Una lettera per Babbo Natale, dieci anni dopo (Le 5 cose più #29) (Corona d’Avvento dei Testimoni 2022 #2)

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Dieci anni fa, più o meno, avevo iniziato la prima Corona d’Avvento dei Testimoni promettendo che avrei trattato certi personaggi. Alla fine, però, avevo finito col venire meno a quella programmazione. Credevo di aver imparato, ma sono allo stesso livello, essenzialmente perché alcuni impegni domestici mi hanno impedito di scrivere con calma.

Provo a recuperare tornando con la memoria proprio alla seconda settimana dell’Avvento di Rito Romano di dieci anni fa, al post in cui avevo ripreso un meme rilanciato dalla collega Lucia Graziano di Una penna spuntata: scrivere una lettera a Babbo Natale, che contenesse dei regali che ciascun lettore potesse farmi.

Dopo tutto questo tempo, cosa è cambiato e cosa sento di dover desiderare ancora?

 

* * *

 

Caro Babbo Natale,

 

neanche quest’anno mi sembra andato male. Ho fatto molti progressi, anche se i miei sogni non si sono realizzati ancora tutti. Se vorrai aiutarmi, ecco cinque cose che vorrei tanto ricevere.

 

1) Qualche “Mi piace” in più

 

Sono consapevole di avere scelto un argomento molto di settore su cui bloggare, fin dai miei esordi, e che avere un credito maggiore sul web mi sia parecchio difficile. Però ogni tanto vorrei avere qualche considerazione maggiore rispetto a quelle che già mi sono arrivate.

Segnala quindi i social di questo blog (Facebook e Instagram) a quanti pensi che potrebbero essere interessati dai temi che tratto.

 

2) Conoscere qualche Testimone nuovo


Anche dieci anni fa era il secondo punto della mia lista di regali. Effettivamente non ne ho mai abbastanza e, grazie ai miei cinque lettori di manzoniana memoria, mi sono arrivate altre storie da raccontare.

Spero di conoscerne ancora altre, così da poter capire quale legame possa avere con i loro protagonisti. Chi volesse segnalarmele può farlo sempre tramite i miei social.

 

3) Libri, libri e ancora libri


L’aspettativa che avevo dieci anni fa, ossia «riempire la mia nuova abitazione di altri volumi, soprattutto di storie ecclesiastiche», si è realizzata ben oltre la mia immaginazione. Anche la già citata Lucia ha contribuito, inviandomi un suo piccolo libro sul colera e un altro, di cui invece possedeva plurime copie, che mi è servito per il
post su san Riccardo Pampuri. Benché mi senta chiamata a una maggiore sobrietà, sento di poter fare ancora spazio per qualche altro volume.

Di conseguenza, se chi mi legge avesse copie avanzate di quel libro fatto stampare per il centenario della propria parrocchia, per l’anniversario della morte di qualche sacerdote o personaggio importante o non sa più dove piazzare i pacchi di opuscoli sul fondatore o la fondatrice di alcune suore che conosce, che loro gli o le hanno generosamente regalato, può mandarmele dopo avermi scritto per e-mail di cosa si tratta. Per fare prima, riporto qui l’indirizzo: testimoniandoblog [chiocciola] gmail [punto] com (ovviamente sostituite i simboli relativi alle parole tra parentesi quadre).

 

4) Consigli di stile

 

Dieci anni fa, al punto 4, avevo collocato “Consigli di resistenza parrocchiale”. Nella comunità dove vivo ora me la passo molto bene: sono stata ampiamente accolta e non ho tardato a mettere a disposizione quelle che ritengo essere le mie doti migliori.

Adesso, invece, sento di dover chiedere qualche consiglio a chi mi legge. Sono troppo prolissa? La mia sintassi lascia a desiderare? Devo usare periodi più lunghi o più corti? Se migliorerò nel mio modo di espormi, anche le storie che racconto circoleranno meglio.

 

5) Non prendere più abbagli

 

Mi sono resa conto che, nei dieci anni di vita di Testimoniando, mi sono lasciata illudere da testimonianze di persone viventi che sembravano promettere molto bene, o di persone appena decedute, ma già considerate esemplari. In almeno tre casi, purtroppo, ho poi scoperto di essermi sbagliata, o di essermi lasciata ingannare da persone che avevano una doppia vita.

Eppure vorrei provare a raccontare ancora di Testimoni di oggi, di persone vive accanto a me che riflettono qualche aspetto di Dio (perché è questo che sono davvero i famosi “santi della porta accanto”). Non solo per non annoiare i lettori che altrimenti leggerebbero solo di gente morta, ma anche per continuare a sperare nel prossimo, nella sincerità delle vocazioni, nella gioia trasmessa da tanti credenti.

 

Spero che potrai aiutarmi, realizzando questi desideri e altri che non oso affidare alla Rete virtuale, nei modi più concreti che tu solo conosci.

 

Con affetto nel Signore,

 

Emilia

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