Madre Maria di Gesù Deluil-Martiny, offerta per amore del Cuore di Gesù

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Chi è?

 

Marie Deluil-Martiny nacque a Marsiglia, in Francia, il 28 maggio 1841, primogenita dei cinque figli di Paul Deluil-Martiny, avvocato e assessore comunale, e di Anaïs-Marie-Françoise de Solliers. Studiò privatamente, tanto da imparare il latino a otto anni, seguendo le stesse lezioni impartite a suo fratello Jules.

Nell’imminenza della Prima Comunione, fu affidata dai genitori all’educandato delle monache della Visitazione a Marsiglia. Il 22 dicembre 1853 ricevette per la prima volta l’Eucaristia, mentre il 29 gennaio 1854 le fu amministrata la Cresima dal vescovo di Marsiglia, monsignor Eugène de Mazenod, futuro fondatore degli Oblati di Maria Immacolata (canonizzato nel 1995).

Completò la sua formazione nel collegio de La Ferrandière a Lione, tenuto dalle suore della Società del Sacro Cuore di Gesù, dove già studiava la sorella Amélie. Prima di tornare a casa, compì un ritiro spirituale, nel quale comprese di essere chiamata da Dio alla vita religiosa.

Rimasta affranta per una serie di lutti familiari, conobbe l’associazione della Guardia d’Onore al Sacro Cuore di Gesù, ideata da suor Maria del Sacro Cuore, al secolo Constance Bernaud, della  Visitazione di Bourg-en-Bresse, per invitare i fedeli a offrire un’ora della propria giornata in unione al Cuore di Gesù. Marie intrattenne con lei un lungo rapporto epistolare e divenne la prima zelatrice (ossia propagatrice) della Guardia d’Onore.

Aiutata dal gesuita padre Jean Calage, riconobbe di non dover entrare nell’Ordine della Visitazione, ma di fondare un Istituto religioso di vita contemplativa, che praticasse l’Adorazione Eucaristica perpetua e riparatrice, soprattutto per i sacerdoti. Il 1° settembre 1867 emise il voto di verginità perpetua.

Dopo aver affrontato molti problemi, anche di natura finanziaria, e sostenuto i suoi genitori rimasti soli, Marie poté compiere il suo desiderio. Ottenuto l’appoggio di monsignor Oswald Van den Berghe, si trasferì a Berchem, sobborgo di Anversa in Belgio, dove il 20 giugno 1873 compì la vestizione religiosa: da allora fu madre Maria di Gesù, prima superiora delle Figlie del Cuore di Gesù, inizialmente in quattro lei compresa. Vennero poi aperte altre case, compresa una a La Servianne presso Marsiglia, l’antica dimora della sua famiglia da parte di madre.

Il 27 febbraio 1884, Mercoledì delle Ceneri, poco dopo l’una del pomeriggio, madre Maria di Gesù e la sua vicaria, madre Maria Elisa di Gesù, passeggiando nel parco de La Servianne, vennero aggredite da Louis Chave, l’aiutante giardiniere del monastero, riapparso dopo quattro giorni di assenza. Il giovane puntò la rivoltella alla gola della fondatrice, sparando due colpi, poi mirò all’altra suora. Altre due religiose, che camminavano davanti a loro, le soccorsero e le riportarono nel monastero. Madre Elisa sopravvisse, mentre la fondatrice si spense pochi istanti dopo, perdonando il suo aggressore.

La sua causa di beatificazione si svolse inizialmente nella diocesi di Malines, sotto la quale cade Berchem, con processi rogatoriali a Marsiglia, Torino e Lione. Madre Maria di Gesù fu beatificata il 22 ottobre 1989 nella basilica di San Pietro a Roma. La sua memoria liturgica venne fissata al 27 febbraio, giorno della sua nascita al Cielo.

I suoi resti mortali, che nello stesso 1989 erano stati traslati nel monastero del Sacro Cuore a Berchem, dal 2013 sono venerati in quello di Roma, in via dei Villini 34.

 

Cosa c’entra con me?

 

Nel 2007 mi procurai l’opuscolo sull’Adorazione Eucaristica per i sacerdoti e la maternità spirituale edito dalla Congregazione per il Clero. Lì lessi della fine tragica di madre Maria di Gesù: m’impressionò tantissimo, insieme all’offerta della sua morte per l’Opera nascente.

