Bufale di Chiesa #8: l’autoconfessione a San Barnaba in Gratosoglio


Questa mattina, al termine della Messa feriale celebrata nella mia parrocchia, San Barnaba in Gratosoglio,  il sacerdote celebrante ha condiviso con i fedeli un pensiero relativo a una notizia che sta circolando, ossia che nella nostra parrocchia sarebbe in distribuzione un fantomatico modulo per l’autoconfessione. Il don ha invitato i presenti anzitutto a prenderla come una pasquinata, ossia l’invenzione di qualcuno che voleva prendersi gioco della Chiesa, e a far presente a quante più persone possibile che non era un vero foglio parrocchiale.

Ha quindi dato mandato a me di realizzare, in tempi stretti, una smentita ufficiale. Gli ho quindi chiesto di mandarmi la fonte del volantino: ora, però, il post è stato cancellato.

In effetti, la prima cosa che mi è saltata all’occhio è che, nella parte superiore, sono state usate le stesse fotografie delle due parrocchie presenti sul nostro blog parrocchiale, che ora amministro direttamente. Che la bufala fosse palese, invece, si capiva dalla menzione del «patto di corresponsabilità anti-Covid della Chiesa di Milano». Non c’è nulla a riguardo, sull’apposita pagina dell’Avvocatura sul Portale diocesano.

Dato che nel frattempo ero andata a sbrigare alcune commissioni, ho abbozzato il post per il blog parrocchiale col telefonino. Ho anche avvisato l’Ufficio comunicazioni sociali, visto che il volantino aveva tirato in ballo la Diocesi. Ho quindi pubblicato il post (da cui è tratta la foto in apertura) e l’ho condiviso sulla pagina Facebook dei nostri oratori.

Mentre scrivevo, mi è tornato alla memoria un caso analogo, quello del pesce d’Aprile relativo alla Diocesi e al reddito di cittadinanza, di cui mi ero accorta il Sabato Santo di due anni fa. In quel caso, gli uffici di Curia erano chiusi, quindi non avevo potuto avvisare prima della settimana seguente: l’allora responsabile e i suoi collaboratori, al sentirlo, si sono fatti una grassa risata, e io con loro. Anche stavolta mi è venuto quasi da ridere, almeno perché il volantino non aveva espressioni ingiuriose contro la Chiesa e le due parrocchie.

Dal sacerdote che aveva scoperto la bufala ho avuto un’indicazione particolare: far capire che la Confessione non è questione di cose da fare o da non fare, men che meno di caselline da spuntare. In più, avrei dovuto far presente gli effettivi orari e modalità per confessarsi dalle mie parti.

Mi sono quindi rifatta espressamente al Catechismo della Chiesa Cattolica, per ricordare che i Sacramenti sono doni di Dio, che servono per stringere ancora di più il nostro legame con Lui. Questo vale in maniera speciale per la Confessione: i punti 1468-1469 del Catechismo, infatti, sottolineano come gli effetti di questo Sacramento siano la riconciliazione con Dio e con la Chiesa, quindi anche con i nostri fratelli.

Mi sono infine domandata perché, in tempi così complicati, qualcuno abbia voluto scherzare con le cose sante. Ripensandoci, non credo che abbia importanza. Vale molto di più aver potuto aiutare coloro che hanno la diretta responsabilità delle mie comunità parrocchiali a volgere questa situazione in un’occasione per ribadire l’importanza di confessarsi, specie a ridosso della Commemorazione dei fedeli defunti, così da ottenere l’indulgenza plenaria (anche se quest’anno ci sono altre modalità, se si è impossibilitati).

Commenti

Post più popolari