Marianna Boccolini, che voleva colorare il mondo con la compassione del Cuore di Gesù
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Foto dalla galleria del sito ufficiale |
Marianna Boccolini nacque a Terni, nell’omonima provincia e in diocesi di Terni-Narni-Amelia, il 7 maggio 1992, figlia di Maria Letizia Tomassoni e Marco Boccolini. Un anno dopo il Battesimo, ricevuto il 12 settembre 1992, si trasferì a Narni: lì frequentò la scuola materna e le elementari.
In lei cominciò a formarsi un carattere aperto alla meraviglia, interessato e
curioso verso il mondo e le persone. Guidata dalla madre, imparò a pregare e a
ringraziare Dio, soprattutto prima di addormentarsi.
A sette
anni, fu informata dai genitori che avevano deciso di separarsi. Ne soffrì
molto, ma non smise di essere grata a entrambi. Rimase a vivere a Narni con la
madre, la quale ebbe poi un’altra figlia, Susanna, a cui Marianna fu da subito
legatissima.
Il 26
maggio 2002 ricevette la Prima Comunione. Nello stesso anno, ebbe il primo episodio
di emicrania comitata: nonostante i frequenti disturbi fisici causati da quella
patologia, ebbe risultati scolastici eccellenti, anche alle scuole medie. A
quattordici anni vinse la diciannovesima edizione del premio «Umberto Corradi»,
con un tema sull’immigrazione, ed espose – era la più giovane partecipante –
alcuni dipinti al Cavour Art di Terni.
Nel
2006 s’iscrisse al Liceo classico G. C. Tacito di Terni, sezione Piano Nazionale
Informatico (PNI). In classe viveva le dinamiche tipiche dell’età, cercando di
non farsi notare per i suoi voti, comunque ottimi.
Nelle
sue riflessioni personali e nei temi scolastici non parlava quasi mai
apertamente della sua fede, ma la faceva trasparire nei testi di attualità, nelle
analisi dei testi poetici e nelle considerazioni sulla vita degli adolescenti. Per
breve tempo fu fidanzata con un ragazzo, Amedeo, mentre per dodici anni frequentò
le amiche Martina e Maria Chiara.
Arrivata
a diciott’anni, ribadì più volte di sentirsi prossima al termine della vita. Il
18 agosto 2010, mentre veniva riaccompagnata a casa dopo aver assistito a una
corsa di go-kart, rimase vittima di un incidente stradale: l’amico che guidava
l’automobile su cui viaggiava insieme agli amici Maria Chiara e Michael, perse
il controllo che si schiantò contro un pilastro sulla via Ortana. Prima che l’auto
andasse a fuoco, il conducente riuscì a recuperare il corpo di Marianna, che fu
sepolto nel cimitero comunale di Narni Scalo, in un’apposita cappella.
La celebrazione di apertura dell’inchiesta diocesana della sua causa di beatificazione e canonizzazione, volta ad accertare l’eroicità delle sue virtù, è stata celebrata oggi, 7 giugno 2025, nella Concattedrale di San Giovenale a Narni. Nello stesso Duomo, Marianna aveva celebrato la Cresima, il 4 giugno, giorno di Pentecoste; sempre lì si erano svolti i suoi funerali.
Cosa c’entra con
me?
Proprio non ricordo il giorno esatto in cui ho sentito parlare per la prima volta di Marianna. Suppongo che sia successo quando, non rammento se online o sullo scaffale di una libreria, ho visto la copertina della sua biografia, quindi era nel 2019. Quasi subito mi sono incuriosita e sentivo di volerne sapere di più, ma ho lasciato perdere.
Successivamente mi aveva accennato qualcosa di lei Carla, la conduttrice radiofonica volontaria
che è stata il mio tramite per farmi ricevere la copia fisica del diario di un
altro giovane, Claudio Contarin (qui il mio post su di lui), ma neanche quello era bastato per
alimentare il mio interesse. Qualcosa si è mosso dopo che ho ascoltato una
testimonianza di sua madre Maria Letizia; credo che fosse su TV 2000. Eppure,
neanche allora mi sono decisa ad andare in profondità.
Grazie
a un articolo della rubrica WikiChiesa di Avvenire, nel 2021, ho iniziato a
farmi qualche domanda in positivo. Il giornalista Guido Mocellin elogiava i
modi in cui il ricordo di Marianna veniva perpetuato e procurava frutti di
bene, anzitutto in sua madre: mi sembrava una garanzia meritevole.
