«Liete canzoni» per alimentare la fede in tempo di pandemia, volume 2


Anche stavolta, purtroppo, ho dovuto lasciare fuori qualcuno
Avevo infranto il mio impegno quaresimale per elencare e censire molti video collettivi realizzati da vari cori, giovanili e non, perlopiù religiosi, per risollevare gli animi anche durante l’attuale emergenza sanitaria.
A dire il vero, dopo aver ottenuto di poter dedicare sul Portale diocesano un articolo al video collettivo del Gruppo Shekinah, con cui avevo aperto il post già citato, avevo scritto alla redazione di Rete di speranza, il nuovo programma di TV2000, per sperare in una menzione, senza peraltro dichiarare di essere una dei coristi.
Quando il conduttore ha annunciato che avrebbe presentato una selezione di video di quello stesso genere, ho trattenuto il fiato. Purtroppo, come vedrete dal minuto 15:00 del video sotto, mancava proprio il nostro.


Mi aspettavo almeno che don Alberto Ravagnani, ospite a distanza nella stessa trasmissione perché ormai lanciatissimo sul web (ma posso affermare di aver intuito le sue potenzialità in tempi non sospetti), potesse menzionarlo col suo abituale entusiasmo; dopotutto, veniamo dalla stessa diocesi.
In compenso, c’era un video che non avevo sentito: me lo sono segnata per aggiungerlo al vecchio post. Nel giro di qualche giorno, un po’ per caso un po’ per correlazione, sono emersi altri esempi; questa volta non sono tutti rifacimenti di canti già noti.

Coro Parrocchia Santa Famiglia di Nardò & Friends, «Re dei Re»


Questo è il video che mi era sfuggito e che ho visto citare su TV2000. Come in molti altri di quelli del primo elenco, è stato scelto un pezzo del Servizio per il Canto del Rinnovamento nello Spirito Santo.
Non mi sembra nella tonalità originale; a mio avviso, perde un po’ della sua carica di lode, quella stessa che io e gli altri membri del coro che ha accompagnato l’incontro dei giovani italiani con papa Francesco abbiamo avvertito sempre di più, di prova in prova.

Coro della Pastorale Giovanile della diocesi di Andria, «Tu sei mio figlio»



L’ho scovato grazie a un articolo della pagina sui giovani di Avvenire di questo mercoledì, che però mi è arrivato due giorni dopo, per evidenti disservizi postali. Rispetto alla maggior parte dei video che ho recensito nel post precedente, è un inedito composto proprio in questi giorni da Daniela Regano e Giuseppe Bonizio per il testo, da Daniela Regano e Tommaso Matera per la musica; il video è stato pubblicato il 4 aprile.
Non potevo trovare miglior spiegazione di quella comparsa sul sito della diocesi di Andria:
Un messaggio dai giovani per i giovani (e non solo)! Un chiaro messaggio d’amore di Dio a ciascun figlio in questo momento particolare nel quale viviamo la fede nelle nostre case, distanti uno dall’altro, dall’idea di comunità, forse anche con poca fiducia nei confronti di Dio per il numero di morti, per la situazione che non si ripristina.
Il canto è ispirato a un testo del profeta Isaia 54,10: «Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia» e ai Salmi 2 e 43 e tramite questi passaggi affronta l’Amore di Dio per l’uomo, per ciascun uomo, per ciascun figlio.
Un Dio che non ci abbandona mai perché Padre amorevole, un Dio che sin dai tempi di Abramo ha stretto un’alleanza che si rinnova “di generazione in generazione”. Un amore, quello di Dio che ci protegge, che ci tiene “sul palmo della sua mano” perché, come recita il salmo, siamo “preziosi ai suoi occhi”.
Per le risorse per impararlo, suggerirei di ricorrere alla pagina Facebook ufficiale del coro, dato che non ho trovato indicazioni a riguardo.

Ecco perché canto, «Padre nostro non abbandonarci», «Credo in Te Gesù» e «Avrai cura di me»

Ecco perché canto è un progetto musicale della Pastorale Giovanile della diocesi di Verona. Ha al suo attivo sei album, con canti di vari autori, partecipanti all’omonima rassegna musicale che si svolge ogni anno. Tutti gli spartiti e MP3 sono liberamente scaricabili dal sito ufficiale.
Il primo brano viene dall’album Sia con noi il Tuo Spirito, che contiene canti per la Messa, comprese le parti fisse (sul canale YouTube ci sono perfino i tutorial per gli strumenti singoli). Tra queste, forse la prima versione in musica della nuova traduzione del Padre nostro.
Il relativo video in stile “stare a casa” è stato pubblicato il 25 marzo, come modo di unirsi alla preghiera del Signore recitata alle 12, come richiesto da papa Francesco (questa volta non era una “bufala di Chiesa”!). Non hanno cantato solo i membri base della band che di solito accompagna la manifestazione canora, ma tutti coloro che avessero voluto unirsi a loro.