Per questo, quando due anni dopo uscì una sua piccola biografia, la presi subito. Rimasi colpita, in quel caso, da quel che le disse, quando lei aveva diciassette anni, il Santo Curato d’Ars, ovvero che avrebbe dovuto recitare molti Veni Sancte Spiritus prima di capire la sua strada. Pensavo che quell’espressione facesse anche al caso mio e che non valesse come scorciatoia (perché “chi canta, prega due volte”) cantare quell’inno nella versione musicata da Beppe Cantarelli durante i concerti-meditazione del Gruppo Shekinah, di cui faccio parte ancora oggi.

Grazie al professor Paolo Risso, che ha un affetto speciale per lei, ho ottenuto tutti i libri da lui scritti su madre Maria di Gesù, compreso uno, L’Eucaristia al centro, che mi fece toccare con mano la rete di santità che univa ben nove personaggi, lei compresa.

Scrissi poi alle suore del monastero di Venezia Lido (un tempo erano presenti a Milano, presso la Certosa di Garegnano), le quali mi risposero inviandomi altro materiale, ma anche credendo che mi sentissi orientata alla vita claustrale. Pur avendo un’alta stima per il loro genere di vita, risposi di no: mi ero appena laureata e sentivo di dover anzitutto trovare un lavoro vero.

Leggendo ancora il libretto, mi ricordai che avevo sentito già parlare di madre Maria di Gesù in un libro su suor Maria del Sacro Cuore, che avevo trovato nella chiesa del monastero della Visitazione di Milano. In quel caso, mi ero sentita affine a lei per l’intraprendenza con cui aveva diffuso la Guardia d’Onore al Sacro Cuore di Gesù. Anche a me, infatti, quando scopro qualche iniziativa meritevole o qualche figura speciale, viene naturale comunicarla ad altri con tutti i mezzi, compresa la distribuzione di santini o di opuscoli.

Più o meno nello stesso periodo, conobbi la Congregazione di Gesù Sacerdote e l’Istituto delle Figlie del Cuore di Gesù, fondati da padre Mario Venturini. L’origine di quell’opera veniva proprio da una donna, Beatrice Di Rorai, che era stata per breve tempo nel monastero di via dei Villini a Roma, ma ne era uscita per ragioni di salute. Bice, com’era soprannominata, era diretta spiritualmente da padre Mario, all’epoca ancora sacerdote diocesano, ma molto spesso era lei a guidarlo, comunicandogli le proprie intuizioni. La “Prima Idea” di quella nuova opera venne proprio da un suggerimento che lei gli diede: che il maggior dolore provato da Gesù nel Getsemani era causato dall’abbandono dei suoi prediletti, ossia dei sacerdoti.

Non ho più dimenticato madre Maria di Gesù, per cui sono stata molto felice di scoprire che TV 2000 avrebbe trasmesso un docufilm, Troverai un cuore – Una vita perduta in Dio, a lei dedicato, prodotto da Mediterranea Productions. Lo appresi durante la trasmissione di Bel tempo si spera andata in onda il 27 febbraio 2018, che riporto qui sotto. In quella stessa circostanza venni a sapere che il monastero di via dei Villini era stato riaperto e che là erano state traslate le reliquie della fondatrice.

Scrissi di nuovo alle suore, stavolta di Roma, per ottenere altre immaginette e le più recenti pubblicazioni. Allo stesso tempo, avevo un quesito da porre loro: come mai madre Maria di Gesù, in tutti i libri che avevo letto, venisse qualificata come “martire”, ma il Martirologio Romano la indicava come “vergine” e basta. Più o meno com’era successo per sant’Agostina Livia Pietrantoni, di cui raccontavo qui.

In effetti, per beatificarla era stata scelta la via delle virtù eroiche ed era stato riconosciuto un miracolo per sua intercessione: la guarigione di Giuliana Callewaert da un’ulcera della seconda porzione del duodeno, avvenuta l’8 novembre 1926. Mi sembrava pertanto un’espressione fuorviante e non corrispondente a quanto l’autorità della Chiesa aveva stabilito.