Il 31
agosto 2023, mentre ero in viaggio con la già citata Carla alla volta di Codogno,
per visitare la casa madre delle Missionarie del Sacro Cuore di santa Francesca
Saverio Cabrini (qui la prima parte del diario di viaggio, qui la seconda), ho scambiato con lei alcuni piccoli
doni: io le ho consegnato l’edizione degli scritti completi della Beata
Benedetta Bianchi Porro, mentre lei, oltre a un foulard rosa a pallini bianchi,
aveva preparato per me una copia di Diario della felicità 3, quindi il
terzo di una serie di volumetti (finora quattro) in cui le storie di quattro ragazzi o giovani,
Testimoni o con le cause in corso, sono raccontate in forma di diario,
distinguendo però graficamente gli scritti autentici dalle parti romanzate.
Marianna era tra di loro (nello stesso volume c’era anche Claudio di cui
parlavo sopra), ma nemmeno allora mi sono decisa a conoscerla meglio.
Lo
scorso 16 maggio, mentre tornavo a casa da una visita ai miei parenti di
Portici, ho ricevuto un messaggio in un gruppo WhatsApp. Quasi non ci credevo:
a più o meno quindici anni dal fatale incidente, era stato costituito il Tribunale
ecclesiastico che avrebbe lavorato su vita e virtù di Marianna. Dico “quasi”
perché, a quel punto, ho pensato che non dovesse essere stata scelta a caso per
la puntata del programma Santi della porta accanto di Radio Vaticana
dedicata alla diocesi di Terni-Narni-Amelia.
Era
quindi venuto il momento: dovevo darmi da fare a leggere i libri principali su
di lei, a partire da quello degli scritti. Tuttavia, venerdì 23, ho appreso da
una delle mie librerie cattoliche di fiducia che il testo che cercavo non era
più disponibile; forse rimaneva qualche copia in magazzino. Mi sembrava
veramente stranissimo, dato che, fino a pochi mesi prima, l’avevo visto a
scaffale e che online mi veniva dato come reperibile (ma non l’avevo ordinato
proprio perché ero sicura di trovarlo nelle librerie fisiche).
A quel
punto, mentre tornavo a casa delusa, ho pensato di scrivere via WhatsApp
proprio alla madre di Marianna, ancor prima che al suo postulatore. Maria
Letizia mi ha risposto che anche a lei sembrava insolito, ma avrebbe sentito
fra Massimo Reschiglian, autore della prima biografia e curatore della
riedizione del libro con gli scritti.
La
risposta di quest’ultimo mi è arrivata via chiamata WhatsApp lunedì 26:
entrambi gli editori (le due opere non sono uscite per la stessa casa) gli
avevano riferito che i libri erano disponibili anche per il circuito librario,
oltre che per la vendita online. Si sarebbe però impegnato lui a farmeli avere,
fatto che è avvenuto nel giro dei due giorni successivi.
Ho
quindi cominciato ad affrontare gli scritti, dai quali ho capito qualcosa di
più e di come gli ideali che Marianna aveva ricevuto si siano consolidati col
passare degli anni. Mi sono anche serviti per ripensare a quello che scrivevo
nei miei temi scolastici da adolescente e nella primissima giovinezza, ma anche
al fatto che, come lei, cercavo amicizie vere e non volevo essere presa in giro
perché, ad esempio, ascoltavo musica “da vecchi” come il rock degli U2 mentre
le mie coetanee quattordicenni prediligevano i Backstreet Boys.
Nelle
testimonianze che avevo già seguito avevo notato che veniva evidenziato
l’aspetto della compassione nella vita di quella ragazza. Anche quello mi è
parso crescere e farsi più mirato nel procedere con la lettura, ma con due
punti chiave. Il primo è la poesia (Scritto 21) Un semplice ricordo, scritta
a nove anni: s’identifica col dolore delle popolazioni coinvolte dalla guerra
(è l’epoca successiva all’attentato alle Torri Gemelle) e, forse, con quello di
Dio stesso, se è a Lui che fa pronunciare i versi «Sto piangendo nell’alto dei
cieli / a causa di tutto questo».
Il
secondo (Scritto 114) è dal suo quaderno attivo del catechismo Sarete miei
testimoni, databile dal 2005 al 2006, quindi in preparazione alla Cresima. Nel
punto in cui il quaderno invitava i ragazzi a scegliere quale parte delle
membra di Cristo volevano essere, Marianna rispose: «Oggi io sarò il cuore di
Gesù».
Questo
mi fa pensare al percorso di ricreazione che l’Apostolato della Preghiera ha
affrontato negli ultimi anni, diventando la Rete Mondiale di Preghiera del
Papa: senza dimenticare le forme abituali di questa forma di spiritualità
legata al culto del Sacro Cuore di Gesù, ha assunto i toni di un
approfondimento della missione di compassione che la Chiesa, oggi, deve avere
per il mondo.
