«Liete canzoni» per alimentare la fede in tempo di pandemia

E ho preso solo quattro dei cori in questo screenshot!
No, non è un pesce d’Aprile: ho deciso d’interrompere la mia pausa quaresimale perché sento di dover trovare e fornire motivi di speranza nella situazione sanitaria in cui tutti ci troviamo ormai da un mese.
L’ispirazione mi è arrivata da quanto il mio Arcivescovo ha dichiarato nell’omelia per la V domenica di Quaresima: dobbiamo cantare «liete canzoni» per contrastare «con il contagio della gioia il contagio del virus e di ogni male».
In questi giorni stanno circolando molti video musicali in stile “stare a casa”, in cui più persone, restando appunto nelle loro abitazioni, reinterpretano canzoni famose. I loro filmati singoli vengono montati insieme, per dare l’impressione di un coro virtuale. Avevo già visto realizzazioni simili da parte di altri youtubers, in periodi più tranquilli.
In effetti, la quarantena ha frenato anche le prove di tanti cori, anche parrocchiali e religiosi, che altrimenti avrebbero provato i canti per la Settimana Santa o per qualche concerto. Non poche formazioni hanno trovato questo modo diverso per esprimersi, così da incoraggiare gli ascoltatori e loro stessi.
Preciso che questa non è una classifica in base alle mie preferenze, ma va da nord a sud della nostra Penisola.

Gruppo Shekinah, «Per fede vivrò»



Non potevo cominciare in altro modo, se non con un canto che mi vede direttamente coinvolta, anche perché l’ho inciso con i miei compagni del Gruppo Shekinah e l’ho riproposto in questa versione video, che costituisce anche il video ufficiale del brano.
Con una certa fierezza, posso affermare che è l’unico pezzo originale, seppur non inedito, di questa lista: gli altri sono tutte cover di canti già noti alle assemblee italiane. A differenza dei successivi, però, le nostre voci non sono dal vivo: abbiamo cantato sulla registrazione presente sul CD, che è stata sovrapposta nel montaggio.
Per fede vivrò, tratto dall’album Leggero sorriso di grazia, è nato per accompagnare il percorso Varcare la soglia, previsto dalla Pastorale Giovanile della Diocesi di Milano durante l’Anno della Fede.
Le strofe fanno riferimento a vari simboli che rimandano alla fede: stella da seguire, fiume che rincorre la foce, mandorlo che rivela la luce di Dio (rimando diretto alla visione del profeta Geremia al versetto 11 del capitolo 1 del suo libro), soglia da varcare senza timore.
Il ritornello, anche se non usa direttamente i nomi sacri di Gesù o di Dio, è un’invocazione e una professione di fede allo stesso tempo:
Mi fido di te ascolto la voce parlami tu.
Prendi questa mia vita fanne dimora del tuo amore.
Il punto che mi carica di più, però, è la coda, con quel Per fede, per fede, per fede vivrò che cresce fino a esplodere nell’ultima vocale. Mi fa pensare al «Per fede» ripetuto nel capitolo 11 della Lettera agli Ebrei, ripreso dal Motu proprio Porta fidei di papa Benedetto XVI, al paragrafo 13, che culmina proprio con l’affermazione «Per fede viviamo anche noi».




Coro dell’Oratorio San Giovanni Bosco di Clusone, «Resta qui con noi»


Ho appreso di quest’esecuzione scorrendo pigramente la mia homepage di Facebook, mediante la pagina del Servizio d’Informazione Religiosa (AgenSIR): come a volte mi accade, trovo anche qualcosa che attira il mio interesse.
I membri del coro dell’oratorio San Giovanni Bosco di Clusone, della parrocchia di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista, hanno invece prestato le loro voci a un brano dei Gen Rosso, nato per la prima Giornata Mondiale della Gioventù, passato successivamente anche in molti repertori di canti che si eseguono a Messa.
Il rimando esplicito è all’episodio dei discepoli di Emmaus nel Vangelo secondo Luca, ma in questi giorni può essere elevato in tono ancora più accorato, tanto più che la provincia di Bergamo è una delle più colpite dal Coronavirus:
Resta qui con noi, il sole scende già,
resta qui con noi, Signore è sera ormai.
Resta qui con noi, il sole scende già,
se tu sei fra noi la notte non verrà.
Le immagini dei coristi e del loro curato (a Bergamo il prete incaricato dell’oratorio si chiama così) sono alternate a quelle del momento di preghiera di papa Francesco di venerdì 27 marzo.
Penso che don Giovanni Bertocchi, il quale era nativo proprio di Clusone e amava molto la musica, approverebbe.

