Suor Caterina Labouré, segno umile della vicinanza della Madonna

L'unica fotografia nota di santa Caterina,
risalente a poco prima della sua morte (fonte)

Chi è?

 

Catherine Labouré nacque il 2 maggio 1806 a Fain-lès-Moutiers, in Borgogna, figlia di Pierre Labouré e Madeleine Gontard. In casa però la chiamavano Zoë, in quanto il 2 maggio è ricordata (anche dall’attuale Martirologio Romano) la famiglia di martiri composta dai santi Espero e Zoe e dai loro figli, i santi Ciriaco e Teodulo (altre fonti affermano che Zoë fosse il suo nome di Battesimo).

A nove anni, il 9 ottobre 1815, perse la madre, segnata dalle fatiche domestiche e dalle numerose gravidanze: diciassette, ma erano rimasti in vita dieci figli; lei era la nona. Il padre decise di disperdere i figli: Catherine e la sorella Tonine vennero quindi affidate alla zia Marguerite e a suo marito Antoine Jeanrot; la prima tornò a casa due anni dopo.

Il 25 gennaio 1818, Catherine fece la prima comunione nella chiesa di Moutiers-Saint-Jean: da allora, come notarono i familiari, la sua vita ebbe un’impronta diversa. Trascorreva le sue giornate nella cura della fattoria familiare, ma dedicava anche molto spazio alla preghiera e compiva atti di penitenza. Molto spesso visitava i malati e gli anziani del paese e si accostava di frequente alla Comunione, partecipando alla Messa tutti i giorni prima d’iniziare a lavorare.

Era diventata di fatto la responsabile del governo della casa, anche perché la sorella maggiore Marie-Louise era partita per entrare tra le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. A circa diciott’anni, dichiarò di voler fare come lei. Il padre cercò di sconsigliarla, mandandola a Parigi presso uno zio, rimasto vedovo, come cuoca e cameriera nella trattoria dai lui gestita. Quando lo zio si risposò, ripresentò la richiesta: il padre, quindi, le diede il proprio benestare.

Nel 1830, Catherine fece il suo ingresso nel postulandato di rue de la Juiverie a Parigi, passando, dal 22 aprile dello stesso anno, al noviziato (o Seminario, nel lessico vincenziano) di rue du Bac 132, Casa madre delle Figlie della Carità. Come aveva fatto in casa propria, impiegava tutte le proprie forze nei servizi che le erano affidati e, allo stesso tempo, intensificava la propria preghiera.

Nel 1831, dopo aver terminato il noviziato, fu inviata all’Ospizio d’Enghien, sempre a Parigi, fatto costruire dalla duchessa di Borbone per l’assistenza ai malati anziani e poveri. Trattò con gentilezza i ricoverati, visitando abitualmente i moribondi, presso i quali vegliava. Morì il 31 dicembre 1876, dopo quarantasei anni di servizio.

Solo in seguito alla sua morte si venne a sapere che, nel tempo del noviziato, aveva avuto rivelazioni private, visioni e apparizioni di Cristo e della Madonna. In particolare, il 27 novembre 1830 aveva ricevuto il compito di far coniare una medaglia secondo un modello che le era apparso e di diffonderla. Il suo confessore, padre Jean Marie Aladel, fece produrre i primi esemplari della medaglia nel 1832, con l’approvazione ecclesiastica. A causa delle grazie speciali che venivano collegate a quel piccolo oggetto, esso venne presto chiamato “Medaglia Miracolosa”.

Suor Catherine fu beatificata il 22 maggio 1933 da papa Pio XI e canonizzata il 27 luglio 1947 dal Venerabile papa Pio XII. I suoi resti mortali sono venerati dall’anno della beatificazione nella cappella della Casa madre delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, in rue du Bac 140 a Parigi; precisamente, al lato destro dell’altare, ai piedi della statua della Vergine col globo,  ovvero uno dei modi con cui la Madonna le si era manifestata.

