La biblioteca di Testimoniando #27: «Last Christmas (e le altre)»
Non c’è Natale senza musica: lo dimostrano i concerti, dei più disparati stili, che si sono succeduti in questi giorni, e l’impegno di tanti cori, che nemmeno le restrizioni anti-Covid hanno potuto fermare (come si vede nell’ultima puntata della mia rassegna di cori virtuali).
A ben vedere, è così sin dal primo Natale, quando il canto degli angeli ha iniziato a riecheggiare nelle parole dei pastori, che andarono via dal luogo dove Maria, Giuseppe e il bambino Gesù avevano trovato alloggio «glorificando e lodando Dio per l’accaduto», il che mi appare quasi una parafrasi del Gloria angelico.
Dev’essere per questa ragione che, nei secoli, sono state create composizioni musicali che esaltassero gli aspetti festosi del Natale, in modo più o meno volontario, o che sottolineassero i contenuti di fede di questa solennità.
Ogni canzone, però, ha una sua storia e viene dopo esperienze di vario tipo. Neanche le canzoni di Natale fanno eccezione, come viene descritto nel libro che recensisco oggi.
In sintesi
Last Christmas (e le altre) è un insieme di dieci racconti, ciascuno dei quali porta il titolo di una canzone di Natale. Ogni canzone, secondo un artificio letterario, è presentata dal proprio autore, che la racconta e si racconta in prima persona, parlando dall’altra vita a chi è ancora su questa terra (tranne nel caso di José Feliciano, autore di Feliz Navidad, che è ancora vivente).
L’ordine dei racconti è cronologico: si va da Joy to the world, datata 1719 e avente come autore Isaac Watts, a Last Christmas degli Wham!, del 1984. Sono equamente divisi: cinque parlano di canti religiosi, i quali, curiosamente, sono anche i più antichi, mentre gli altri cinque di canzoni profane.
Agli autori sono messe in bocca, molto spesso, espressioni della loro lingua natia: è il caso di sant’Alfonso Maria de Liguori – al quale avevo dedicato un post il 31 luglio dello scorso anno – che parla di sé e di Tu scendi dalle stelle usando espressioni del dialetto napoletano (del resto, è stato definito «il più napoletano dei santi, il più santo dei napoletani») o di Placide Cappeau, francese, autore principale di Minuit, Chrétiens.
Nelle loro vicende ci sono velati, ma non troppo, riferimenti all’attualità: molti di essi sono vissuti in tempi di guerra o di conflitti interreligiosi, oppure hanno avuto problemi di lavoro, risolti grazie alla musica.
Colpisce vedere che alcune di queste canzoni, alle origini, avessero poco a che fare con il Natale. Vale anche per i brani religiosi: Joy to the world non sottolinea tanto la gioia del mondo per la nascita del Redentore, ma è una libera parafrasi del Salmo 98 (97), tratta dalla raccolta The Psalms of David imitated in the Language of New Testament.
Al termine di ogni racconto si trova il testo del canto o della canzone, spesso con le varianti indicate in nota, corredato da un QR Code che rimanda a un’esecuzione o alla versione originale su YouTube, della quale è riportato anche il link per esteso. L’ideale è leggere una prima volta il racconto, poi accedere al video e rileggere il capitolo relativo ascoltando la canzone.
Non penso sia stato scelto a caso il titolo generale del libro: Last Christmas ha avuto, negli ultimi anni, una riscoperta tramite il gioco del Whamageddon. Per farla breve, consiste nel trascorrere i giorni dal 1° al 24 dicembre (fino alla mezzanotte del 25) evitando di ascoltare, neanche per caso, ad esempio entrando in un negozio (ma so che, ultimamente, ce ne sono alcuni che invitano a entrare tranquillamente, tanto non la metteranno nei loro brani di sottofondo) proprio quella canzone, rigorosamente in versione originale.
Se succede, ovvero, se si “finisce nel Whamhalla” (gioco di parole tra il nome del gruppo musicale e il Valhalla, il paradiso della mitologia norrena), bisogna indicarlo sui social media usando l’apposito hashtag.
L’autore
Enzo Romeo (Siderno, 1959) è caporedattore e vaticanista del TG2. Questo non è il suo primo libro con l’editrice Àncora: ha infatti pubblicato Come funziona il Vaticano, un piccolo vademecum che le recenti riforme hanno, però, reso datato, e Le tabelline di Dio, descrizione dei brani scritturistici dove i numeri hanno grande importanza.
Collabora anche con il mensile Jesus e con il settimanale Credere, entrambi dei Periodici San Paolo. In particolare, ammiro la sua capacità, ben superiore alla mia, di trovare collegamenti tra i Santi (a volte ha scelto anche qualche Beato) e l’attualità nella sua rubrica Santi per il giorno d’oggi, che compare sull’ultima pagina di Credere.
Consigliato a...
Dato che il libro non parla solo di canti e di autori religiosi, ragione per cui l’ho comunque inserito tra i testi che sento di consigliare, ha come destinatari tutti coloro che amano la musica e gli aneddoti che sottostanno alla creazione delle canzoni.
Credo, però, che possano apprezzarlo in diversa misura quanti, come me, sono impegnati nell’animazione musicale, liturgica e non. In questo modo, possono capire meglio il senso che sta dietro i canti che vengono eseguiti nelle nostre chiese.
Questo post costituisce anche l’occasione per rivolgere a tutti voi lettori, più o meno occasionali, i miei auguri di buon Natale, gli stessi che ho sovente rivolto eseguendo alcuni dei brani raccontati in questo libro.
Enzo Romeo, Last Christmas (e le altre) – Le storie delle più famose canzoni di Natale, Àncora 2022, pp. 160, € 17,00.
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