Tre domande a... Larein Lahhan: qualcosa di buono da Nazaret
Chi è?
Larein Lahhan, diciassette anni, è una
studentessa delle scuole superiori. Pur essendo di rito greco-cattolico,
partecipa alle funzioni religiose presso la parrocchia latina di San Giuseppe a
Nazaret, insieme a molti altri giovani.
Cosa c’entra con me?
Ho incontrato questa ragazza durante la
cena seguita alla Messa nella chiesa di San Giuseppe, a cui io e i miei
compagni del Gruppo Shekinah abbiamo partecipato nell’ambito del nostro pellegrinaggio
in Terra Santa. Dato che non eravamo venuti lì sfidando la paura della guerra
solo per cantare, ma anche per incontrare la gente che vive da sempre in quei
luoghi, ho pensato che sarebbe stato interessante intervistare uno dei giovani
della parrocchia, anzi una, per rimpinguare gli articoli che ho dedicato a
figure femminili.
Mentre finivo di mangiare il mio panino, mi
sono guardata attorno per trovare il mio soggetto. Per prima cosa, ho
interpellato una delle suore lì presenti, appartenente alle Francescane
Missionarie del Cuore Immacolato di Maria, che hanno una scuola nel territorio
della parrocchia. Dopo averci riflettuto un attimo, mi ha presentato Larein,
proponendosi di farmi da interprete se avessi avuto qualche difficoltà ad
esprimere i miei concetti in lingua inglese. A quel punto, non mi restava che
formulare le mie domande e tradurle per rendergliele più comprensibili. Ecco
quindi l’esito del nostro dialogo.
Nazaret
è il luogo dove Gesù ha trascorso la maggior parte della tua vita. Cosa mi
dici, invece, della tua?
Mi ritengo benedetta perché vivo qui, nel
posto dove visse Gesù, perciò lo ringrazio. È fantastico!
Ma è
anche il luogo dove l’ “oggi” delle Scritture si è reso presente in Lui. Tu
come cerchi di vivere il Vangelo?
Perlopiù, fa sparire in me la paura che
provo. Sono consapevole che il Signore è qui, con me, e questo mi rende la vita
un po’ più facile.
Per
finire, ti chiedo una confidenza: per che cosa preghi più spesso? Per quali
persone, avvenimenti, motivi...?
Prego per il mondo intero, per la pace, per
la mia famiglia, per i cristiani sparsi nel mondo, perché le persone
comprendano che davvero Gesù è passato di qui.
Sul momento, ho solo preso nota delle
risposte, ma poco dopo i miei compagni, alcuni dei quali sono anche miei
lettori, mi hanno chiesto una piccola anteprima. Nel rileggere i miei appunti,
ho capito cosa potevo imparare da Larein: che, come l’arcangelo Gabriele rivelò
in quello stesso luogo alla Vergine Maria (che tra l’altro, in quel momento,
aveva probabilmente poco meno della sua età), il Signore è con noi e la Sua
Grazia ci ricolma anche quando non ce lo aspettiamo.
Auguro quindi a lei e ai giovani di Nazaret
di poter essere ancora la dimostrazione che davvero, come ai tempi di Gesù, da
quella cittadina può sorgere qualcosa di buono.
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