Carino da Balsamo, o la misericordia possibile
Cripta
del Santuario di San Pietro Martire a Seveso,
che conserva il falcastro adoperato
dal Beato Carino da Balsamo (foto mia)
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Chi
è?
Pietro da Balsamo, detto
anche Carino, venne assoldato dall’eretico Giacomo Leclusa per uccidere il frate
domenicano Pietro da Verona, Inquisitore generale per la Lombardia, insieme ad Albertino
Porro da Lentate. Il 6 aprile 1252 mise in atto il suo piano: mentre il
complice fuggiva, squarciò il cranio del frate con un falcastro, un coltello
simile a una roncola. Consegnato alle autorità, Carino riuscì a fuggire dalle
prigioni del podestà di Milano e si allontanò dalla Lombardia.
Ricoverato
nell’ospedale di San Sebastiano a Forlì, fu colto dal rimorso e confessò la sua
colpa al priore della comunità domenicana del luogo, che l’accolse nel suo
convento. Anche il capitolo del convento e il priore provinciale confermarono
il suo ingresso nell’Ordine.
Carino concluse i
suoi giorni nel 1293, pentito e riconciliato con Dio. Non è mai stato
formalmente beatificato (mentre Pietro da Verona è stato canonizzato il 9 marzo
1253), ma il suo culto è stato autorizzato dalla Sacra Congregazione dei Riti per la parrocchia di San Martino in Balsamo, nel
comune di Cinisello Balsamo, in provincia e diocesi di Milano, che lo ricorda
il 28 aprile e dove dal 1964, nella chiesa nuova, sono conservati integralmente
i suoi resti mortali.
Cosa
c’entra con me?
La
storia del mio incontro con questo misconosciuto personaggio rimonta a quando
avevo appreso dell’uscita di Fino alla
cima, il libro che conteneva le meditazioni degli ultimi Esercizi
spirituali predicati da don Pablo Domínguez Prieto, diventato famoso per
il docufilm L’ultima cima. Dato che
sapevo che conteneva un grosso errore riguardante il Beato Karl Leisner,
ho domandato a uno dei miei conoscenti, un sacerdote della Società San Paolo,
come fare per contattare il responsabile editoriale e correggere il testo,
almeno in nota. Quest’ultimo mi ha risposto che il libro era già in stampa,
però me ne avrebbe volentieri regalato una copia appena fosse uscito.
Così,
entusiasta per avere la possibilità di riceverlo senza spendere un soldo (la
solita taccagna), il 7 marzo 2014 mi sono diretta a Cinisello Balsamo, dove la
casa editrice San Paolo ha la sede. Dato che, come al solito, ero arrivata in
larghissimo anticipo, mi sono fermata un momento nella chiesa nuova di San
Martino, che sorge proprio di fronte alla casa paolina. La mia attenzione è
stata subito catturata da un’urna, collocata a sinistra dell’altare maggiore.
Credevo fosse un corpo santo, ma mi sono subito accorta che indossava
l’abito dei Domenicani e mi sono appuntata mentalmente il suo nome.
Già
mentre ero sulla via del ritorno, ho provato a vedere se santiebeati.it avesse una scheda su di lui. In effetti c’era, ma le
informazioni contenute non mi sembravano collimare con quanto avevo visto: il
testo affermava che l’unica reliquia presente era quella del cranio, ma a me
sembrava di aver visto il corpo intero, a meno che non fosse un manichino di
cera o similari.
Arrivata
a casa, ho provato a fare qualche ricerca in più, per vedere se trovavo altro
materiale per integrare la scheda, e ho telefonato alla segreteria parrocchiale
di San Martino a Cinisello. Una gentile signora mi ha passato il parroco, don
Enrico, il quale si è detto ben disposto ad aiutarmi.
Inizialmente
avevo pensato di cambiare solo l’ultimo paragrafo del vecchio testo, ma,
proseguendo le ricerche, ho trovato un interessante saggio, contenuto in una
rivista scientifica, che mi ha concesso di aggiungere altre informazioni a
quelle, relative essenzialmente al culto odierno e alla questione delle
reliquie, che mi aveva fornito don Enrico.
Nel
riscrivergli per segnalargli quella scoperta, mi ero permessa di suggerirgli di
ricorrere proprio ai Paolini per far pubblicare anche solo un piccolo libro, in
modo da poter incentivare il culto del Beato Carino anche al di fuori di
Cinisello. Sul finire dello scorso anno, mentre guardavo le ultime uscite della
San Paolo, sono rimasta piacevolmente sorpresa per l’uscita de Il santo assassino, che non poteva
essere altro se non il libretto che speravo.
Ha
testimoniato la misericordia perché…
Le
scarsissime notizie sul Beato Carino tendono ad evidenziare prima la misericordia
da lui ricevuta, che lo condusse a pentirsi definitivamente, poi le opere
compiute durante le commissioni fuori dal convento, che gli valsero la stima e
l’affetto del popolo di Forlì. Dio si è quindi servito del male da lui compiuto
per un doppio bene: la glorificazione di Pietro da Verona come santo martire da
una parte, il pentimento perché lui stesso si salvasse dall’altra.
L’opera
che mi sento di abbinargli, però, è quella di visitare gli ammalati, non tanto
perché l’avrà compiuta, quanto perché fu proprio quando i Domenicani iniziarono
a parlargli mentre era ricoverato nell’ospedale forlivese che comprese l’errore
di cui si era reso esecutore materiale.
Il
suo Vangelo
Non
esistono frasi riportate con certezza dal nostro Beato, per cui mi faccio
aiutare dalle parole che l’arcivescovo di Milano, il cardinal Angelo Scola, ha
scelto d’inserire nella prefazione del già citato libretto. In effetti, don
Enrico mi aveva risposto che avrebbe gradito molto che la scrivesse proprio
lui. Ecco quindi alcune sue frasi che mi paiono molto calzanti:
Il miracolo della conversione che genera comunione rende
possibile che, a pochi chilometri di distanza, oggi siano venerati sia l’ucciso
che il suo assassino, diventati “uno” in Colui che è il Volto stesso della
misericordia e testimoni credibili del Suo amore per ogni uomo.
Conversione
e comunione, quindi, sono due movimenti che spingono ogni credente, ogni
giorno, a riunificarsi col Signore e a ricominciare daccapo. Mai come in questo
caso, quindi, viene da pensare che, se ce l’ha fatta un assassino, può davvero
riuscirci chiunque, con i giusti aiuti dall’Alto.
Per
saperne di più
Marco Bulgarelli, Il santo assassino – Beato Carino da Balsamo, San Paolo Edizioni
2015, pp. 80, € 7,90.
Il
libretto che ho più volte citato presenta, oltre alla ricostruzione della vita
di Carino e degli aspetti del suo culto, i luoghi che lo videro agire nel male
prima, nel bene poi.
Donald S. Prudlo, The assassin saint: the life and cult of
Carino of Balsamo, «The Catholic Historical Review» vol. XCIV, n. 1,
gennaio 2008, pp. 1-21 (scaricabile da QUI)
Un
interessante studio scientifico in lingua inglese, servito da base per il
libretto di cui sopra e per il mio articolo.
Su Internet
Scheda biografica presente nell’Enciclopedia dei
Santi, Beati e Testimoni
Pagina
sul sito della parrocchia di San Martino in Balsamo, Cinisello Balsamo (MI)
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