Sarei
curiosa di sapere se qualche gruppo della Rete Mondiale di Preghiera del Papa
nella diocesi di Terni-Narni-Amelia abbia pensato a un collegamento del genere,
tanto più che l’intenzione del Papa per il mese di giugno (confermata da papa
Leone XIV) è «Preghiamo perché ognuno di noi trovi consolazione nel rapporto
personale con Gesù e impari del suo Cuore la compassione per il mondo».
Inoltre,
per chi ama le combinazioni provvidenziali, mi sono accorta che i contatti per
i libri sono accaduti nei giorni in cui si commemora la Santa di cui Marianna
portava il nome, anche se era stata chiamata così dalla madre in onore del
personaggio letterario che è l’amata di Sandokan: santa Marianna (in spagnolo,
Mariana) de Paredes, terziaria francescana, che aveva scelto di chiamarsi
“Marianna di Gesù” (Mariana de Jesús) ma era ed è tuttora soprannominata “il
giglio di Quito”. Il giorno della sua nascita al Cielo corrisponde a quello in
cui mi ha telefonato fra Massimo, mentre il 28, quando è commemorata nel
Calendario Serafico, è il giorno in cui mi è stata recapitata la biografia.
Santa
Marianna de Paredes, o di Gesù che dir si voglia, è menzionata da Marianna nello
Scritto 164, ossia la presentazione di sé che faceva sul blog Cartoon
Creator (ecco
un elemento che ci unisce: bloggava pure lei!) il 28 marzo 2010, quand’era in
II liceo, ma con qualche errore: «L’onomastico viene festeggiato il 17 febbraio
in onore di santa Marianna de Parèdes e Flores (santa Marianna di Gesù), però
può essere anche festeggiate [sic] il 26 agosto o il 1° novembre».
Evidentemente ha confuso il 26 maggio (anche anniversario della sua Prima Comunione)
col 26 agosto e la Marianna dell’Ecuador con l’omonima martire della Licaonia,
della quale l’attuale Martirologio Romano non fa però menzione. Chissà se anche
lei, come me, ha cercato in Rete la data giusta del suo onomastico e la
vita della Santa a cui ispirarsi più direttamente.
Nella
sua vita, però, c’erano altre fonti d’ispirazione: quelle figure conosciute a
livello mondiale per il loro esempio cristiano e capaci di lasciare il segno
nella società menzionate nei suoi temi. Mi ha sorpreso trovare citato, nello Scritto 56 (Cosa avevano in comune i missionari), risalente alla quinta elementare, il
Venerabile Marcello Candia,
a me molto caro; qualcuno dovrebbe avvisare la Fondazione a lui intitolata. Oltre ai grandi nomi, ricorda, in altri passi, la signora Elfia, un’anziana amica di famiglia e vera “santa della porta
accanto” per lei.
Mi è
venuto poi da pensare che sottoscriverei volentieri la sua lettera immaginaria
a Giovanni Paolo II (Scritto 107), sebbene il rimpianto che lei ha vissuto per
non aver messo abbastanza in pratica i suoi insegnamenti mi avesse colta
maggiormente dopo la rinuncia di papa Benedetto XVI.
Sempre
ripensando ai temi, mi è parso di ravvisare lo stesso sguardo critico e un po’
addolorato verso i coetanei presente in testi simili firmati dal Venerabile Matteo Farina.
Se lui s’impegnava a contrastare la debolezza di tanti ragazzi e ragazze contagiandoli
dall’interno con l’amore, a costo di passare per “moralizzatore”, Mary, come la
chiamavano tutti, agiva ancora più direttamente, ad esempio frequentando
ragazzi solitamente esclusi dalle altre compagnie.
Sicuramente
non dev’essere sfuggito il fatto che, sulla sua tomba, sono presenti due segni
che ricordano quelli di un altro ragazzo in fama di santità, ovvero Marco Gallo: la croce di
San Damiano (l’esperienza di san Francesco, anche per ragioni geografiche, era
molto in sintonia con quella di Marianna) e la frase del Vangelo di Luca: «Perché
cercate tra i morti Colui che è vivo?».
Infine,
a riguardo della separazione dei suoi genitori, ho rivisto quel che era
accaduto a Fulvio Colucci,
il quale era ancora più piccolo di lei quando l’ha sperimentata. Ancora di più,
mi ha meravigliato la gratitudine che lei ribadisce più volte verso coloro che non
solo l’hanno messa al mondo, ma che le hanno costantemente fornito insegnamenti
a cui, sempre secondo le testimonianze della biografia, è rimasta fedele.
Quanto
a ciò che unisce me e lei, credo che l’elemento fondamentale sia l’amore per i
libri e per la scrittura. Ho già indicato sopra che Marianna aveva aperto un
blog, peraltro poco prima dell’incidente, e mi sento di condividere le sue
sensazioni a proposito della lettura e dell’immedesimarmi con le storie degli
altri, che a volte trovo più interessanti della mia stessa vita.
