Giampiero Morettini, riacchiappato da Dio
La
copertina della biografia
di Giampiero Morettini (avrei voluto usare una sua foto,
ma penso sia meglio così).
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Giampiero
Morettini è nato a Luogosanto, in provincia di Olbia-Tempio, il 10 dicembre
1977, secondogenito di Mario e Caterina. A due anni si è trasferito con la
famiglia a Sant’Angelo di Celle, frazione del comune di Deruta, in provincia di
Perugia, nella cui parrocchia ha ricevuto i sacramenti dell’iniziazione
cristiana. Dopo la Cresima, in terza media, ha smesso di venire in chiesa.
Ragazzo
di paese, pieno di amici, con poca voglia di studiare, inizialmente ha lavorato
come meccanico, aprendo poi, a Castel del Piano, un negozio di frutta, verdura
e generi alimentari, dove vendeva insieme alla madre anche i prodotti
dell’azienda agricola di famiglia.
Il
13 marzo 2006 una suora della Comunità delle Beatitudini, che collaborava alle
benedizioni pasquali della parrocchia di Santa Maria Assunta a Castel del Piano,
è entrata nel suo negozio e ha chiesto di pregare per lui e con lui. Dall’intensa
esperienza di grazia ricevuta in quel momento, la sua vita è cambiata:
Giampiero ha ripreso ad accostarsi ai Sacramenti e, in seguito, è diventato catechista,
animatore e ministro straordinario dell’Eucaristia.
Il
26 agosto 2010, durante un pellegrinaggio con la parrocchia di Santa Maria Assunta
in Terra Santa, il giovane ha comunicato il suo ingresso nel Pontificio
Seminario Regionale Umbro «Pio XI», previsto per il successivo mese di ottobre,
cominciando con l’anno propedeutico. Come seminarista non si faceva quasi
notare, ma profondeva tutto il suo impegno negli studi, negli incarichi
comunitari e nelle prime esperienze pastorali. L’8 dicembre 2013 è stato
ammesso tra i candidati agli ordini sacri.
La
sera del 29 maggio 2014, durante la cena in Seminario, Giampiero ha avuto un
malore. Successivi esami hanno riscontrato che non si era mai accorto di avere
una malformazione cardiaca congenita, a causa della quale è stato ricoverato
all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia e, in seguito, operato. Quando
sembrava in via di recupero, si è aggravato per complicazioni insorte dopo
l’operazione: è morto verso le 15 del 21 agosto 2014, a 36 anni. I suoi resti
mortali riposano nel cimitero di Sant’Angelo di Celle.
Cosa c’entra con me?
Domenica
22 febbraio 2015, come mia abitudine, ho comprato Avvenire che, come ogni terza domenica del mese, aveva l’allegato Noi Genitori e Figli. Di articolo in
articolo, sono arrivata all’ultima pagina, che nella vecchia versione ospitava
sempre un contributo a firma di suor Roberta Vinerba, suora francescana
diocesana incorporata alla diocesi di Perugia-Città della Pieve (scrive ancora,
ma l’inserto ha cambiato formato). L’occhiata sommaria si è trasformata in una
lettura più attenta quando ho visto, tra le righe, la menzione del nome di
Giampiero e del suo stato di seminarista.
Spazientita,
ho commentato subito: «Eh no, eh! Adesso basta!», riferendomi al notevole
numero di giovani e meno giovani in formazione, morti prima di diventare
sacerdoti, di cui ho avuto notizia. Il disappunto, nel giro di pochissimo, ha
lasciato il posto a un sottile, ma sempre più crescente, desiderio di
approfondire quella storia.
I
miei indizi erano: il nome, la provenienza e il fatto che era deceduto. Pochi
colpi di mouse ed ecco che il quadro mi si è fatto più chiaro, a partire da un
articolo sul sito della diocesi di Perugia-Città della Pieve e da uno su quello
della Conferenza Episcopale Umbra. Quest’ultimo mi ha lasciata non poco
stupefatta: riportava la notizia che suor Roberta era stata incaricata dal
cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti di scrivere una biografia di Giampiero
e d’interpellare i testimoni che l’hanno conosciuto. Tra la data della sua
scomparsa e quella in cui stavo leggendo erano trascorsi giusto sei mesi.
Ammetto
di essermi domandata, come mi era accaduto per Filippo Gagliardi, che però era sposato, che fretta ci
fosse: in altri casi, le prime pubblicazioni sono uscite a due anni massimo
dall’accaduto. Come per quel giovane padre di famiglia di Verbania, ho supposto
che ci state molte richieste di conoscere la sua vita. In fondo, era quello che
volevo anch’io.
Pensando
di fare qualcosa di gradito, ho cercato in Rete l’indirizzo di posta
elettronica di suor Roberta e, dopo averlo trovato, ho messo mano alla tastiera
e le ho scritto per avere l’autorizzazione di dedicare al seminarista perugino
una scheda per santiebeati.it,
ovviamente per la sezione Testimoni. Mi ha risposto nel giro di due giorni,
suggerendomi di aspettare l’uscita del libro, prevista per gennaio 2016.