Il Martirologio Romano la commemora il 31 dicembre, giorno della sua nascita al Cielo, ma per la Famiglia Vincenziana la sua memoria liturgica cade il 28 novembre, il giorno seguente l’anniversario della seconda apparizione della Madonna della Medaglia Miracolosa.

 

Cosa c’entra con me?

 

Nella mia parrocchia di nascita, fino a poco meno di vent’anni fa, c’era una comunità di Figlie della Carità vincenziane. Si occupavano dell’oratorio femminile, ma anche dell’assistenza domiciliare ai malati. Anzi, posso dire che il mio primo approccio con le realtà oratoriane sia avvenuto proprio grazie a una di loro, che si chiamava (in religione) suor Caterina.

Ogni anno, a ridosso del 27 novembre, non mancava di distribuire a piene mani esemplari della Medaglia Miracolosa. Era lo stesso tondo argentato che vedevo pendere al collo di un bambino effigiato, in una statua collocata in una delle sale dell’oratorio, ai piedi di un sacerdote vestito di nero, che solo molti anni dopo avrei riconosciuto come san Vincenzo de’ Paoli. Ora che ci penso, anche a santa Caterina accadde qualcosa del genere, solo che il suo futuro fondatore le apparve in sogno.

Volevo molto bene a suor Caterina e credo che anche lei ne volesse a me, sebbene cercasse di frenare le mie intemperanze e i miei interventi durante l’omelia nella Messa dei bambini (so che è sbagliato che l’omelia sia fatta a domande e risposte, ma da me si usava così, quand’ero piccola). Quando ho ricevuto la Prima Comunione, prima che andassi a casa, mi chiese di venire con lei nella segreteria dell’oratorio. Mi diede un piccolo quadro della Vergine “dei raggi” (ossia la seconda modalità in cui apparve il 27 novembre 1830), affermando che non l’aveva dato a nessun’altra bambina. Quello fu uno dei regali più belli che avessi ricevuto in quella circostanza, insieme – lo ammetto – a un televisore tutto per me.

Dopo di lei arrivò suor Bruna, alla quale sento di attribuire un’iniziativa che, per la prima volta, mi collegò a santa Caterina. Un anno allestì una sorta di mostra, con delle immagini ricavate da delle diapositive. A me e alle altre ragazzine spiegò la storia della sua consorella, della quale mi colpirono due aspetti.

Il primo fu quello per cui, appena rimasta orfana, Caterina proclamò che la Madonna sarebbe stata la sua nuova madre, abbracciandone una statua che aveva in casa. Il secondo fu che lei aveva tenuto segrete le visioni e le apparizioni, raccontandole solo al padre spirituale, il quale, d’altro canto, aveva fatto coniare i primi esemplari della Medaglia senza raccontare la storia che c’era dietro.

Nel corso degli anni ho sempre avuto in gran considerazione la Medaglia Miracolosa, soprattutto dopo i racconti delle suore e la loro partenza dalla mia vecchia comunità. Non la porto addosso per una ragione che potrà sembrare strana, ma dalla quale sento di dovermi correggere: trovo ipocrita indossare medaglie e sacramentali vari se poi, in realtà, commetto colpe più o meno gravi.

In compenso, ne ho acquistate parecchie, ponendole come aggiunta alle corone del Rosario che realizzo, se fatte interamente di cordoncino. Quando invece le confeziono mettendo le parti in metallo, non disdegno di usare la crociera (la parte centrale della corona) che riprende o la Madonna con i raggi, o l’ovale della Medaglia, fronte e retro. Ho anche avuto la mezza idea di disseminarne alcune nel terreno dove si sta costruendo, a fatica, una chiesa non lontano da casa mia, ma anche vicino al nuovo oratorio della mia parrocchia.

