta in latino «Col sudore della tua fronte ti guadagnerai il pane», dal libro della Genesi).

Suor Sara, questo il suo nome, della comunità di Roma, mi ha comunicato che a Milano il suo istituto non c’è più. Spero comunque che la gente del quartiere abbia imparato a voler bene a sant'Arcangelo e alle sue figlie.

 

Il suo Vangelo

 

Con la sua vita, sant'Arcangelo ha dimostrato che, quando si avvicina un sacerdote, non bisogna guardare ai suoi limiti fisici, ma al cuore della sua predicazione. Se tiene davvero al popolo, se si tiene in equilibrio tra modernità e tradizione, se della stola (fuor di metafora, dal Sacramento dell'Ordine) sa fare la propria forza e dalla Croce attinge la propria sapienza, allora molto sicuramente si ha di fronte un prete santo.

Se poi la sua eredità si traduce in un lascito permanente, specie se si tratta di una congregazione religiosa o di un’opera di carità o di entrambe le cose, è molto facile che tale santità venga anche riconosciuta (ci sono però le eccezioni che confermano la regola, come il Beato Mario Ciceri).

A lui è andata così, grazie alle Suore Operaie che hanno superato prima il rischio della fusione con le Ancelle della Carità di Brescia, poi quello di essere cancellate perché il loro stile di consacrazione sembrava troppo ardito. Al di là di questo, hanno potuto renderlo davvero un patrimonio al di là della loro realtà religiosa, conservando i suoi insegnamenti, come quello contenuto in questa frase:

Dio non vi chiede la fronte coronata di spine, ma che non disdegnate averla madida di sudore per la fatica; non le mani trafitte dai chiodi, ma incallite dal rude lavoro.

È un’espressione che vale non solo per le Suore Operaie, ma per tutti coloro che lavorano in modo onesto e dignitoso, contribuendo a onorare le fatiche che Gesù stesso ha vissuto, lavorando con mani d’uomo, come dice la Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II Gaudium et spes al numero 22.

 

Per saperne di più

 

Domenico Del Rio, Il tessitore di Dio – Storia di S. Arcangelo Tadini e delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, Opera San Francesco di Sales 2009, pp. 120, € 5,00.

Biografia uscita per la beatificazione e ristampata con gli aggiornamenti dovuti alla canonizzazione.

 

Massimiliano Taroni, Sant'Arcangelo Tadini - Parroco di Botticino Sera, fondatore delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, Velar – Elledici 2011, pp. 48, € 3,50.

Profilo sintetico e illustrato, che descrive sia la vita, sia la spiritualità.

 

Su Internet

 

Sito istituzionale delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth


Sezione su di lui del sito dell’Unità Pastorale di Botticino Sera

Pagina del sito della Congregazione delle Cause dei Santi, con le omelie per la beatificazione e per la canonizzazione


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