Coro e orchestra della Scuola di preghiera online di Padova, «Il Signore ti ristora»


La Scuola di preghiera online è un progetto dell’Ufficio di Pastorale dei Giovani della Diocesi di Padova, attivo dal 2018. Tramite brevi video, i giovani aderenti sono guidati in vari esercizi di preghiera; evidentemente, il canto è compreso.

Tra i canti che spesso ricorrono in veglie e celebrazioni, giovanili e non, risuonano i canoni di Taizè. Il Signore ti ristora è uno di essi, presente nell’album Mane nobiscum. Anche qui, i giovani lo interpretano sia cantando, sia suonando.

Il Signore ti ristora,
Dio non abbandona.
Il Signore viene ad incontrarti,
viene ad incontrarti.



Coro Maria Immacolata di Parma, «Stai con me»



Questo, invece, l’ho cercato inserendo la stringa “coro virtuale” o qualcosa del genere.

Il coro della parrocchia Maria Immacolata di Parma ha invece adottato, cantandolo e suonandolo direttamente, un canto di adorazione e di lode tratto dall’album Luce del Servizio Nazionale della Musica e del Canto del Rinnovamento nello Spirito Santo. In realtà, come accade per altri canti di questo tipo, è la versione italiana di Still degli Hillsong Worship, uno dei gruppi di musica cristiana contemporanea più famosi al mondo, in attività dal 1983 (anche se fino al 2014 si chiamava Hillsong Live).

Anche in questo caso, la scelta è caduta su un’invocazione a Dio nel tempo della prova, che prende le mosse, nel canto originale, dal Salmo 46:

Quando la tempesta arriverà

volerò più in alto insieme a Te.

Nelle avversità sarai con me

ed io saprò che Tu sei il mio Re.

The Joyful Gospel Ensemble, «People get ready»


Da Livorno arriva invece questa formazione gospel, con una canzone scritta nel 1965 da Curtis Mayfield, cantata da lui e dagli altri membri del gruppo The Impressions.
Non è un brano religioso in senso stretto, ma s’ispira ad altri inni del genere: parla di un treno che porta da Dio e, quindi, alla libertà sperata dagli afroamericani che lottavano per i loro diritti civili.
I membri del The Joyful Gospel Ensemble hanno voluto dedicarlo al personale medico-sanitario, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco e a tutti quelli che stanno operando in questa emergenza.



Coro parrocchiale San Gabriele dell’Addolorata di Messina, «Mano potente»




Molti di questi video vengono dalla Sicilia e si rifanno al repertorio del Rinnovamento nello Spirito Santo. Anche questo coro di Messina, infatti, attinge da lì, precisamente da Mi salverai, album uscito lo scorso anno.
Il canto scelto, composto da Riccardo Sansone, è ispirato al Salmo 89. Anche qui i coristi non solo sono in un contesto domestico, ma spesso, con loro, cantano anche i loro bambini.
Non ci dimenticherà, siamo il suo popolo, ci guarirà
Al cielo alziamo le mani, non siamo soli
Dio è qui, non ci abbandona
Nostro custode sarà,
Contro le tenebre risplenderà il sole della giustizia
La sua luce splenderà
Splenderà


Coro giovanile Note Colorate di Messina, «Mi rialzerai – You raise me up»


Questo coro giovanile aveva già interpretato questo brano in un concerto nel 2017. La versione domestica è accompagnata dall’ormai famoso slogan «Andrà tutto bene», che accompagna post, cartelloni, striscioni e vari mezzi per tirare su il morale.
Contrariamente a quanto si legge in giro, anche nel post che accompagna il video sulla pagina Facebook del coro, l’autore del brano originale non è Josh Groban. Lui ha contribuito a portare al successo, nel 2003, un brano inciso due anni prima dal duo norvegese-irlandese Secret Garden e composto da Rolf Løvland e Brendan Graham.
Personalmente, l’avevo conosciuto nella versione dei Westlife e ne avevo ravvisato le note (è infatti quello stesso brano, col testo cambiato) in Inori, sigla di apertura del cartone giapponese Romeo X Juliet.
Non è un canto pensato per la preghiera, ma il “tu” è stato anche inteso come rivolto a Dio. Perciò la versione italiana, che non è letterale, è entrata come l’originale nelle assemblee evangeliche e si sta affermando anche tra i cattolici.

