Mario Giuseppe Restivo, tra prontezza e poesia

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Chi è?


Mario Giuseppe Restivo nacque a Palermo il 24 gennaio 1963, primo di quattro figli. Con la famiglia, a tre anni circa, si trasferì a Castelbuono, paese d’origine dei suoi genitori, in provincia di Palermo e diocesi di Cefalù, dove frequentò due anni di asilo e quattro di scuola elementare, conclusa nel capoluogo.

A nove anni, nel maggio 1972, visto che il suo maestro non aveva assegnato agli alunni una poesia da imparare per la festa della mamma, decise di scriverne una lui. Fu il suo primo passo in ambito poetico, che si concretizzò nel 1974, quando suo padre Antonio, per mantenere una promessa che gli aveva fatto, diede alle stampe una prima raccolta, intitolata La mia aurora. L’anno dopo ne uscì un’altra, In cammino, che gli valse una certa notorietà in campo locale e nazionale.

Ottenne poi una borsa di studio dalla Federico Motta Editore di Milano, mentre era studente di prima media nella scuola «Domenico Scinà» di Palermo. Sollecitato dal padre, partecipò con successo a molti concorsi letterari, finché non chiese di potersi fermare, per non vantarsi troppo dei propri meriti. Mario, infatti, sentiva molto vicino san Francesco d’Assisi, per la sua profonda umiltà e per il suo amore per le creature.

Lo scautismo contribuì a far crescere in lui la capacità di entrare profondamente in contatto con la natura. Già membro del gruppo AGESCI Palermo 3, accettò, nel novembre 1978, di aprire un nuovo gruppo nella parrocchia di San Raffaele Arcangelo a Palermo, nel quale arrivò a ricoprire, prima del tempo, la carica di Capo Reparto.

Nel luglio 1982 conseguì il diploma di maturità classica presso il liceo ginnasio «Vittorio Emanuele» di Palermo. Un mese più tardi, il 19 agosto 1982, morì in un incidente stradale presso Chambéry, in Savoia, mentre si dirigeva con altri due scout verso Taizé, dove avrebbe trascorso un fine settimana di spiritualità.

Il 12 marzo 2006, presso la Matrice Vecchia di Castelbuono, si è svolta la prima sessione del processo diocesano della sua causa di beatificazione e canonizzazione, con la costituzione del Tribunale Ecclesiastico, l’insediamento dello stesso e il giuramento dei membri. Da allora non ci sono più stati sviluppi.

 

Cosa c’entra con me?

 

Fino a quasi un mesetto fa, di Mario Giuseppe Restivo, sapevo soltanto che era stato uno scout. Avevo infatti una vaghissima conoscenza dei suoi tratti biografici, se non altro perché era stato incluso nel calendario 2020 dell’Opera Salesiana del Sacro Cuore di Bologna, che mi arriva in quanto collaboro con la rivista Sacro Cuore VIVERE. A sua volta, il calendario si rifaceva alla mostra a pannelli Santi della porta accanto, lanciata in occasione del Sinodo sui giovani.

Non l’avevo neppure preso in considerazione, quando i collaboratori della Fondazione Oratori Milanesi mi hanno chiesto una consulenza per selezionare dieci esempi di santità adolescente da proporre in un sussidio per gli educatori, pubblicato in vista della Settimana dell’Educazione. Credevo, infatti, che per “adolescenti” s’intendessero ragazzi dai dodici ai diciassette anni compiuti; Mario, invece, è morto che ne aveva diciotto.

Quando poi mi è stato sottoposto l’elenco finale, ho visto comparire anche lui, suppongo proprio per rappresentare adeguatamente la componente scout, che negli oratori ambrosiani ha una discreta presenza, a fianco di ragazzi aderenti ad altri movimenti.

Il collaboratore che mi aveva contattato mi aveva in pari tempo fatto presente che su due personaggi faticava a trovare fonti. Uno era il Servo di Dio Pierangelo Capuzzimati, mentre l’altro era proprio Mario. 

Se nel primo caso disponevo di una buona biografia, nel secondo non sapevo proprio da dove partire. Neanche la scheda su santiebeati.it mi sembrava una base adeguata da suggerire: occorreva qualcosa da leggere rapidamente e che permettesse d’intuire, almeno in parte, l’originalità della testimonianza di quel ragazzo.

Mi è quindi tornato alla mente l’incontro con Giandonato Salvia e col suo progetto di evangelizzazione Via Lucis 2020: in effetti, quando l’avevo sentito parlare su TV 2000, stava proprio partendo dalla tappa che aveva avuto Mario come testimone-guida; di lì a poco, sarebbe passato per Milano.

Ho mandato un messaggio a Giandonato per chiedergli di mettermi in contatto con chi, a sua volta, aveva aiutato lui. Nel giro di poco, mi ha inviato il numero di Vito, fratello di Mario, preavvisandolo che l’avrei chiamato. Cercando di essere il più discreta possibile, ho spiegato le mie ragioni e fatto presente che avevo bisogno del materiale in tempi strettissimi.

Vito è stato davvero felice di questo interesse venuto dalla lontana Milano. Non solo: non era stato avvisato neppure dell’inserimento di Mario nella mostra a pannelli e, allo stesso modo, era rimasto sorpreso anche della richiesta per la Via Lucis.

