Perché continuo a invidiare e ad ammirare Carlo Acutis (Le 5 cose più #30]
versione 2.0 |
È ufficiale:
dopo mesi e mesi di smentite, di tentativi di depistaggi, di post plurilingue
sui social media ufficiali della sua causa in cui si raccomandava la cautela, è
stato preso in esame un secondo miracolo per la canonizzazione di Carlo Acutis,
che oggi, col relativo decreto, è stato reso pubblico.
È per
questa ragione che non ho mai pensato d’inserirlo nelle rassegne di personaggi
che, se fossi Papa (non “se fossi il Papa”) canonizzerei: perché la sua
fama è tanto globale, pensavo, che non ci sarebbe stato bisogno di attendere
troppo, né di usare altre vie come la canonizzazione equipollente o quella con
dispensa sul miracolo, per vederlo dichiarare Santo.
In
questi quattro anni dalla beatificazione, a cui ho partecipato anche come
inviata per il Portale della diocesi di Milano, credevo di essermi liberata
dall’invidia che provavo per lui. Invece, più il tempo passava, più mi sentivo
innervosire ogni volta che sentivo notizie sul suo conto, servizi televisivi e
sulla carta stampata, video e post in Rete.
Nel
post simile a questo, che avevo scritto dopo il decreto sul miracolo per la
beatificazione, avevo usato l’indicativo imperfetto perché credevo di essermene
fatta una ragione, ma mentivo: ecco perché, adesso, uso l’indicativo presente.
Forse stavolta riuscirò a liberarmi da questo male interiore.
Lo
invidio perché…
5) Perché
ragazzi e giovani in fama di santità continuano a essere paragonati a lui
Tra i
motivi che mi fanno arrabbiare c’è il fatto che Carlo è il nuovo metro di
paragone per quanto riguarda le storie di ragazzi e di giovani credenti, morti
con un ricordo di sé sostanzialmente positivo.
Di
conseguenza, ormai non c’è repertorio di bambini, ragazzi e giovani “santi” che
non lo includa: solo per citarne due che ho recensito qui, penso a Giovani Campioni di Francesco Maria Nocelli, o a Originali, sussidio sulla santità
adolescente della Fondazione Oratori Milanesi, a cui ho collaborato anch’io
cercando, a quanto pare con un buon successo, di affiancare a lui storie di
adolescenti molto poco noti nelle terre ambrosiane.
4) Perché
la sua intercessione è stata pubblicamente richiesta più volte
Moltissimi
fedeli hanno chiesto espressamente e pubblicamente la sua intercessione per
casi a volte molto delicati. È successo perfino per due vescovi: il primo è il
cardinal Gualtiero Bassetti, ora vescovo emerito di Perugia, che, nel comunicato stampa diramato quando era
grave a causa del Covid-19, aveva però chiesto d’invocare anche Giampiero
Morettini, al tempo non ancora Servo di Dio, e Sara Mariucci, per la quale non
è in corso nulla.
Il
secondo è monsignor Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, dopo che aveva annunciato di doversi curare per via di una leucemia: i suoi compagni
di ordinazione qui in diocesi di Milano, sollecitati dal parroco di Santa Maria
Segreta, la parrocchia frequentata da Carlo (anche lui della stessa classe di ordinazione), si sono uniti in preghiera
ricorrendo proprio a lui.
3) Perché
viene continuamente citato, spesso a sproposito
Avevo
già tentato di far conoscere che la frase sugli originali e le fotocopie, tanto
spesso riferita a suo riguardo, non è un suo pensiero, ma deriva da un’opera
del pastore anglicano e critico letterario Edward Young, vissuto nel XVIII secolo. Purtroppo non è
valso a nulla, dato che continua a essere il pensiero più comunemente collegato
alla sua esperienza di fede.
2) Perché
tanti, al sentir parlare di Milano, pensano a lui e non ad altri candidati di
casa nostra
Questo
motivo mi fa particolarmente innervosire: come ho cercato di dimostrare, la
diocesi di Milano ha moltissimi candidati agli altari e semplici Testimoni di
cui deve andare fiera, non solo lui.
Il
guaio è che non tutti lo sanno: a questo non aiuta affatto la pagina, veramente
incompleta se paragonata a quella di altri Uffici e Servizi di Curia, che il
Portale diocesano ha a riguardo del Servizio per le Cause dei Santi. Forse
questa canonizzazione – la prima di un fedele laico maschio (il secondo laico in assoluto, contando santa Gianna Beretta Molla) che è anche il futuro “san Carlo”
ambrosiano dopo il Borromeo – potrebbe segnare una svolta.