Anche Credo in Te Gesù viene dalla stessa raccolta, ma è esplicitamente dichiarato che è un canto per la preghiera al di fuori della liturgia. Ho scoperto il video mentre aspettavo che iniziasse su Telepace il Rosario delle 16, mercoledì scorso.


Dopo il successo dei primi due video, i responsabili del progetto si sono spinti ancora oltre: hanno realizzato un brano inedito. Il materiale per studiarlo è stato indicato in questo post della pagina Facebook ufficiale: anche stavolta, chiunque poteva partecipare, suppongo anche al di fuori di Verona. Il video definitivo è stato pubblicato dopo la Via Crucis del Papa, la sera del Venerdì Santo.


CPAG band, «Segni del tuo amore»


CPAG sta per Centro di Pastorale Adolescenti e Giovani di Verona. Il progetto è la fusione tra la CPG band, nata nel 2000, e la CPG junior band, composta da giovani dai 18 ai 24 anni, formata sette anni dopo.
Il video è stato pubblicato il Giovedì Santo ed è una cover di un brano liturgico dei Gen Rosso. Così viene spiegata, sulla pagina Facebook ufficiale, la scelta di quel pezzo:
Segni del tuo amore è un canto pensato per la presentazione dei doni, che si colloca all'inizio della liturgia eucaristica. Il testo si ispira ai segni tipici dell'offertorio, il pane e il vino, frutti che l’uomo trae dalla terra con il suo lavoro, la sua fatica. In questi giorni così particolari le nostre fatiche sembrano avere un peso più gravoso, ma offrendole e consegnandole a Lui ci vengono restituite più leggere. Nell’Eucarestia i doni che offriamo ci vengono restituiti in abbondanza di gioia, moltiplicati dal Suo amore.

Gruppo vocale Famiglia Sala, «Stabat Mater – elevazione musicale»


Questo non è un brano singolo, ma un intero concerto, anzi, un’elevazione musicale. La qualità delle interpretazioni è notevole: tutti i membri del gruppo, come dice il nome stesso, sono legati dalla reciproca parentela. Paolo Sala e Maria sono marito e moglie, nonché genitori di Sofia, Lucia, Giovanni, Margherita e Caterina. Con le loro voci coprono tutti i livelli della polifonia.
L’esecuzione avrebbe originariamente dovuto svolgersi presso la Collegiata di San Giovanni e San Vittore in Mesolcina, ma l’impossibilità a viaggiare non ha bloccato i Sala, che abitano in luoghi diversi, tra Fabriano, Como e San Vittore, comune del Canton Grigioni.
La qualità della loro interpretazione risalta anche per la confezione professionale del filmato, montato da Remy Storni, videomaker di RSI, la televisione di Stato svizzera. L’elevazione musicale è andata in onda sulla rete 2 della RSI, su TV2000 e su Radio Mater.

Gruppo Zoar, Isaia 62




Questo invece arriva da un gruppo della parrocchia di San Filippo Neri a Putignano (Bari). Anche qui, un grande classico dei canti di adorazione e di lode del Rinnovamento nello Spirito Santo.

Considerazioni finali… e pasquali

Ancora una volta, ho avvertito come un complesso d’inferiorità nei riguardi di questi colleghi coristi, specie di quelli che hanno realizzato degli inediti.
San Paolo, nella Lettera ai Romani, raccomanda di gareggiare nello stimarsi a vicenda. Di conseguenza, ho capito che non devo pensare, di fronte a questi filmati, che le persone che si vedono e si sentono sono più o meno brave di quelle con cui ho più a che fare.
Nessuna di loro ha fatto la propria parte come se ci fosse chissà quale concorso a premi per chi viene cliccato di più (uso le stesse parole contenute nella Lettera di comunione con il clero scritta dal mio Arcivescovo), o almeno spero. Anzi, nelle loro esecuzioni hanno trasmesso il desiderio di essere d’aiuto in questo tempo così particolare, ciascun gruppo a suo modo.
Così, mentre ormai si profilano altri giorni di distanziamento sociale e di lontananza dalla Messa, continueremo tutti a cantare uniti almeno nell’intento. Solo così sarà davvero Pasqua.

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