Mi ha poi spiegato che la famiglia non ha mai voluto spingere troppo per la causa di suo fratello. Intendeva così rispettare l’umiltà che era parte del suo carattere, confermata dalla scelta di non pubblicare più le poesie, dopo i primi successi letterari anche a livello nazionale. Inoltre, il maggior promotore della sua esemplarità, ossia il loro padre, era morto lo scorso anno, dopo una lunga malattia. Anche il Centro Studi Mario Giuseppe Restivo, avviato per ricordarlo, non è più attivo.

In breve, quanto gli raccontavo andava ad aggiungersi al cammino della Via Lucis e alla mostra a pannelli, tra i segnali del rinnovato interesse ecclesiale sulla storia di Mario. Purtroppo, però, non poteva aiutarmi nell’immediato, perché lontano da casa.

Nel frattempo avevo deciso di battere un’altra pista, ossia d’interpellare la diocesi di Cefalù: l’unica data che avevo recuperato, relativamente alla sua causa, era il 2003, anno nel quale la Conferenza Episcopale Siciliana diede il proprio assenso all’avvio del processo diocesano.

Il responsabile del Servizio di Pastorale Giovanile Vocazionale (da loro si chiama così, senza trattini o congiunzioni tra i due aggettivi) è stato anche lui molto felice, ma mi ha fatto presente, allo stesso tempo, che Mario ha dispiegato la sua testimonianza principalmente a Palermo. Tuttavia, nella sua diocesi, qualcuno si ricordava ancora di lui.

La pista in realtà era duplice, in quanto, parallelamente, ho mandato una e-mail all’Archivio Storico Diocesano, sempre a Cefalù. Anche in quel caso, ho trovato un sacerdote felice di sapere di quell’iniziativa, ma allo stesso tempo impossibilitato a darmi ciò che mi occorreva: il materiale collegato al processo diocesano, giustamente, è sotto riserbo. In compenso, mi ha fornito almeno i dati relativi alle fasi preliminari della causa (ma im archivio non c'è traccia dell'Editto) e all’inizio del processo diocesano, a tutt’oggi non concluso.

Per non restare con le mani in mano, ho giocato un’ultima carta: verificare se, in qualche biblioteca possibilmente vicina, ci fossero copie delle sue raccolte poetiche. Non avrei mai pensato che la sede milanese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore avesse due volumetti suoi: In cammino, del 1975, e La stagione dell’incontro, pubblicato postumo nel 1985.

Ho passato un’intera mattinata a sfogliare quei libretti e q prendere appunti, sperando di cavarne qualcosa di utile per il sussidio. 

Intanto, mi si dispiegava davanti l’animo di Mario: ancora in formazione nelle liriche scritte a tredici anni, ma già capace di non farsi abbagliare da illusioni inutili; per nulla scontato nel descrivere i fenomeni naturali della luna, della notte, dei fiumi della sua terra; consapevole dell’importanza di Dio nella propria storia.

Nelle poesie postume, invece, ho riscontrato echi dell’attualità: fa riferimento agli attentati terroristici degli anni di piombo, al festival musicale di Woodstock e cita espressamente, per nome, i cantautori Francesco De Gregori e Lucio Dalla. Non mancano neppure poesie d’amore, rivolte a un’anonima e bionda ragazza (chissà se lei sapeva di essere oggetto dei suoi pensieri).

Mi è venuto da ripensare a lui quando ho letto la notizia della morte di Enrico Lovascio, scout della diocesi di Carpi. Qualcosa mi dice che non ci vorrà molto perché esca qualcosa di corposo a riguardo di quest’ultimo.

Mi sono concentrata troppo sul Mario poeta e meno sul Mario scout e responsabile di altri scout, solo perché non ho trovato, ad esempio, testimonianze di suoi vecchi compagni di strada. Spero proprio che il rinnovato interesse su di lui smuova gli animi e gli intenti di chi, ancora adesso, vuole proporlo a modello.

 

Il suo Vangelo

 

Anche nel suo capitolo del sussidio, i collaboratori della FOM non hanno scelto un passo biblico a caso: i versetti 35-38 del capitolo 12 del Vangelo secondo Luca, che si aprono con quello «State pronti», che in latino suona Estote parati, il motto che sir Robert Baden-Powell scelse per l’associazione da lui fondata.

Prontezza che, in Mario, si è tradotta anzitutto nel non lasciar cadere un modo per dare sfogo alla sua sensibilità e alla sua capacità di rendere in versi il mondo che lo circondava e le proprie sensazioni. Anche quando ha voluto tenere celata la sua vena poetica, riservandola al colloquio col Signore, non ha smesso di portare a Lui le intenzioni a cui teneva maggiormente e di chiedere i doni più giusti per sé.

Nel testo posto a conclusione della sua raccolta postuma, oltre a far presente che «Una poesia non va decifrata ma intuita», Mario commenta:

E se ogni giorno fosse vissuto come il primo?

Dovremmo dare un senso alla nostra vita, darle una continuità, saperne cogliere attimo per attimo i lati positivi. La vera felicità la si conquista nel dolore e nell’amore per gli altri: è fede nella vita e solidarietà gioiosa.

Tutto il resto è apparenza e vanità.

In attesa di avere altri dati sulla sua vita, spero che quanti leggono di lui, nel sussidio appena uscito o altrove, assumano questi atteggiamenti, che sono tipici degli autentici Testimoni.

 

Per saperne di più (aggiornato al 25/01/2024)

 

Le raccolte poetiche di Mario non sono più in catalogo e non esiste neppure in commercio una sua biografia completa. 


Su Internet (aggiornato al 25/01/2024)


Sito e pagina Facebook ufficiali dell'Associazione Amici di Mario Giuseppe Restivo


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