1) Perché
continua a essere più famoso di Alessandro Galimberti
Effettivamente è questa la ragione principale per cui mi fa arrabbiare la sua crescente fama di santità: nonostante io abbia messo in campo ogni mezzo possibile, compresi alcuni interventi radiofonici, Alessandro non sarà dichiarato Santo come lui, anzi, potrebbe non esserlo affatto.
Se però, nel suo caso, si muovesse un
popolo intero, anche se non fosse mezzo mondo come per Carlo, allora se ne
potrebbe riparlare.
Lo
ammiro perché…
5) Perché,
proprio per via di quel paragone, continuano ad aprirsi cause di bambini e
ragazzi, in tutto il mondo
È un
merito veramente indubitabile: la beatificazione di Carlo ha dato la stura a un
fiume di storie esemplari, che sono riuscite a compiere il grande salto da “santo
secondo me” a modelli proponibili per tutti.
Era già
la seconda motivazione che riportavo nel vecchio post, citando il caso di
Matteo Farina, ora Venerabile: ora mi viene da aggiungere Luigi Brutti, viterbese,
che condivide con Carlo il postulatore. Penso che me ne occuperò, prima o poi.
4) Perché
mi sono raccomandata a lui quando ho dovuto cambiare computer
Sempre
nel vecchio post, parlando di alcuni problemini a livello di hardware,
scrivevo: «Prometto che, la prossima volta che dovrò cambiarlo, chiederò di
nuovo una dritta a lui, per discernere quale sia lo strumento più adatto a me
(chiederò anche ai commessi, s’intende)».
Così ho
fatto: un mese fa, dando fondo alle mie sostanze, sono andata a comprare un computer
portatile nuovo, velocissimo, con una scheda grafica pazzesca. Mi serviva
proprio, perché non riuscivo più a lavorare sul sito della mia Comunità Pastorale,
oltre che al blog e alle mie altre collaborazioni.
Ho
riconosciuto l’intercessione del Beato Carlo anche nel fatto che ho trovato un
commesso veramente competente, che mi ha guidata nell’acquisto, anche se immagino
che un po’ abbia cercato di agire secondo il proprio interesse.
3) Perché
ripensare alle sue riflessioni mi ha fatto spesso bene
Più che
la frase sugli originali e le fotocopie, altre sue intuizioni, questa volta
veramente genuine anche nella formulazione, mi hanno aiutata: ad esempio, a
ricordare che Gesù lo incontro anche nella chiesa più vicina e che sono quasi
più fortunata degli apostoli, che l’hanno avuto accanto solo per poco tempo.
Oppure, che davanti al sole ci si abbronza, ma davanti a Gesù nell’Eucaristia
si diventa santi; ovviamente, dipende da come ci si accosta a Lui.
2) Perché
avevo visto giusto quando avevo letto per la prima volta qualcosa a suo
riguardo
Non sto
a raccontare tutto daccapo perché l’ho scritto nel primissimo post su di lui,
che poi ho riscritto per la beatificazione (e aggiornerò nuovamente, a
canonizzazione avvenuta): mi è bastato leggere sul Teletext di Telenova che
era uscita la biografia di un ragazzo della mia stessa città e diocesi, il
quale amava particolarmente l’Eucaristia, che mi sono messa subito sulle sue
tracce.
Mi
sento però come quelle persone che iniziano a seguire un fenomeno mediatico
(una serie televisiva, un personaggio famoso), ma che si arrabbiano quando
questo diventa ben più grosso e noto di com’era agli inizi.
1) Perché,
in ultima analisi, in lui si sono compiute (non computer :-D) opere grandi
Il
secondo miracolo, che, come riporta il sito del Dicastero delle Cause dei Santi,
riguarda Valeria Valverde, studentessa costaricana a Firenze per
motivi di studio, guarita da un grave trauma cranico nel 2022, è solo la punta dell’iceberg. Infatti,
per mezzo del Beato Carlo, Dio ha attuato conversioni, ritorni alla preghiera, impegni più
motivati nella Chiesa e nella società, specie tra gli adolescenti e i giovani.
Non posso fare altro che prenderne atto e sperare che, anche stavolta, io possa dare il mio contributo per far capire che Carlo è partito da Milano, ma è davvero un dono per l’intera Chiesa. [AGGIORNAMENTO 23/05/2024: l’ho appena fatto, intervistando proprio il parroco di Santa Maria Segreta, la chiesa di cui era parrocchiano].
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