Purtroppo ho avuto modo di constatare, specie con la diffusione dei siti Internet, che non sempre si raccontano con esattezza le apparizioni ricevute da santa Caterina e si diffondono teorie allarmistiche riguardo la presunta distorsione dei simboli riportati sulla Medaglia.

Ne ho avuto notizia la prima volta incrociando, il 26 maggio 2016, alcune signore della parrocchia milanese della Medaglia Miracolosa. Dopo aver indicato loro quale fosse l’autobus giusto per raggiungere la chiesa da cui sarebbe partita la processione cittadina del Corpus Domini, mi ringraziarono donandomi un cartoncino con l’immagine della Madonna e della Medaglia, che era presente anche in forma concreta, legata al santino con un filo azzurro.

Precisarono, subito dopo, che quella era l’autentica Medaglia, non le altre che circolano in giro. Giustamente preoccupata, l’ho confrontata con altri esemplari che avevo. In effetti, differivano per la posizione delle stelle e per le punte delle stesse.

Non sto qui a elencare i siti che riportano questa teoria, perché, come ho avuto modo di appurare, è quasi una “bufala di Chiesa”. In effetti, leggendo i resoconti di santa Caterina, non si parla della presenza delle stelle. Padre Aladel invece le giustifica, ma non precisa se debbano avere cinque o sei punte, e neppure parla di come disporle attorno all’ovale del quadro. Così mi ha confermato anche un commesso di una delle mie librerie cattoliche di fiducia, che è anche un attento lettore di questo blog. Sta di fatto, però, che i produttori di articoli religiosi hanno dovuto tenere da conto questa diceria, rifacendo le Medaglie né più né meno di come avevano dovuto realizzare in modo nuovo le corone del Rosario di plastica.

Poco più di un anno dopo da quell’incontro, ho comprato un libro in cui si raccontavano anche le altre visioni di santa Caterina e i messaggi che aveva ricevuto, senza però prescindere dall’impianto biografico. Poco dopo, approfittando di alcuni fondi di magazzino, ho preso un altro libretto su di lei. In ogni caso, grazie a quelle letture ho capito che la Vergine ha voluto che la giovane novizia non fosse avulsa dai problemi della società civile del tempo: di lì a poco, in Francia sarebbe caduta la monarchia, si sarebbe instaurata la Comune e perfino il vescovo di Parigi sarebbe stato ucciso.

All’inizio di questo mese, mi è capitato di leggere che il Papa avrebbe benedetto un’immagine della Madonna “dei raggi” che avrebbe peregrinato per tutta l’Italia, compatibilmente con le norme previste dall’emergenza sanitaria. L’iniziativa è stata promossa dai padri Vincenziani in occasione del centonovantesimo anniversario delle apparizioni in Rue du Bac, compresa quella in cui santa Caterina ricevette il compito di far coniare la Medaglia.

Dopotutto, secondo quanto ho letto, l’appellativo “Miracolosa” fu attribuito  proprio dopo un’epidemia di colera, nella quale le Figlie della Carità diedero il loro contributo infermieristico e non solo. I figli di san Vincenzo devono aver ravvisato un parallelismo con la situazione attuale, raccomandando di ricorrere alla Madonna proprio come lei stessa aveva indicato in quell’invocazione che, dopo le apparizioni di rue du Bac, è diventata ancora più nota.

 

Il suo Vangelo

 

Il modo d’incarnare il Vangelo da parte di santa Caterina mi sembra rientrare nella linea della riserva escatologica, ossia di quegli episodi in cui Gesù guarisce i malati, ma al tempo stesso ordina loro di non dire nulla a nessuno. Evidentemente, però, nelle comunità cristiane delle origini quei racconti hanno circolato, ma solo dopo la Resurrezione, altrimenti non sarebbero comparsi nei testi degli evangelisti.