Coro Magnificat di Barrafranca, «Madre io vorrei» e «Ecco l’uomo»

Quando mi è arrivato via WhatsApp un messaggio in cui veniva citata quest’esecuzione, mi è venuto subito da pensare che anche noi di Shekinah potevamo fare qualcosa di simile. Nel giro di pochi giorni, mi è arrivato l’invito a partecipare al video collettivo presentato nel primo paragrafo.
Questo coro di un paese vicino Enna ha giocato la carta del canto alla Madonna, seguendo le varie manifestazioni di affidamento svolte nelle nostre regioni. È un brano che ben si adatta al tempo quaresimale, tratto dall’album E mi sorprende di monsignor Pierangelo Sequeri.


Il successo ottenuto, che ha portato anche alla ripresa del video su Avvenire, ha portato a un secondo video con lo stesso stile. Ancora una volta, la scelta è caduta su un brano (anche se non in versione integrale) di monsignor Sequeri, di nuovo in linea con la Quaresima e con l’imminente Settimana Santa, adatto per la Via Crucis, per il momento dell’adorazione della Croce al Venerdì Santo e per le celebrazioni penitenziali.




Coro Note Colorate - Parrocchia S. Anna di Enna, «Lui verrà e ti salverà»





Un altro brano che è la versione italiana di un canto di adorazione e lode americano, He will come and save you, di Bob Fitts e Gary Sadler. L’antecedente biblico è il versetto 4 del capitolo 35 del profeta Isaia.
Il punto di forza di questo video è che il coro è formato da intere famiglie.
Lui verrà e ti salverà,
Dio verrà e ti salverà,
di' a chi è smarrito che certo Lui tornerà.
Lui verrà e ti salverà,
Lui verrà e ti salverà,
Dio verrà e ti salverà,
alza i tuoi occhi a lui, presto ritornerà,
lui verrà e ti salverà.
Coro Hic et nunc: «Mother of God»


Il Coro Hic et Nunc, di Cagliari, propone invece un brano di sir John Tavener, compositore britannico dai trascorsi religiosi molto complicati.
Si tratta di una sezione di The Veil of the Temple, composizione che nella versione integrale dura all’incirca sette ore e si rifà a varie tradizioni religiose, ma attinge soprattutto allo stile musicale cristiano ortodosso.
Mother of God, here I stand now praying,
Before this icon of your radiant brightness,
Not praying to be saved from a battlefield,
Not giving thanks, nor seeking forgiveness
For the sins of my soul, nor for all the souls.
Numb, joyless and desolate on earth,
But for her alone, whom I wholly give you.
Il testo, tratto da una poesia di Mikhail Yuryevich Lermontov, è una chiarissima preghiera alla Madonna, di fronte a un’icona. Anche qui si tratta di una richiesta d’intercessione, rivolta però per aiutare una sola donna.

Considerazioni finali


Ammetto di aver confrontato le varie esecuzioni tra loro, ma poi ho riconosciuto che era inutile: quello che più contava era il messaggio che tutti hanno voluto portare, trasversale rispetto ai generi musicali adottati.
Inoltre, mi sono ricordata di quanto chi dirige il Gruppo Shekinah ha spesso ripetuto a me e compagni: quando cantiamo, c’è solo “il coro”, non i singoli membri. A fare la differenza, però, è il fatto che a noi viene proposto un vero e proprio cammino, che non si riduce alle prove, alle veglie, alla realizzazione di dischi inediti o di cover (come l’ultimo).
Ora che ci penso, tra i primi testi che la nostra guida spirituale ci lasciò da meditare c’era un passaggio de L’eleganza del riccio, di Muriel Barbery. Lì era descritta la sensazione che una delle protagoniste del romanzo avvertiva al sentire cantare il coro della sua scuola:
Il corso della vita è sommerso dal canto, d’improvviso c’è una sensazione di fratellanza, di profonda solidarietà, persino d’amore, e le brutture quotidiane si stemperano in una comunione perfetta. Anche i visi dei coristi sono trasfigurati: non vedo più Achille Grand-Fernet (che ha una bellissima voce da tenore) né Deborah Lemeur né Ségolène Rachet né Charles Saint-Sauveur. Vedo degli esseri umani votati al canto.
Credo che quest’affermazione valga per tutti i cori che ho presentato e per tutti quelli che aspettano solo il momento in cui, davvero vicini, potranno tornare ad accompagnare la preghiera dei loro comparrocchiani o di quanti verranno ad ascoltarli.


Commenti

Post più popolari