C’è poi
un altro esile collegamento: anch’io, da piccola, per Carnevale mi sono
travestita da Belle, la ragazza anticonformista e amante dei libri che riesce a
ritrasformare la Bestia in un principe capace di amare, andando oltre la sua
apparenza e il suo carattere indurito. Un personaggio decisamente affine a lei,
mi viene da pensare.
Ha testimoniato la
speranza perché...
Il fatto che la sua inchiesta diocesana inizi nell’anno giubilare che ha la speranza come tema fondamentale mi sembra un’ulteriore circostanza su cui riflettere. Essendo una delle virtù cardinali, sarà compito di chi segue la causa dimostrare che lei l’ha praticata in grado eroico, naturalmente in rapporto alla sua età giovanile e alle circostanze in cui è vissuta.
Secondo
me, senza per questo anticipare il giudizio ufficiale della Chiesa, Marianna ha
testimoniato la speranza perché non si è limitata a denunciare le storture del
mondo o ad ammirare le grandi personalità, ma si è messa d’impegno a
raddrizzare almeno quel pezzettino che le competeva, per esempio la sua classe
e il suo gruppo di amici. In questo modo, ha potuto rendere più evidente quel «mondo
A COLORI!!!» (nello Scritto 164 già citato usa proprio i caratteri maiuscoli e
il triplo punto esclamativo) che sognava.
Mi pare
che la sua speranza abbia avuto una connotazione particolare grazie alla
“teoria dell’ultimo giorno” di cui spesso parlava con la madre. Pensare che
ogni incontro, ogni abbraccio, ogni regalo che riceveva potesse essere l’ultimo
non la richiudeva in sé, ma la portava a non indugiare: un insegnamento colto
ancora di più dal sonetto Che stai? Già il secol l’orma ultima lascia di
Ugo Foscolo da lei commentato nel suo ultimo (165) scritto.
Il suo Vangelo
Per tutte queste ragioni, credo che ora la Chiesa, a cominciare dalla diocesi di Terni-Narni-Amelia, si stia impegnando a verificare la santità di Marianna perché in lei ha visto un’annunciatrice capace di parlare ai giovani e col loro linguaggio, ma anche a coloro che, in questi stessi giovani, rischiano di perdere la fiducia.
Essere buoni, gentili, generosi, oggi pare una rarità, ancor più che quindici anni fa. Eppure Marianna, con le sue parole e con il ricordo che ha lasciato di sé, dimostra che è possibile almeno provarci, così da lasciare il mondo un po’ più colorato e come lo vorrebbe Dio.
Prima
ancora che papa Francesco riscrivesse a suo modo le Beatitudini
nell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate, richiamandole come
carta d’identità per ogni cristiano, lei, commentando in terza media (Scritto
122) quel testo che propone altre Beatitudini per il nostro tempo, aveva
individuato cosa servisse per essere autenticamente testimoni:
Le beatitudini del
nostro tempo sono facilmente raggiungibili da chiunque; basterebbe mettere da
parte l’egoismo e l’indifferenza ed aprire il proprio cuore agli altri.
Questo
non è buonismo, ma un altro modo di stare al mondo, che deriva dallo Spirito di
Gesù risorto: chi accosta la vicenda di Marianna ne diventa immediatamente
convinto.
Per saperne di più
Massimo Reschiglian, Un mondo a colori - La storia di Marianna, Edizioni Porziuncola 2019, pp. 160, € 14,00.
La
presentazione della sua vita, basata sugli scritti e sui ricordi degli amici,
dei compagni di scuola e dei familiari.
Marianna
Boccolini, Un semplice ricordo – Scritti (1998-2010), Tau Editrice 2024,
pp. 254, € 20.00.
La
raccolta degli scritti di Marianna, già edita a un anno dalla morte (e presa
come base della biografia), è stata ripubblicata a cura di fra Massimo
Reschiglian, con l’aggiunta di altri testi: in tutto comprende componimenti
scolastici, riflessioni personali, preghiere e pagine di diario.
Vera
Bonaita, Marianna, Velar 2021, pp. 28, € 5,00.
Marianna
raccontata attraverso un’intervista immaginaria in un libro per bambini e non
solo.
Cecilia
Galatolo, Marianna Boccolini – Il sorriso della compassione, Velar 2022,
pp. 48, € 3,50.
Il
racconto in breve della sua vita e dei suoi ideali.
Massimo
Reschiglian, La vita a colori di Marianna, Editrice Shalom 2024, pp. 36,
€ 7,00.
Il
primo biografo ripresenta Marianna ai più piccoli, facendola parlare in prima
persona.
Su Internet
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