A margine dei post su Carlo Acutis
Nel corso del mio diario di viaggio da Assisi e Cortona (prima, seconda e terza parte) per la beatificazione di Carlo Acutis, mi sono accorta di aver dimenticato qualche elemento che avevo immaginato di trattare, ma che, nel corso dell’esposizione, mi sono persa per strada.
Non è un male, tuttavia: ho potuto ripensare a come rispondere meglio ad alcune domande e riflettere sulle polemiche precedenti e successive alla celebrazione del 10 ottobre.
Mai avrei pensato che avrebbe avuto una ricaduta simile: penso che sia dovuta all’età adolescenziale del personaggio, ma anche al fatto che si tratta di un fedele laico, non di un religioso come santa Teresa di Calcutta o di un Pontefice come san Paolo VI o san Giovanni Paolo II.
Un gioco con Carlo e padre Marella
Nella sua rubrica su Avvenire, WikiChiesa, Guido Mocellin si domandava, lo scorso 4 ottobre, a quali pietanze associare i due prossimi Beati Olinto Marella e, appunto, Carlo Acutis. Se al primo gli è venuto naturale abbinare un piatto a base di mortadella, al secondo attribuiva invece una pizza da condividere, ordinabile, naturalmente, tramite un’applicazione specifica.
Su Facebook gli avevo promesso che avrei dato la mia risposta in uno dei post successivi, ma me ne sono scordata, presa dalla cronaca. Ora sento di potermi spiegare con più calma.
Più che a una pizza, io pensavo a un panino, anzi, una milanesissima michetta (con la "e" aperta, ovvio): è più facile da portare in giro e da dare ai poveri, come mi è accaduto quando col gruppo giovani della mia parrocchia ho seguito, qualche sera, la Ronda della Carità. Rimane la questione della farcitura, per ragioni alimentari e religiose: però credo che lui fosse ben fornito, sia di prosciutto di maiale, sia di affettato al tacchino o di formaggi.
Un regalino ai bambini della Prima Comunione
Questo invece l’ho dimenticato nei miei post, ma anche in quello per il blog delle mie parrocchie.
Quando ho saputo che da me le Messe con la Prima Comunione si sarebbero tenute il 10 e l’11 ottobre, alle 15.30 (quindi, per il sabato, quasi all’ora della beatificazione), mi è venuto naturale suggerire al mio parroco di regalare ai bambini, come ricordo, una piccola biografia di Carlo adatta a loro.
In commercio ne esistono tre, di cui ho esposto pregi e difetti. Poco più di una settimana prima della celebrazione, mi ha risposto ordinandomi di comprare sessantacinque copie (quelle della foto in apertura) del libro pubblicato da Centro Ambrosiano, la casa editrice della diocesi: in effetti, non avrei scelto diversamente.
I canti della beatificazione
Ammetto che il mio primo pensiero, quando ho scaricato il libretto della beatificazione, è stato vedere quali canti sarebbero stati eseguiti, dato che era ormai assodato che la memoria liturgica era stata fissata al 12 ottobre, giorno della nascita al Cielo del Beato Carlo.
Le parti fisse, ossia Kyrie, Gloria, Alleluia, Santo e Agnus Dei, mi erano sconosciute, ma non so se siano state composte per l’occasione o se facessero già parte del repertorio della Cappella Musicale del Sacro Convento di Assisi.
La mia curiosità maggiore, a dirla tutta, era per i tre canti dedicati espressamente a lui, ovvero O Carlo Beato!, che ha accompagnato lo svelamento del quadro e la venerazione della sua reliquia, Giovane Luce, composto da monsignor Marco Frisina (che sul sito di Famiglia Cristiana ne ha spiegato la genesi) e Non io ma Dio, con musica del Maestro di cappella, padre Giuseppe Magrino dei Frati Minori Conventuali, e parole di monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo di Orvieto-Todi e amministratore apostolico di Foligno. A lui va il mio plauso per aver sottolineato le origini milanesi, anzi, ambrosiane di Carlo: non a caso, ho citato la prima strofa nella mia cronaca per il Portale diocesano.
Lunedì 12 ho scritto ai referenti, ricevendo risposta mercoledì 14: il fascicolo con le partiture complete sarà disponibile per l’acquisto presso il negozio della Basilica di San Francesco o tramite il sito della Cappella Musicale.
AGGIORNAMENTO 15/11/2020: Lo spartito del canto di monsignor Frisina, invece, si può acquistare in formato digitale su Paolinestore.
I canti del CD «Carlo Acutis Beato»
Per il CD contenuto nello zaino regalato ai partecipanti alla veglia, invece, il discorso è diverso. Anzitutto, va precisato che non sono canti pensati per la liturgia, ma possono essere invece adottati in momenti di preghiera, specie con ragazzi e giovani, o anche per la meditazione personale.
