Don Luigi Monza, con la carità come orizzonte
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Chi è?
Luigi Monza nacque a Cislago, in provincia di Varese e diocesi di Milano, il 22 giugno 1898, quinto figlio di Giuseppe Monza e sua moglie Luisa. Frequentò l’oratorio e la parrocchia di Santa Maria Assunta, il cui parroco, don Luigi Vismara, l’indirizzò all’Istituto Salesiano di Penango Monferrato, ravvisando in lui i segni di una probabile vocazione sacerdotale.
Pochi mesi dopo,
però, dovette tornare a casa, perché suo padre si era gravemente ammalato;
sarebbe morto di lì a poco. Fu arruolato nell’Esercito italiano, dove, per
motivi di salute, ebbe incarichi nelle retrovie.
Don Vismara, al suo
ritorno, l’inviò al Collegio Villoresi di Monza, dove avrebbe potuto continuare
gli studi per il sacerdozio, che Luigi proseguì a Saronno, Gorla Minore e, per
gli ultimi quattro anni di Teologia, a Milano.
Fu ordinato sacerdote il 19 settembre 1925.
Il suo primo incarico fu quello di coadiutore (ovvero viceparroco incaricato
dell’oratorio) nella parrocchia di San Maurizio a Vedano Olona, dove entrò in
contrasto con le autorità fasciste. Il 17 luglio 1927 fu incarcerato e accusato
del tentato omicidio di un gerarca: scarcerato dopo quattro mesi, gli fu
ingiunto di non presentarsi più a Vedano.
Don Luigi venne quindi destinato alla
parrocchia di Santa Maria del Rosario a Milano, ma vi restò per pochi mesi: a
novembre 1928 ebbe il trasferimento nel santuario di Nostra Signora dei
Miracoli a Saronno. Lì diede vita a molte iniziative a favore dei giovani, ma
soprattutto curò la presenza nel confessionale. Fu proprio lì che, nel maggio 1933,
incontrò Clara Cucchi, trentacinquenne. Guidò lei e Maria Teresa Pitteri a una
forma di consacrazione secolare, insolita per i tempi.
Il 23 ottobre 1936 don Luigi fu nominato
parroco di San Giovanni alla Castagna, a Lecco. Diede un nuovo stile alle
realtà parrocchiali già esistenti e, in parallelo, continuò a seguire il nascente
Istituto delle Piccole Apostole della Carità, che nel frattempo aveva trovato
la prima casa a Vedano Olona.
Il loro fine, ovvero penetrare nella società
con la carità dei primi cristiani, trovò una precisazione nel 1946, quando il
professor Giuseppe Vercelli, amico di famiglia di Clara Cucchi, propose che lei
e le prime compagne si occupassero dei bambini che al tempo erano definiti “anormali
psichici”. Nacque allora La Nostra Famiglia, associazione con lo scopo di
assistere quei bambini e le loro famiglie.
Il 20 dicembre 1949 le Piccole Apostole della
Carità vennero canonicamente erette, diventando Istituto Secolare di diritto
diocesano il 18 gennaio 1950, a opera del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster,
arcivescovo di Milano (beatificato nel 1996).
Già malato di cuore, don Luigi ebbe un infarto
fatale il 28 agosto 1954. Si dispose quindi a morire bene e incoraggiò per l’ultima
volta le Piccole Apostole della Carità. Morì a Lecco il 29 settembre 1954.
Fu beatificato in piazza del Duomo a Milano
il 30 aprile 2006 insieme a monsignor Luigi Biraghi, fondatore delle Suore
Marcelline, nella Messa presieduta dal cardinal Dionigi Tettamanzi, arcivescovo
di Milano, mentre il Rito della Beatificazione fu tenuto dal cardinal José
Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, inviato di
papa Benedetto XVI.
I resti mortali del
Beato Luigi Monza sono venerati nella cappella della sede de La
Nostra Famiglia a Ponte Lambro, mentre la sua memoria liturgica ricorre
28 settembre, il giorno prima di quello in cui morì (perché il 29 è la
festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele).
Cosa c’entra con
me?
