Testimoniando in breve #2: conclusa l’inchiesta diocesana di Paola Adamo, una visita a Vische, Lanciotti martire, Cozzolino e Gaudí Venerabili e l’arrivo del mio libro su Silvio Dissegna
La
rubrica in cui commento in breve le notizie di attualità ecclesiale
relativamente all’avvio di nuove cause di personaggi che già conoscevo,
all’apertura e alla chiusura di inchieste diocesane di altri di cui mi sono occupata
tempo addietro, oltre che ai Decreti del Dicastero delle Cause dei Santi,
giunge alla seconda puntata.
Dopo
quella in cui riferivo le mie impressioni sui Decreti dello scorso febbraio e
aver saltato marzo per la pausa quaresimale, ecco cos’ho pensato ieri, non
prima di un rapido aggiornamento sulla causa di un’adolescente di cui avevo già
parlato.
Paola Adamo e gli
altri adolescenti dell’“effetto Acutis”
Nonostante ogni mese mi arrivi per posta elettronica il file realizzato dall’e-Laboratorio Paola Adamo, che era già attivo prima che si avviasse (a quarant’anni dalla morte!) la causa per questa ragazza tarantina di genitori napoletani, la notizia della conclusione dell’inchiesta diocesana mi era del tutto sfuggita. Ci ha pensato la puntata del 31 marzo di Verso gli altari su Padre Pio TV a farmi sapere che l’ultima sessione era stata celebrata dieci giorni prima, il 21 marzo.
Di
Paola avevo parlato qui,
nell’ambito di quel ciclo di post in cui riprendevo alcuni degli adolescenti in
fama di santità menzionati nel sussidio Originali. realizzato dalla Fondazione Oratori
Milanesi, a cui avevo contribuito segnalando altri casi a parte quello di Carlo
Acutis.
Quando
da Avvenire mi è giunta la richiesta di produrre, per la pagina dedicata
ai giovani del numero di mercoledì scorso, un articolo in cui presentare, più
che le biografie, l’attualità di altri adolescenti con le cause in corso o già
dichiarati beati o santi, ho subito pensato che non potevo tralasciare Paola e,
con lei, quegli altri ragazzi e ragazze che nel sussidio non avevano trovato
spazio, o perché esulavano dai criteri che mi erano stati forniti, o perché, al
tempo, non li avevo proprio considerati.
Invito
a leggere il resto nell’articolo, che è stato pubblicato anche nello speciale del sito di Avvenire
in vista della canonizzazione di Carlo, sempre più vicina (vi anticipo che, a
Dio piacendo, farò in modo di parteciparvi).
Ritorno da madre
Luisa Margherita Claret de la Touche
Mancavo dalla casa madre delle Suore di Betania del Sacro Cuore, a Vische Canavese, almeno da prima della pandemia da Covid-19: per varie ragioni, infatti, avevo dovuto declinare gli inviti per tornare, che mi erano stati spesso rivolti. Questo Lunedì Santo mi sembrava di essere libera, quindi ho accettato di andare.
Mi ha
fatto molto piacere aver rivisto quei luoghi, anche se ho riscontrato che ormai
le suore sono quasi tutte molto anziane. In loro, però, non ho visto nessuna
ombra di rassegnazione, anzi: sono determinate più che mai a consegnare la
testimonianza della loro fondatrice, la Venerabile Luisa Margherita Claret de
la Touche, a quanti sembrano interessati a farla circolare a loro volta.
Per
concentrarmi meglio sulla preghiera, nel giorno in cui il Rito Romano prevede
il Vangelo dell’Unzione di Betania in Giovanni, mi sono disconnessa per mezza
giornata. Quando però ho riattivato il telefono, sono arrivate notifiche tanto
inattese quanto sorprendenti.
Don Nazareno
Lanciotti, martire col cuore di Maria
I messaggi che avevo ricevuto riguardavano soprattutto i Decreti del Dicastero delle Cause dei Santi, che, dopo l’ultima degenza di papa Francesco al Policlinico Gemelli, hanno ripreso la solita dicitura («Il Santo Padre ha ricevuto in Udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi…»); a febbraio mancava semplicemente perché il Papa poteva ricevere solo gli strettissimi collaboratori.
