«Liete canzoni» per alimentare la fede in tempo di pandemia, volume 6


Come promettevo nel post precedente, questa puntata dell’elenco di cori reali, che reinterpretano canti religiosi in modo virtuale e a distanza, passa per sonorità davvero insospettabili.
Stavolta non ho seguito il mio abituale criterio geografico, proprio per indicare la varietà delle espressioni musicali. Quando ci si commuove si dice «preparate i fazzoletti»; se viene la pelle d’oca, invece, cosa bisogna dire?


Gruppo Zoar, «Mashalem»


Questo me lo ha segnalato Marta, una delle componenti di questo gruppo pugliese, precisamente di Putignano, del quale avevo già menzionato nel “volume 2” la cover di Isaia 62.
Non sapendo cosa significasse il titolo, anche se dal contesto avevo dedotto che fosse l’ultima parola di Gesù in Croce secondo l’evangelista Giovanni, ossia «È compiuto», ho provato a cercare e ho visto tanti riferimenti a pagine di cristiani evangelici. La cosa non mi ha stupita molto: a volte, infatti, accade che canti di lode nati in quell’ambito passino anche in ambito cattolico. Restava da capire chi fossero gli autori.
Sono arrivata a capire che il titolo corretto è M' Shalem e che l’interprete è Angelo Iossa, in arte semplicemente Iossa, cantante e produttore, fondatore di «Cantàmmo a Gesù!» (la “o” è muta), un progetto musicale nato a Napoli.
Penso proprio che sia lui stesso a scrivere, nei commenti al video originale, in risposta all’utente Maria Mariah:
Maria Mariah ciao! Siamo felici di rispondere a questa tua domanda! Che bello quando Dio permette attraverso un canto di abbattere i muri che noi uomini abbiamo creato in secoli di storia. Il brano è stato ispirato agli autori, fedeli della parrocchia di S. Maria di Montesanto (Napoli), quindi cattolici, da una meditazione sulla passione di Gesù guidata da uno dei nostri sacerdoti nel 2017. Il canto fu “commissionato” per il finale della Via Crucis Vivente parrocchiale dello stesso anno (poi divenuta un musical), e in quella stessa Domenica di Pasqua fu diffusa gratuitamente via Whatsapp, come regalo di Pasqua a tutti i parrocchiani, una versione demo del canto arrangiata e cantata rapidamente a titolo dimostrativo. Nel corso dei mesi, girando e girando, il canto si è propagato nell’anonimato e nel nascondimento fino a diversi canali qui su Youtube, ed è stato adottato da diverse comunità di fratelli evangelici che ne hanno fatto anche bellissime versioni proprie. Tutto questo ci ha riempiti di gioia perché vedevamo pregare fratelli di fede evangelica, con note e parole uscite da una comunità cattolica. Vuol dire che lo Spirito Santo ha operato attraverso di noi per arrivare all’essenziale che è Gesù. Anche noi usiamo innumerevoli canti della tradizione evangelica per l’animazione delle nostre attività parrocchiali e diocesane. E un grande lavoro di traduzione e adattamento viene fatto ancora oggi. Chiediamo al Signore di poterci donare la comunione anche attraverso questo ministero, che i cristiani di tutte le fedi possano unirsi nella grande missione di portare l’amore di Dio nel cuore della gente attraverso la musica. E allora come Gesù sulla croce potremo gridare con gioia “M’ Shalem” che significa “È compiuto”! Nella Bibbia c’è scritto: “Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.” (Col. 3, 11)
Per richiedere testo e accordi, seguite quanto scritto qui.

Pastorale Giovanile e Vocazionale di Acerra, «Figlio di Re»


Scorrendo la pagina ufficiale di «Cantàmmo a Gesù!», ho trovato che la Pastorale Giovanile e Vocazionale di Acerra ha lanciato una challenge, come si usa dire adesso, proponendo ai giovani di reinterpretare questo brano, sempre in stile “stare a casa”. Gli interpreti originali hanno molto gradito, vedo.
Non ho mai sentito il reggaeton applicato a testi con contenuto credente (con una spruzzata di dialetto napoletano), ma c’è sempre una prima volta. Per giunta, il risultato è più che soddisfacente.

Corale Santa Cecilia di Castello d’Argile, «Alleluia» da «Exsultate, jubilate» (K. 165)



È la parte più famosa del mottetto Exsultate, jubilate di Wolfgang Amadeus Mozart, che fino ad oggi non sapevo essere stato eseguito, in prima assoluta, in quello che fu il convento dei Teatini di Milano, che comprendeva la chiesa di Sant’Antonio Abate (alla quale facevo riferimento qui).
Questo coro ha eseguito anche altri brani a distanza, ma ho scelto questo (almeno per questa lista) perché qui hanno suonato anche i musicisti.

Comunità Pastorale di Codogno, «L’Amore più grande»



Codogno, in provincia e diocesi di Lodi, è stato uno dei primi paesi colpiti dal Covid-19. I giovani della locale Comunità Pastorale hanno scelto l’inno dell’Ostensione della Sindone del 2015, composto da Marco Brusati e interpretato in originale dal Grande Coro HOPE.
Sperando che il link persista, a questa pagina ci sono tutte le risorse per impararlo: audio, base, spartito e accordi.
Coro Genzianella, «Signore delle Cime»


Mi ero accorta di non essere ancora incappata in qualche filmato che venisse da un coro degli Alpini. Ne sono andata quindi deliberatamente in cerca, trovando quest’esecuzione di un canto composto da Bepi De Marzi e dedicato a tutti quelli che sono “passati avanti”, come si usa dire nel gergo di questo Corpo militare (però mi è accaduto di cantarlo anche a funerali di uomini che, per quel che sapevo, non ne sono mai stati parte).

Coro Effatà, «Baba Yetu»




Questo coro di Sarnico (Bergamo) specializzato in gospel, propone un brano che, in realtà, non è stato composto per momenti di preghiera. L’autore, Christopher Tin, l’ha realizzato su indicazione di un suo ex compagno di università, che stava lavorando alla colonna sonora di Civilization IV, uno di quei videogiochi strategici a turno in cui i giocatori devono costruire dei veri e propri imperi, partendo da immaginarie popolazioni preistoriche.


Coro Veglie e Adorazioni dell'Unità Pastorale di Cammarata, «Al Signore canterò»


Adattamento italiano basato sul Salmo 145 (146), a opera di don Marco Deflorian (scomparso nel 2017) di un brano di David Haas, compositore americano di musica cristiana. In assoluto, è uno dei canti che più mi suscitano emozioni profonde, non solo la “pelle d’oca” di cui scrivevo in apertura; questa versione non fa eccezione.


Comunità Pastorale San Paolo Apostolo di Senago (Milano), «Ave Maria – Ora pro nobis»


Per la “quota mariana” di questa lista ho scelto l’Ave Maria della Messa per coro Verbum Panis, che in molti repertori parrocchiali ha costituito una variazione rispetto a testi che spesso non vengono più compresi o, addirittura, travisati con esiti quasi comici, come scrivevo qui.
Inneggiare alla Madonna chiamandola solo «donna» e «madre» a qualcuno ha fatto storcere il naso, mentre ad altri ha fatto ripensare alle riflessioni di don Tonino Bello. A ben vedere, il primo a chiamarla così è stato proprio Gesù dalla Croce, secondo il Vangelo di Giovanni.

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