Io c’ero #24: il mio Festival della Missione
Il Festival prevedeva dei momenti di preparazione: anch’io ho avuto i miei, a ben vedere.
Pre-Festival #1: Via Lucis 2022
Giandonato e compagni ascoltano padre Piero Masolo |
Pre-Festival #2: il nuovo ritorno di monsignor “Peppime”
Domenica scorsa, invece, nella mia parrocchia è tornato monsignor Giuseppe Negri, vescovo di Santo Amaro in Brasile, per amici e comparrocchiani “Peppime”, in quanto membro del Pontificio Istituto Missioni Estere. L’occasione è stata la visita ad limina dei vescovi brasiliani.
Come di consueto, ha abbinato il commento alle letture alla sua esperienza, precisamente raccontando la sua vicinanza ai sacerdoti suoi diocesani nel tempo del primo lockdown, anche solo con una telefonata.
Giovedì 29 settembre – Il cammino inizia sotto la stella dei Magi
Fare incontrare Dio a quanti incontrano noi
Questa frase è per me la sintesi di tutto il percorso del Festival. L’ha pronunciata don Alberto Ravagnani, coinvolto dagli organizzatori in una conversazione con monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto. Ha commesso non pochi errori e può migliorare ancora, ma con quell’espressione, a mio avviso, ha colto davvero nel segno.
Monsignor Satriano ha invece colpito l’uditorio raccontando un episodio di quando era un apprendista missionario in Kenya e andò, con un missionario più esperto, a visitare alcune donne del popolo Samburu. Avrebbe dovuto parlare della povertà nella Bibbia, però si sentiva inadeguato, più ricco di quelle donne. Una di esse, mamma Clorinda, intervenne commentando: «Noi siamo abituati, ma tutto ciò che hai lo usi per noi; tu hai un cuore da povero».
Le nuvole che annunciavano un temporale mi hanno costretta ad abbandonare di corsa piazza San Lorenzo, così ho seguito solo in parte l’intervista al giovane ricercatore e attivista Patrick Zaki.
Venerdì 30 settembre – Aperitaviti? No!
L’ennesima mia citazione di Elio e le Storie Tese mi serve per riferire che non sono riuscita a partecipare a nessun incontro previsto per quel giorno: avevo già dato la mia disponibilità a cantare al matrimonio della figlia di una mia comparrocchiana ad Abbadia Cerreto.
Credevo che, una volta tornata a casa, avrei fatto in tempo per andare a uno degli aperitivi missionari organizzati in alcuni locali del centro città, ma ero leggermente stanca.
Sabato 1° ottobre – Pass del potere o del servizio?
Come dicevo sopra, ho avuto il dono inatteso di un pass per farmi identificare come operatrice della stampa.
Da quando ho partecipato alla beatificazione di monsignor Luigi Biraghi e don Luigi Monza ho preso, quando ricevo un tagliando speciale per accedere al Duomo o ad altri eventi grossi senza troppe difficoltà, lo definisco “pass del potere”.
Nella Chiesa, però, il vero potere è il servizio: vale per i missionari, ma anche per chi, come me, vuole usare le proprie migliori risorse (la voce, la scrittura) per annunciare non sé stessa, ma Colui che gliele ha concesse.
Mostre a pannelli di Testimoni di ieri, recenti e di oggi
Dopo aver partecipato alle ordinazioni diaconali, nelle quali, forse non a caso, i candidati del Pime (e un diocesano di Dinajpur in Bangladesh) superavano numericamente quelli della diocesi di Milano, ho voluto visitare le mostre a pannelli ospitate nella chiesa di Santo Stefano Maggiore, sede della parrocchia personale per i migranti di Milano.
C’era davvero pane per i miei denti: quella sui missionari ambrosiani destinati in varie parti del mondo, ma anche quella sulla Beata Leonella Sgorbati e quella sulla missione ambrosiana tra i Rom e i Sinti hanno avuto molto da dirmi.
Quella intitolata Missione famiglia o famiglia in missione, invece, non mi aveva coinvolta granché, fino a quando, chiedendo informazioni a un volontario per acquistare il libro degli scritti della Beata Leonella, mi sono trovata davanti proprio colui che, più di trent’anni fa, partì per il Camerun con moglie e figli. Ho comprato anche il suo libro, promettendogli un post specificamente dedicato alla sua storia.
Sempre a proposito di mostre, ho osservato con molta attenzione, portandola a vedere anche a due miei amici e comparrocchiani, quella intitolata Giovani protagonisti, nella basilica di San Lorenzo Maggiore: sia perché realizzata da giovani studenti per i giovani, sia perché, accanto a figure di personaggi deceduti, solo pochissimi dei quali in fama di santità, c’erano ragazzi e ragazze viventi, spesso messi alla prova, ma mai messi a tacere.
Musica per Dio
In realtà, a San Lorenzo ero venuta per assistere al concerto in cui alcuni gruppi corali di varie tradizioni cristiane si sono presentati. È sempre bene, infatti, ascoltare modalità celebrative ed espressive diverse: anche quello è un modo per uscire dalle proprie abitudini, sebbene alcuni stili possono risultare più congeniali e altri meno.
Di corsa alla festa a piazza Vetra
I membri del coro Elikya hanno davvero il ritmo della fede nel sangue! |
2 ottobre – Basta lamentarsi, comincia la missione
Facciamo tante cose belle ma manchiamo lo scopo di tutto: far conoscere Gesù, far percepire il suo amore, la sua attrattiva.
Il profeta Isaia, dal cui libro era tratta la prima lettura secondo il Lezionario Ambrosiano (per le orazioni non è stata invece seguita la Messa del giorno), rimprovera chi si sente un ramo secco o, aggiungo io, un osso spezzato, secondo quell’immagine che spesso sento vera per me e per la mia vocazione che non vede ancora la sua realizzazione. Tuttavia, non lo fa per umiliare, ma per annunciare che Dio si prende cura del suo popolo, vuole la sua gioia, vuole che esso si fidi di Lui. L’Arcivescovo ha quindi chiarito:
La vita cristiana è quel darsi molto da fare per abbandonarsi, per lasciarsi fare. I frutti dell’albero non sono il risultato di una qualche tenacia di coltivazione, ma sono il dono di Dio, l’opera di Dio.
Ecco quindi che i cristiani appaiono «originali»: tengono viva la speranza, si conformano a Dio che è amore e misericordia (in riferimento al Vangelo del giorno), intendendo quest’ultima come un modo per far crescere la persona e contribuire alla pienezza della sua umanità.
Così, essi diventano popolo di pace, popolo di speranza, che risponde “Amen” alla vocazione a cui è chiamato.
Anche la mia missione, domani, avrà uno sbocco nuovo: mi sono infatti iscritta al convegno La santità oggi, organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi. Non potevo farmi sfuggire quest’altra possibilità di accrescere le mie conoscenze, anche sul piano delle relazioni, per migliorare ancora di più come autrice e come credente.
Spero, quindi, di proporre, come per il Festival, il mio racconto di questo nuovo soggiorno romano.
Commenti
Posta un commento