Don Luigi Monza era per me un completo sconosciuto, prima che tra gennaio e febbraio 2006 leggessi, sul sito della mia diocesi, la notizia della sua beatificazione. Tuttavia, non mi sentivo interessata ad approfondire la sua conoscenza, come invece avevo fatto, quasi subito, con monsignor Luigi Biraghi, che sarebbe stato beatificato appunto insieme a lui. Forse era perché non mi sentivo affine a un’opera di carità nei confronti di persone con disabilità, come la sua, sebbene conoscessi, almeno di nome e a differenza sua, quella di don Carlo Gnocchi, non ancora Beato al tempo.
Il 30 aprile 2006 ero presente anch’io in
piazza del Duomo, in quella che fu la prima beatificazione sul territorio
ambrosiano dopo le nuove Norme in materia. L’omelia del cardinal Dionigi
Tettamanzi, arcivescovo di Milano, lasciò veramente il segno: mi colpì
l’insistenza a fare della vita una “lettera dell’amore” come i due novelli
Beati.
Dopo la beatificazione mi ero procurata la
biografia ristampata per l’occasione e un’altra a fumetti, ma non ricordo
affatto le sensazioni e le impressioni che avevo provato, tranne una: quando
don Luigi invitava le prime Piccole Apostole della Carità a marcire come il
seme della parabola, unico modo per portare veramente frutto.
Parecchi anni dopo, mi sono ritrovata a
conoscere proprio una Piccola Apostola, incaricata di seguire la pastorale
giovanile in una delle parrocchie vicine a quella dove, nel frattempo, ero
andata ad abitare. Oltre a lei, ne avevo conosciuta un’altra più anziana, che
con lei viveva nella stessa parrocchia (mi pare che ora non abbiano più una
presenza lì, come Istituto).
Grazie a quella più giovane, unendomi a un
ritiro spirituale con i suoi giovani, ho potuto visitare Vedano Olona, la
primissima casa che don Luigi aveva scelto per le future consacrate: era il 29
marzo 2014, se non sbaglio.
Di quel ritiro ho un ricordo che, a
ripensarci, mi commuove: il don dell’oratorio che, proprio nei pressi di una
statua di don Luigi, apprezzava il fatto che io avessi a cuore i sacerdoti e i
seminaristi e mi chiedeva il perché di quell’interesse, ma allo stesso tempo mi
esortava a prendermi cura solo di quelli della mia parrocchia, o comunque di
quelli con cui avevo più a che fare.
Da quando ho aperto il blog, ho avuto varie
occasioni per poter scrivere di don Luigi, ma non sono mai riuscita a
concludere il post. Ci avevo pensato già il 18 maggio 2016, a giudicare dalla
data di creazione del file, riprendendo la bozza quattro anni dopo, ma senza
esito. Allo stesso modo, non avevo mai concluso la lettura della biografia che
avevo preso.
Un altro sprone mi era venuto quando avevo
conosciuto, nel corso del convegno La santità oggi all’Augustinianum di
Roma, due anni fa, proprio la Piccola Apostola che è vicepostulatrice della sua
causa. Anche quella volta, però, ho lasciato perdere, presa da altre questioni.
Ancora un altro mi era venuto dalle frequenti visite al santuario della Beata
Vergine dei Miracoli di Saronno, nelle quali ho sostato in preghiera accanto al
confessionale dove don Luigi confessava.
Solo pochi giorni fa mi sono ricordata che
ricorreva l’anniversario tondo, il settantesimo, della sua morte. Visto che da
un po’ non mi occupavo di un candidato agli altari della mia diocesi (vale a
dire morto sul territorio), ho pensato bene di rispolverare il libro, che
comunque avevo in bella vista in uno dei miei scaffali.
Ho quindi riconosciuto in lui le migliori
doti dei preti della mia terra: un cuore grande, anche se infragilito dalle
fatiche; il desiderio di compiere il maggior bene possibile con tutti i mezzi,
senza trascurare quelli più ordinari che arrivano dai Sacramenti; la capacità
di continuare a seguire la parrocchia senza tralasciare la nuova realtà che si
andava creando (però il cardinal Schuster, nella visita pastorale del 1952, lo
mise in guardia dal dividersi tra le due cose); infine, l’equilibrio tra
tradizione e modernità, ossia tra conservazione del buono che viene dalla
nostra storia e riflessione su come interpretare i tempi in cui ci si trova a
vivere.
