Testimoniando in breve #4: una testimonianza su Fulvio Colucci a Milano, i Decreti di giugno, i seminaristi “santi” su «Avvenire», l’Editto per la causa di Manuel Foderà, due collegamenti di seguito e il mio parere sulla questione Grillo-Acutis


Quarto appuntamento con il mio riepilogo mensile sulle notizie di attualità ecclesiale e sui contributi che sono stata chiamata a offrire in collegamenti vari. Anche stavolta ho molto da raccontare; spero di non deludere nessuno.

 

Il Corpus Domini in compagnia di Fulvio Colucci

Da parecchi mesi, l’Associazione Sui passi di Fulvio Colucci mi aveva avvisata che il 19 giugno ci sarebbe stata una testimonianza su quel ragazzo casertano proprio qui a Milano, città dove, peraltro, lui ha vissuto per qualche tempo, per via delle cure a cui era sottoposto. A ridosso della data, mi hanno riferito che il luogo giusto era la chiesa di Santa Maria del Carmine, alle 21.15.

Proprio quel giorno, però, avevo la processione diocesana del Corpus Domini e la festa per i cinquant’anni del mio arcivescovo: supponendo che non sarebbe andato tutto oltre le 21, ho risposto che contavo di esserci, tanto più che la chiesa del Carmine non è lontana dal Duomo, dove la processione sarebbe terminata.

Così, appena concluso anche il momento di festa, mi sono diretta lì, ma non avevo fatto i conti con i lavori in corso proprio sulla linea del tram che mi avrebbe portata a destinazione ancora prima. In ogni caso, sono riuscita ad arrivare in tempo per sentire parlare la signora Angela, madre di Fulvio, e per scambiare qualche parola con lei e con sua figlia Francesca.

La testimonianza si è tenuta di fronte al Santissimo Sacramento esposto ed era promossa dal movimento Gloriosa Trinità. Ancora una volta, soprattutto in quel giorno così importante, mi sono sentita confermata nel credere che nell’Eucaristia dovremmo trovare tutti un punto d’incontro, perché in essa Gesù si rende ancora presente tra noi.

 

I Decreti di questo mese

Proprio il giorno dopo, il 20 giugno, sono usciti i nuovi Decreti di cui papa Leone XIV ha autorizzato la promulgazione, relativi a una nuova tornata di futuri Beati e di neo-Venerabili.

Mi sono già soffermata sul Venerabile Raffaele Mennella, ma ci sono altre storie, tra queste, che vorrei approfondire: quella della Venerabile Anna Fulgida Bartolacelli, di cui avevo già sentito parlare ma non ricordo dove né come, o del Venerabile João Luis Pozzobon, a cui avevo fatto cenno in un articolo per Avvenire cartaceo durante il Giubileo dei Diaconi permanenti, ma anche quelle dei 50 martiri dell’apostolato tra i cattolici francesi deportati in Germania nel Service du Travail Obligatoire (com’è vero che la lingua francese rende affascinanti anche argomenti terribili!), tra i quali c’erano anche tre seminaristi. A tal proposito…

 

I grandi sogni dei seminaristi “santi”

Avevo proposto alla redazione di Avvenire un articolo per il Giubileo dei Seminaristi, Sacerdoti e Vescovi, in cui avrei elencato i casi più interessanti tra i seminaristi già dichiarati Santi o Beati e quelli con le cause in corso. Sul giornale cartaceo non è uscito, ma sul sito invece sì: eccolo.

Mi è dispiaciuto moltissimo non includere i seminaristi religiosi e non considerare quelli che non hanno le cause avviate, ma almeno così non ho creato confusione.

 

Manuel, una missione di luce… e di santità da dimostrare

Il 21 giugno monsignor Pierino Fragnelli, vescovo di Trapani, ha firmato l’Editto per la causa di Manuel Foderà, laico, o meglio, bambino di nove anni (ormai, per quel che ho capito, si precisa solo lo stato di vita, non se fosse fanciullo, adolescente o giovane).

Conosco da tempo la sua storia e la “Missione Luce” di cui si dichiarava portatore, ma non ho ancora pubblicato nulla su di lui qui. Penso, a questo punto, che lo farò quando sarà annunciata la data d’inizio dell’inchiesta diocesana.

 

Due collegamenti, uno dietro l’altro

Il libro La Sapienza viaggia in Rete, di cui mi ero già occupata intervistando l’autore, è stato oggetto di una conversazione tra lui, la pedagogista Stefania Guarracino e me, andata in diretta sulla pagina Facebook My Emotion Life venerdì 27, ma riguardabile anche in differita.

Non è andata malaccio, ma avrei dovuto stare più attenta all’illuminazione della stanza; eppure non era la prima volta che seguivo una videoconferenza. 


 

La mia approssimazione era dovuta al fatto che, appena pochi istanti prima del collegamento, si era concluso un altro appuntamento a cui non volevo mancare: una videoconferenza su come il Servo di Dio Giuseppe Maria De Lillo (di cui avevo parlato qui) avesse fatto propria la spiritualità del Sacro Cuore di Gesù. Sul finale (purtroppo la registrazione non è disponibile) sono intervenuta a mia volta: da quel che ho capito, il moderatore ha apprezzato molto le mie parole.

Quanto all’avvio dell’inchiesta diocesana, non c’è ancora una data precisa.

 

Che cosa ho sbagliato su Carlo Acutis?

Nel corso della conversazione, il professor Fedele ha evocato il caso mediatico che ha tenuto banco per un paio di settimane su molte pagine social di area cattolica: i due articoli del teologo Andrea Grillo, relativi al modo in cui viene presentata l’esemplarità dell’ancora per poco (speriamo) Beato Carlo Acutis.

Non mi sento in grado di giudicare nessuna delle parti coinvolte, quindi né il teologo, né i genitori e gli educatori del ragazzo. In fin dei conti, non credo che Carlo abbia bisogno di avvocati difensori: ha già un postulatore che ha svolto il suo lavoro.

La provocazione lanciata da Grillo, però, mi ha condotta a riflettere su come io mi sia servita dell’esempio di questo futuro Santo. Nel dichiarare più volte che l’invidiavo, non ho mai inteso offendere la sua famiglia e nemmeno il suo desiderio di far conoscere a quanta più gente possibile le storie dei miracoli eucaristici e degli appelli della Madonna. Temo, però, di averlo a mia volta sfruttato, ad esempio per visitare Assisi in occasione della beatificazione, non essendoci mai stata, oppure per ricordare che non c’è solo lui tra gli adolescenti “santi”.

Ora mi sono resa conto che non vale la pena di mettermi contro Dio, esattamente come il fariseo Gamaliele riferì ai colleghi che volevano mettere a morte san Pietro e san Giovanni. Se Lui si è servito di Carlo per ricordare a tanti le verità della fede (perché, in ultima analisi, miracoli e apparizioni servono a questo), io lo riconosco e ne rendo grazie.

Anzi, conto proprio di essere presente alla canonizzazione, il prossimo 7 settembre, proprio come avevo deciso di andare il 27 aprile, anche se, come sappiamo tutti, è andata diversamente.


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