Il
primo nome che mi risultava noto era quello di don Nazareno Lanciotti,
sacerdote fidei donum della diocesi di Tivoli-Palestrina, morto il 22 febbraio 2001: non solo perché è uno
dei Nuovi Martiri censiti nell’omonimo libro appena uscito di Luigi
Accattoli e Ciro Fusco (qui il mio approfondimento a riguardo) e perché avevo segnalato agli autori di
aggiungere che per lui, già citato nella precedente edizione, la causa era in
corso per accertare l’effettivo martirio in odium fidei. C’era, infatti
un’altra ragione: visitando una chiesa vicino casa mia, un paio d’anni fa,
avevo trovato alcuni suoi santini e li avevo presi più per collezione che per
interesse effettivo.
Avevo poi
ritrovato don Nazareno nell’imminenza dell’apertura dell’inchiesta diocesana di
don Stefano Gobbi, fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano, di cui lui fu responsabile
per il Brasile dal 1988. Se a ridosso della beatificazione uscisse qualcosa di
nuovo, mi piacerebbe tornare a trattarlo con più calma.
Antoni Gaudí, architetto
che seguiva le linee di Dio
L’interesse mediatico si è sicuramente concentrato sul decreto sulle virtù eroiche di Antoni Gaudí i Cornet, l’architetto catalano a cui si devono opere ammirate da molti turisti e anche da parecchi devoti: su tutte, il Tempio Espiatorio della Sagrada Família, che io stessa avevo visitato nel 2011, nell’ambito dei Giorni nelle Diocesi prima della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid.
Avevo
avuto sentore del fatto che il decreto fosse imminente, per cui mi ero
procurata un libro fresco di stampa, lo scorso luglio, leggendolo mentre
aiutavo mia sorella a traslocare. Tuttavia, col passare dei mesi, non vedevo il
nome di Gaudí tra i nuovi Venerabili; credevo quindi che la notizia che avevo
letto fosse il classico esempio non di una bufala, ma di una soffiata che
anticipava l’ufficialità sancita dal sito del Dicastero e dalla Sala Stampa
vaticana.
Anche
nel suo caso, rimando a un approfondimento che conto di realizzare non so
ancora quando, sebbene il centenario della morte, che ricorrerà il 7 giugno
2026, mi sembra un’occasione quantomeno azzeccata.
Don Agostino
Cozzolino, il buon parroco di Ponticelli
Per un decreto anticipato, uno che proprio non mi aspettavo: mi riferisco a quello con cui è stato dichiarato Venerabile don Agostino Cozzolino, parroco dal 1960 fino alla morte, avvenuta nel 1988, di Santa Maria della Neve a Ponticelli, oggi quartiere a est di Napoli. Pur avendo messo “Mi piace” alla pagina Facebook curata dalla sua postulazione, non avevo prestato attenzione alle ultime pubblicazioni.
Nemmeno mi ero interessata a produrre un profilo migliore per santiebeati, né un post in cui raccontare il mio legame con lui. Avrei comunque avuto poco da dire, ovvero che nel 2016 mi sono recata nella chiesa di cui lui fu parroco, per ricordare don Fabrizio De Michino, il sacerdote nativo di lì che nel 2014 aveva commosso molti per la lettera, indirizzata a papa Francesco, in cui raccontava il raro tumore all’interno del cuore per cui sarebbe morto di lì a poco. L’inchiesta diocesana si sarebbe conclusa dopo un annetto; c’erano già delle immagini ricordo, che non avevo mancato di prendere.
Ho
buone ragioni di credere che don Fabrizio avesse preso come modello l’opera
pastorale di don Agostino tra la gente del quartiere, ma anche il suo
precedente impegno di vicerettore in Seminario.
Il mio libro su
Silvio Dissegna: dal progetto alla realtà
Come anticipavo nell’ultimo post, è finalmente uscito il mio primo libro, nella collana I Santi del Messalino dell’editrice Shalom, su vita, spiritualità e messaggio del Venerabile Silvio Dissegna. Proprio mentre mi trovavo a Vische, è arrivato il pacco con le copie che avevo ordinato all’editore, così potrò diffonderle tra parenti e conoscenti.
Ancora
non mi capacito che sia successo tutto questo, ma cerco di mantenere i piedi
per terra: quello che più conta, al di là di complimenti e felicitazioni, è che
ho cercato di glorificare Dio per come si sia complessivamente reso presente
nella vita di quel ragazzo; non solo, quindi, nel tempo in cui lui fu malato.
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