Così,
arrivato quel mese, ho iniziato a controllare spasmodicamente la pagina delle
novità librarie del sito Libreria del
Santo, ma col passare del tempo, non vedevo nulla di nuovo che avesse
quella suora come autrice. Finalmente, a marzo, ho visto comparire un titolo: «Con lui Dio non si era sbagliato», ma
senza la sinossi né la copertina; sono state inserite qualche settimana dopo.
A
quel punto non mi restava che attendere ancora un pochino, per l’effettiva
uscita in libreria. Due settimane fa, giovedì 14 aprile, ho provato a dare
un’occhiata alla libreria San Paolo vicino al Duomo della mia città. Al pian
terreno non c’era, quindi ho provato di sotto, nella sezione dedicata alle
biografie. Non mi sembrava di vederlo, quando, improvvisamente, ho esclamato: «Eccolo
qua!», neanche avessi trovato un amico col quale avevo un appuntamento. Credo
di aver suscitato l’ilarità dei commessi, ma anche la curiosità degli altri
clienti.
Ho
iniziato il libro martedì scorso e l’ho proseguito mercoledì, scoprendo che tra
me e il suo protagonista ci sono parecchi elementi in comune, a cominciare dal
rapporto coi santi. Durante la sua riscoperta della fede, infatti, prese a
leggere non piccole biografie divulgative, ma direttamente gli scritti più
impegnativi di alcuni di essi. In quanto figlio della terra umbra, poi, sentiva
un legame speciale con santa Rita da Cascia e con san Francesco d’Assisi.
Un
po’ meno comune con me è il fatto che, per usare un eufemismo, non era
propriamente intonato: i compagni di Seminario ricordano, infatti, le risatine
che cercavano di trattenere quando gli toccava d’intonare il responsorio di
qualche Salmo. Lui stesso, continuano, ci rideva sopra, com’era tipico del suo
carattere autoironico.
Mi
ha molto intenerita, poi, la parte in cui si racconta di come vivesse l’appartenenza
alla parrocchia: «santa palestra» dalla «porta sempre aperta», la definisce nel
testo autobiografico che gli venne chiesto per lo «Scrutinio» in vista dell’ammissione
tra i candidati agli ordini sacri.
Tra
pause e riprese, ero arrivata al capitolo in cui si scopre la malattia, quando
ho dovuto fermarmi di nuovo; mi verrebbe da scrivere «sul più bello», se la
circostanza non fosse stata dolorosa. Ho letto la parte finale prima di
addormentarmi e, ancora una volta, ho finito col versare qualche lacrima. Mi
sono arrabbiata anch’io, come suor Roberta ha ammesso nella postfazione, ma per
un motivo diverso: mi sono chiesta perché non si sia proceduto a chiedere
l’ordinazione anticipata. Ora che ci penso, la complicazione è stata
improvvisa, quindi non avrebbe potuto succedere.
Così,
il sacerdozio e la celebrazione anche di una sola Messa sono rimasti un
desiderio irrealizzato, come accaduto a tanti altri, tra cui il mio caro
Alessandro. Ho deciso, in nome di questo legame tra i due, di mettere a
conoscenza il cardinal Bassetti della sua storia: spero che mi risponda, anche
solo con due righe [EDIT: mi ha risposto, ma di Alessandro non ha fatto cenno].
Chissà poi se, un giorno, anche per lui ci sarà una trasmissione come quella che l’altro ieri ha visto suor Roberta ospite a TV 2000, durante il programma Bel tempo si spera, per parlare di Giampiero…
Chissà poi se, un giorno, anche per lui ci sarà una trasmissione come quella che l’altro ieri ha visto suor Roberta ospite a TV 2000, durante il programma Bel tempo si spera, per parlare di Giampiero…
Ha testimoniato la misericordia perché…
Nel
periodo in cui non si confessava né comunicava (ma partecipava alla Messa di
Natale e di Pasqua nella basilica di Santa Maria degli Angeli), Giampiero si è
dimostrato un intenso lavoratore: si alzava presto al mattino, dormendo poche
ore per notte perché spesso andava a ballare, per andare ai mercati generali e
prendere la merce più fresca. Nel disporre gli ortaggi e la frutta, poi, cercava
di cambiare ogni giorno, così da contribuire a una migliore accoglienza dei
clienti.
Per
questo motivo, mi viene da pensare che l’opera di misericordia che gli sia più
affine sia quella di dare da mangiare agli affamati. Penso, a dirla tutta, che
l’avrebbe fatto anche se gli fosse stato concesso, come sperava, di vivere
un’esperienza missionaria in Perù, accompagnato dal suo arcivescovo.