Penso che non ci siano problemi a provare a chiedere gli spartiti e gli accordi allo stesso indirizzo [noniomadio AT gmail PUNTO com] a cui ci si deve rivolgere per comprare il disco, se non addirittura al profilo Facebook ufficiale di Marco Mammoli, autore di un altro Non io ma Dio e di gran parte dei canti, e al sito ufficiale dei Kantiere Kairòs, cui si deve CTRL+D (Carlo), traccia 9 dell’album.
Il Proprio della Messa e della Liturgia delle Ore
Il 12 ottobre ha iniziato a circolare, ed è stato riportato anche sulla sua pagina Facebook ufficiale, il testo del Proprio, ossia delle parti relative alla memoria liturgica del Beato Carlo, approvato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; sostanzialmente, contiene l’orazione Colletta e la seconda lettura per l’Ufficio delle Letture.
Sorgeva però un problema: era valido solo per la Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, dove sono venerati i suoi resti mortali. Per l’Arcidiocesi di Milano, invece, che può onorarlo in quanto lui è morto nel suo territorio, non era ancora pronto nulla.
A seguito di parecchie telefonate, sono pervenuta alla conclusione che, al momento, le comunità della mia diocesi, sia che seguano il Rito Romano, sia quello Ambrosiano, devono adoperare i testi dal Comune dei Santi, per un Santo. In altre diocesi, invece, non è permesso, come si conviene a un Beato.
AGGIORNAMENTO 09/10/2021: a un anno dalla beatificazione, sono ora disponibili anche i testi liturgici per il Rito Ambrosiano, in attesa della loro definitiva promulgazione. Il grado è di Memoria facoltativa.
Santini e materiale
Ai milanesi partecipanti al pellegrinaggio è venuto naturale domandare, ai sacerdoti di Santa Maria Segreta, se presso la loro parrocchia sarebbe stato possibile ritirare santini e altro materiale. La loro risposta è stata negativa, anche se pronunciata con dispiacere.
In effetti ricordo che già prima dell’inizio della causa non era possibile trovarli se non il giorno della Messa di suffragio: allora facevo incetta di quanto riuscivo a trovare, lasciando ovviamente una congrua offerta.
Restano quindi validi per tutti i recapiti indicati in questo file presente sul sito del Santuario della Spogliazione. Credo però che non ci siano problemi perché quanti abitano a Milano possano ritirare il materiale presso la sede dell’Associazione, così da evitare le spese di spedizione. Al momento le immaginette sono in fase di ristampa: l’Associazione avviserà quando saranno pronte.
Segnalo poi le risorse messe a disposizione dalla Fondazione Oratori Milanesi: una preghiera dei ragazzi al Beato Carlo (non esistono copie stampate), uno schema con un’altra preghiera e un gioco per l’animazione, adatto anche durante i momenti di catechesi.
Undici giorni dopo...
Come scrivevo su Facebook presentando la terza parte del diario di viaggio, non mi stupisce troppo il fatto che, a ormai undici giorni dalla beatificazione, si continui a parlare di Carlo. Mia madre, con saggezza popolare, mi ripete spesso che di un grande evento si parla almeno una settimana prima e una settimana dopo.
Quello che mi esaspera è, invece, che da più parti si chiedano interpretazioni diverse della sua storia. C’è chi, come Alessandro Di Medio sull'Agenzia SIR, incoraggia a non trattare solo gli aspetti eccezionali o legati alle devozioni del Beato, mentre una delle due metà del duo Mienmiuaif sottolinea che di normale, lui, non aveva nulla. C'è perfino chi, come Gabriele Cossovich su Vino Nuovo, vorrebbe sapere come lui abbia affrontato le pulsioni adolescenziali, più che ribadire il suo interesse su Purgatorio e affini: in questo modo, desterebbe ancora di più l’interesse dei ragazzi a cui è additato come modello. È anche emersa la proposta di dedicargli una fermata della metropolitana M1 di Milano...
A parere mio, tutta questa divisione rischia di distrarre dall’essenzialità della sua testimonianza, ossia ricordare che Gesù è più vicino di quel che si pensi. Rischia poi di renderlo antipatico a chi sta cercando di venire a patti con la sua celebrità anche al di fuori dell’ambito ecclesiale, quando invece dovrebbe essere felice che la sua vita sia una buona notizia per tutti. Su Cattonerd ho provato a dare ulteriori risposte, delineando in pari tempo i lati più tecnologici della sua esperienza.
Quanto a me, continuerò la mia ricerca di altre storie, certa che non devo fermarmi ai dati biografici, ma andare più in profondità e capire, come hanno fatto i loro protagonisti, chi è Dio e chi sono io.
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