Se da una parte, infatti, la veggente non ha messo in primo piano la propria esperienza speciale, dall’altra ha insistito, con fermezza e obbedienza al tempo stesso, perché venisse compiuto il mandato che aveva ricevuto. L’aiuto del direttore spirituale, in questo senso, è stato fondamentale: quindi dalla sua storia è possibile apprendere anche la necessità di avere una guida per discernere quanto accade, dagli eventi eccezionali a quelli più quotidiani.

Le altre Figlie della Carità naturalmente non sapevano nulla, ma, inevitabilmente, cominciò a circolare la voce che tra loro ci fosse una “favorita della Madonna”. Poco prima di morire, santa Caterina cercò, per un’ultima volta, di sviare da sé quelle attenzioni (prendo la citazione da questo profilo biografico scritto dal vincenziano padre Mario di Carlo):

Io favorita? Oh! Sorella, non sono che uno strumento, non è per me che la santa Vergine è apparsa. Non sapevo niente, neanche scrivere; è nella comunità che ho imparato quello che so, ed è per questo che la santa Vergine mi ha scelto, affinché non si possa dubitare.

In effetti, al di là dei miracoli e delle grazie, anche di conversione, ottenuti tramite la Medaglia, la vita stessa di santa Caterina è prova di quanto sia Dio ad agire nelle piccole e grandi storie degli uomini.


Postilla musicale

 

Ieri, durante la puntata di Siamo noi su TV2000, dedicata proprio alle apparizioni a santa Caterina, ho scoperto che GM Music, gruppo di musica cristiana affiliato alla Gioventù Mariana Vincenziana (JMV, erede attuale delle Figlie di Maria) di Catania, ha messo in musica la frase presente sulla parte frontale della Medaglia.

O Maria concepita, con parole di suor Rosanna Pitarresi, Figlia della Carità,  e musica di Claudio Mantegna, è stato composto proprio per questo centonovantesimo anniversario. Si candida a essere quasi un inno di questo pellegrinaggio della statua, che nelle intenzioni del Comitato organizzatore è una missione in piena regola.

Le risorse per impararlo (spartito, partitura per coro, parte per flauto, accordi, MP3 e base musicale) possono essere richieste tramite la pagina Facebook ufficiale del gruppo. Intanto, ecco il videoclip. 


Per saperne di più

 

Erminio Antonello, Caterina Labouré, la veggente silenziosa, Centro Liturgico Vincenziano 2020, pp. 112, € 5,00.

Una piccola biografia scritta dall’attuale Visitatore (ossia superiore provinciale) dei Vincenziani in Italia, nella quale si dimostra come la vita di santa Caterina abbia indicato l’intreccio tra le vicende terrene e il destino di eternità per l’uomo.


Giovanni Burdese, Il messaggio della medaglia miracolosa, Centro Liturgico Vincenziano 2020, pp. 96, € 5,00.

Una breve e completa presentazione del messaggio e dei simboli presenti sulla Medaglia.


Saverio Gaeta, Rue du Bac - La Madonna parigina della Medaglia miracolosa, San Paolo Edizioni 2017, pp. 128, € 7,90.

Una sintesi della vita della veggente, ma anche dei messaggi e degli annunci, poi risultati anticipatori di eventi futuri, che lei ricevette.

 

Jean Guitton, La medaglia miracolosa – Il segno della Misericordia a Rue du Bac, San Paolo Edizioni 2015, pp. 160, € 12,00.

Un approfondimento delle apparizioni a santa Caterina, anche sul piano psicologico e filosofico.

 

Anne Bernet, Vita nascosta di Caterina Labouré - La straordinaria storia della medaglia miracolosa, San Paolo Edizioni 2012, pp. 464, € 28,00.

Biografia più ampia con andamento quasi da romanzo.

 

Su Internet

 

Sito della cappella della Madonna della Medaglia Miracolosa a rue du Bac (in italiano) 

Sito della casa natale di santa Caterina (in francese)

Sito dell’Associazione Internazionale della Medaglia Miracolosa (in italiano)


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