Il suo Vangelo
Indubbiamente,
Giampiero è particolare rispetto a tutti gli altri seminaristi non più tra noi
di cui sono venuta a conoscenza da dieci anni a questa parte. Il motivo
principale, più che nell’età in cui la sua vita si è conclusa (che lo fa
rientrare nelle cosiddette vocazioni adulte), risiede nel fatto che ha vissuto
a lungo lontano dalla Chiesa finché non è stato riacchiappato da Dio; usa
proprio quel verbo, nel suo testamento spirituale.
Ho
scritto che è “particolare”, correggendo il termine “speciale” che mi era
venuto da usare in prima stesura. L’ho cambiato perché, sia nel libro sia nella
trasmissione televisiva, le testimonianze concordano nel definirlo normale: lo
fu nel lavoro, nel rapporto con gli amici, ma anche negli anni di Seminario.
Nella normalità, comunque, spiccano i suoi tentativi di essere sempre più
gradito al Padre dei cieli e degno della chiamata ricevuta, tramite i mezzi
ordinari a disposizione di tutti: l’accompagnamento da parte di un direttore
spirituale e i Sacramenti.
È
per questo che, in tutta sincerità, ha potuto scrivere nel testo per lo
Scrutinio:
Convinto che non sono perfetto e in più grande peccatore,
penso che lo stile che ho è abbastanza grato a Dio.
Sono anche convinto che c’è tanto da camminare per
piacere sempre più a Dio.
[…]
Non ci sono aspetti che voglio cambiare in me, sono
imperfetto ma piaccio a Dio.
In
effetti spesso, leggendo storie simili, mi è accaduto di trovarmi davanti un
quadro stereotipato, col pio seminarista di turno circondato da gigli come in
certi santini, inginocchiato davanti al Santissimo, mentre gli espone il suo
ardente amore. Tutt’al più, per Giampiero, dovevo figurarmelo circondato da
rose, dato che erano il suo fiore preferito.
Invece,
più procedevo nella lettura, più comprendevo che, quando mi capiterà nuovamente
di raccontare vicende del genere, dovrò far emergere la quotidianità del
personaggio, come si comportava con i compagni, pur senza trascurare il suo
rapporto con il Signore. Sarà difficile, ma a me piacciono le sfide e voglio
cercare di migliorarmi, così da raccontare ancora più correttamente, da
restituire un quadro possibilmente obiettivo e aiutare così i miei lettori.
Per saperne di più
Roberta Vinerba, «Con lui Dio non si era sbagliato» –
Giampiero Morettini, Paoline 2016, pp. 160, € 14,00.
La
biografia di Giampiero, frutto di più di un anno di lavoro e di ascolto di
testimonianze, è davvero un lavoro lodevole: non si concede scivolate melense,
è accurato, onesto e prudente.
Ieri sera, guardando il sito dell'Agenzia SIR, ho appreso che il cardinal Bassetti ha annunciato l'apertura dell'inchiesta diocesana per Giampiero.
RispondiEliminaLa notizia mi ha lasciata senza parole, perché uscita nell'imminenza del sesto anniversario della sua morte, che cade oggi.
Ecco l'Editto: http://diocesi.perugia.it/editto-del-cardinale-arcivescovo-gualtiero-bassetti-lapertura-dellinchiesta-diocesana-sulla-vita-le-virtu-eroiche-la-fama-santita-segni-del-seminarista-giampiero-morettini-ritornato/
Ciao Gianpiero. Per l'anniversario della tua nascita in cielo hai ricevuto il regalo più bello dal Cardinale Bassetti che ti ha amato come un figlio. E anche noi ti amiamo per la tua normalità, la tua dolcezza, il tuo sorriso, i tuoi limiti. Pregherò ogni giorno affinché si avveri il tuo più grande desiderio.: diventare ogni giorno più Santo come si legge in uno dei tuoi scritti ritrovati dopo la tua morte. Ti voglio bene mio caro amico. Prega per me affinché cisi possa rivedere nella luce. Amen
RispondiEliminaCiao Gianpiero. Per l'anniversario della tua nascita in cielo hai ricevuto il regalo più bello dal Cardinale Bassetti che ti ha amato come un figlio. E anche noi ti amiamo per la tua normalità, la tua dolcezza, il tuo sorriso, i tuoi limiti. Pregherò ogni giorno affinché si avveri il tuo più grande desiderio.: diventare ogni giorno più Santo come si legge in uno dei tuoi scritti ritrovati dopo la tua morte. Ti voglio bene mio caro amico. Prega per me affinché cisi possa rivedere nella luce. Amen
RispondiEliminaCiao Gianpiero. Per l'anniversario della tua nascita in cielo hai ricevuto il regalo più bello dal Cardinale Bassetti che ti ha amato come un figlio. E anche noi ti amiamo per la tua normalità, la tua dolcezza, il tuo sorriso, i tuoi limiti. Pregherò ogni giorno affinché si avveri il tuo più grande desiderio.: diventare ogni giorno più Santo come si legge in uno dei tuoi scritti ritrovati dopo la tua morte. Ti voglio bene mio caro amico. Prega per me affinché cisi possa rivedere nella luce. Amen
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