Non ottenni risposta a quella domanda, perciò mi accontentai del dato di fatto e di precisare, nel post che avevo in animo di scrivere (ci sono riuscita solo ora), che il cammino verso la beatificazione era andato così.

In effetti, dalla lettera che l’aggressore aveva inviato al giornale L’Hydre anarchiste, non sembra emergere l’odio contro le religiose viste come esponenti della Chiesa, bensì come membri della borghesia, mentre le suore di ceto proletario finivano per fare loro da domestiche, secondo la sua interpretazione.

 

Il suo Vangelo

 

La parola più vissuta da madre Maria di Gesù, diventata il suo modo di vivere il Vangelo, è senza dubbio “offerta”, o il suo sinonimo “oblazione”. Già tra i quattordici e i quindici anni, con alcune compagne di educandato, aveva fondato una sorta di ordine religioso in miniatura, con tanto di regole; il nome era proprio Oblate di Maria. Le monache visitandine, preoccupate per uno zelo simile, le chiesero di sciogliere quella società.

Non per questo accantonò il suo desiderio di offrirsi a Dio e di unirsi all’offerta perpetuata durante le Messe in tutto il mondo. Lo visse anzitutto aderendo alla Guardia d’Onore e lo trasmise a quanti convinse ad associarsi a quell’iniziativa. Sul piano personale, lo maturò sempre più profondamente, sotto la guida di padre Calage. Le sue ultime parole, «Per l’Opera», ebbero il carattere di una donazione estrema, anche se, come abbiamo visto, non è stata considerata martirio.

Offrirsi era, per lei e per le compagne che l’affiancarono, l’unica risposta di fronte a un mondo che sembrava voler fare a meno di Dio, anche tramite società segrete che avevano l’intento di allontanare gli uomini dalla Chiesa. Il loro amore, invece, doveva essere molto più ampio dei piani massonici.

La lettera circolare dell’8 dicembre 1882, scritta quasi dieci anni dopo l’inizio della nuova comunità religiosa, ha carattere programmatico in questo senso. In essa, la fondatrice analizza la situazione storico-religiosa della sua epoca, ma non per questo si lamenta né invita le consorelle a deprimersi:

Modesti operai di questa grande opera, lavoriamo nel silenzio e nella speranza. Preghiamo: è la condizione del successo; ripariamo, perché il dolore supremo è di vedere Dio oltraggiato e bestemmiato; soffriamo, lottiamo, moriamo, se occorre, sicure che lassù la Provvidenza veglia, l'Onnipotenza di Dio ci assiste e riuscirà vittoriosa...

In una situazione comunque ostile alla Chiesa, la Beata Maria di Gesù Deluil-Martiny seppe coinvolgere moltissimi ad amare il Sacro Cuore. Vale anche per i nostri tempi, nei quali il Suo Amore è comunque e sempre all’opera, solo che non tutti se ne accorgono.

 

Per saperne di più

 

Massimiliano Taroni, Beata Maria di Gesù Deluil-Martiny – Fondatrice delle Figlie del Cuore di Gesù, Velar-Elledici 2009, pp. 48, € 3,50.

Biografia sintetica e illustrata.

 

Paolo Risso, La mia vocazione è di consolare il Suo Cuore, Velar 2015, pp. 48, € 3,00.

Un’altra sintesi biografica, aggiornata alla traslazione delle reliquie a Roma e allo sviluppo della congregazione. Va idealmente a integrare La mia vita nel Tuo Cuore, dello stesso autore (visualizzabile qui)

 

Maria di Gesù Deluil-Martiny (a cura di Paolo Risso), Non avere che un amore: Gesù, pp. 144, € 5,00.

Estratti dal suo diario spirituale dal 1867 al 1873.

 

A cura di Massimiliano Taroni e delle Figlie del Cuore di Gesù, Nel mistero dell’Eucaristia – Adorazione Eucaristica con la Beata Maria di Gesù Deluil-Martiny, Velar 2017, pp. 32, € 2,00.

Una traccia per l’Adorazione Eucaristica, che comprende anche alcuni brani dalle lettere.

 

Su Internet

 

Sito del monastero di Venezia

Blog con citazioni degli scritti

Sito a cura di un aderente all’associazione Oblazione con Cristo, erede del progetto con cui madre Maria di Gesù voleva unire i fedeli laici alla missione riparatrice del suo Istituto

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