Ho poi ammirato come lui avesse accolto le
richieste che erano arrivate alle Piccole Apostole della Carità, arrivando a
cambiare i mezzi con cui avrebbero attuato il loro fine specifico: dalla
gestione di case per ritiri ed Esercizi spirituali all’accoglienza di orfani e
bambini con disabilità.
Quasi mi dispiace di non aver molto di più da
dire, rispetto a come mi sono dilungata, invece, su molte altre figure. Avrei
voluto andare al convegno che si è svolto sabato scorso a Lecco, ma ho avuto
altri impegni che, tanto per cambiare, si sovrapponevano.
In realtà, ho ancora un piccolo elemento da
aggiungere. Leggendo varie biografie di Silvio Dissegna, dodicenne torinese
attualmente Venerabile, avevo appreso che il 24 settembre 1979, nelle stesse
ore in cui lui stava morendo per un tumore osseo, il Papa, san Giovanni Paolo
II, aveva ricevuto alcuni bambini malati e le loro famiglie.
Solo ultimamente ho scoperto che
quell’udienza non era a un gruppo genericamente indicato, ma a un
pellegrinaggio organizzato da La Nostra Famiglia: in quel testo sono espressi
concetti che sarebbero entrati nella Lettera apostolica Salvifici doloris,
cinque anni più tardi.
Il suo Vangelo
Il messaggio che il Beato Luigi trasmette ancora oggi, soprattutto tramite l’Istituto Secolare di cui non volle mai essere definito “fondatore” (quindi etichetto il post nella categoria “Fondatori e Fondatrici” solo per comodità) e La Nostra Famiglia (ma, come ho scoperto solo pochi giorni fa, sono molte di più le realtà che a lui s’ispirano), è che i cristiani possono ancora incidere nella società, anche se i tempi cambiano di continuo.
Il segreto è saper vivere come i primi
credenti, ma non con una nostalgia acida che impedisce d’interpretare le sfide
contemporanee: allora come ora, è il comandamento dell’amore a dover animare le
scelte, anche e soprattutto quando amare costa.
Moltissime sono state le occasioni in cui don
Luigi ha ricordato il primato della carità, anche a quanti erano già impegnati
in tal senso, come le signore delle Conferenze di San Vincenzo. Le incoraggiò
in questi termini:
Prodigatevi
nell’amare il prossimo per amore di Dio. L’amore di Dio è completo solo se
abbinato all’amore del prossimo. È infatti assurdo amare Dio se si odia chi Lui
ama, e Dio ama tutti.
Avendo l’amore per il prossimo e l’amore di
Dio come orizzonte, don Luigi veramente parla ancora, soprattutto a quanti si
stanno muovendo perché, anche nella catechesi, chi vive la disabilità non sia
lasciato indietro.
Per saperne di più
Ennio Apeciti, Dare la vita. Biografia del Beato don Luigi Monza, Centro Ambrosiano 2006, pp. 128, € 8,00.
Biografia già edita
nel 1998, riproposta aggiornata per la beatificazione.
La Nostra Famiglia, Don Luigi ci parla – Frammenti e riflessioni
per i più intimi, Edizioni San Paolo 2002, pp. 128, € 8,00.
Appunti di interventi di don Luigi (al tempo della pubblicazione,
ancora Servo di Dio), editi già nel 1973 ma solo per le Piccole Apostole della
Carità.
Luigi Monza, Lettere, Ancora 2011, pp. 352,
€ 17,00.
La raccolta integrale e in edizione critica
delle lettere di don Luigi alle Piccole Apostole della Carità, a sacerdoti e ad
altre persone.
Renzo Maggi, Maria
Grazia Grambassi, Francesca Aondio, Un prete un amico. Biografia di don
Luigi Monza, Centro Ambrosiano 2000, pp. 68, € 5,16.
Biografia a fumetti
per ragazzi e non solo.
Su Internet
Sito ufficiale dedicato a lui
Sito de La Nostra Famiglia e delle sue case in Italia e all’estero
Pagina su di lui nel sito del Dicastero delle Cause dei Santi, con una breve
biografia e l’omelia della beatificazione
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