Immagini speciali #3: la Madonna del Buon Consiglio, oltre l’Adriatico fino a me


Da sinistra a destra e dall'alto verso il basso: immagine di Genazzano, di Portici (prima del furto), di Torre del Greco, di Milano-Bovisa, di Frigento, di Napoli-Capodimonte
Uno dei titoli della Vergine Maria che mi sono più cari è quello di Madre del Buon Consiglio. Solo da poco tempo ho capito il vero senso di quell’invocazione: la profezia di Isaia (Is 9, 5) circa la nascita di un bambino che sarà chiamato «Consigliere mirabile» viene riferita a Gesù.
Il suo volto e, appunto, quello del Bambino Gesù che le sta accanto, sono comparsi a più riprese lungo la mia strada, come avvenne il 25 aprile 1467, sul muro della chiesa di Santa Maria a Genazzano.

L’immagine venerata a Portici

Il mio primissimo contatto è avvenuto nell’infanzia, a Portici, nella chiesa parrocchiale nel cui territorio abita la maggior parte dei miei parenti. Sotto lo sguardo della Madonna e dietro invito del parroco, con cui avevo familiarizzato, a Natale e a Pasqua recitavo la poesia che mi era stata insegnata a scuola per l’occasione.
Molto tempo dopo ho convertito quell’esibizionismo in un servizio vero e proprio: specie d’estate, il parroco (che ora è un altro) mi si avvicina prima della Messa e mi chiede di sostituire qualche lettore, o mi presento spontaneamente in sacrestia.
A dire il vero, l’immagine che ora è collocata nel trono marmoreo è una copia dell’originale, che, come si vede nella foto di copertina, era coperta da un rivestimento dorato. Fu rubata nel 1975, di notte. Al momento non ricordo la data precisa, ma sono sicura che nelle foto del matrimonio dei miei genitori, avvenuto il 26 giugno, si vede benissimo.

La Madre a Capodimonte

Credo sia stata una delle mie cugine di Portici, catechista nella parrocchia suddetta, a riferirmi che sulla collina di Capodimonte, a Napoli, c’era una chiesa dedicata sempre alla Madonna del Buon Consiglio, ma che era stata realizzata come una copia della basilica di San Pietro a Roma, cupola compresa.
Ricordo una foto di quando avevo circa nove anni, nella quale contemplo una lapide che ricorda il punto in cui, durante il terremoto del 1980, la statua monumentale della Madonna, posta in cima alla facciata, cadde; rimase intatta dal busto in giù.
Dopo moltissimi anni, ormai adulta, sono tornata lì, anche per approfondire la storia della Serva di Dio Maria di Gesù Landi, terziaria alcantarina, che aveva voluto quel vero e proprio Tempio e che, ancor prima, aveva commissionato un quadro che sostituisse quello che da tempo era venerato nella sua famiglia.
Trovo davvero graziosa questa copia, a cominciare dalle espressioni della Madre e del Bambino. Stando a quello che ho letto in alcuni opuscoli sulla storia della chiesa e di madre Landi (la quale fondò anche una congregazione religiosa, le Ancelle della Chiesa, poi confluita nelle Suore Francescane dei Sacri Cuori), non era mai soddisfatta del lavoro del pittore: voleva che fosse il più luminoso possibile, per esprimere al meglio il “buon consiglio”. Dovette intervenire l’Arcivescovo di Napoli, il cardinal Guglielmo Sanfelice, dichiarando che il dipinto si sarebbe finito da sé.
Col tempo, a quel quadro sono stati aggiunti vari titoli. Complessivamente, quindi, è: Incoronata, Madre del Buon Consiglio, Regina della Chiesa Cattolica, Madre dell’Unità della Chiesa.

A Torre del Greco

Più di una volta, viaggiando in Circumvesuviana alla volta del Santuario della Madonna del Rosario di Pompei, mi capitava di scorgere un altro edificio di quel genere e l’immagine della Madonna del Buon Consiglio sul suo retro, corrispondente alla fermata Leopardi.
Tramite un volantino con l’elenco di tutti i santuari della Campania, sono venuta a sapere che si trattava dell’opera fondata da don Raffaele Scauda per le orfane di Torre del Greco, sulla scia di quella che il Beato Bartolo Longo aveva collegato, appunto, al santuario pompeiano. Di fatto, tra i due ci furono rapporti epistolari e personali, anzi, fu Longo a incentivarlo ad avviare un'opera di carità da affiancare al santuario.
Ci sono stata non molti giorni dopo aver visitato il Tempio di Capodimonte per la seconda volta. Ammetto di non avere molti ricordi, tranne il fatto che l’ambiente era molto piccolo e che avevo preso qualche santino e un paio di medaglie per la mia collezione.

Premilcuore, che nome singolare

Per completezza, ricordo che una delle prime immagini che mi diede la mia migliore amica era una Madonna del Buon Consiglio proveniente da questa cittadina in provincia di Forlì-Cesena. Non ricordo dove l’ho fatta finire, né riesco a trovare immagini sul web. Tutto ciò che sono riuscita a ricostruire è che si trova nella chiesa di San Michele Arcangelo e San Luigi Gonzaga, in fondo alla navata di destra.

Tra le mani di un Beato

Nel corso delle mie visite per le chiese di Napoli, passando per Santa Chiara, ho visto la statua di un frate che teneva tra le mani proprio un tondo con l’immagine della Madonna del Buon Consiglio. Si trattava di padre Modestino di Gesù e Maria, al secolo Domenico Nicola Mazzarella, beatificato il 29 gennaio 1995.
La sua devozione era nata dopo che era stato costretto a rinunciare alla formazione per diventare sacerdote diocesano, anche a causa delle invidie di alcuni compagni. Pregava spesso di fronte all’immagine della Madonna del Buon Consiglio nella chiesa di San Sossio a Frattamaggiore, la sua città natale.
Entrato nell’Ordine dei Frati Minori Alcantarini, fece collocare prima una stampa, poi un quadro vero e proprio (un dipinto a olio), nella chiesa di Santa Maria alla Sanità a Napoli. Visitando gli ospedali e i “bassi”, ossia le abitazioni al pian terreno dove vivevano le famiglie povere, portava con sé una teca con un’altra immagine. La sua giaculatoria preferita era: «Lodiamo sempre insieme col Figlio la dolce Madre del Buon Consiglio».

L’immagine che sorrise al voto di Moscati

Mi è venuto in mente che, sempre girando per Napoli, ho visitato anche la chiesa di San Giuseppe dei Ruffi, annessa a un antico convento dove vivono le monache Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, dette Sacramentiste o, più correntemente, Sacramentine.
Non molto tempo dopo, leggendo la biografia di san Giuseppe Moscati scritta da padre Antonio Tripodoro, mi colpì il suo scritto, non datato, intitolato Come recito l’Ave Maria (citato qui) A ogni invocazione, lui faceva corrispondere un’immagine mariana che gli era particolarmente cara.
Proprio una Madonna del Buon Consiglio gli tornava alla mente quando meditava le parole Benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui, Jesus: è il quadro esposto in quella stessa chiesa. «Innanzi a questa immagine di lei ed in questa chiesa io feci abiura degli affetti impuri terreni», scrisse il santo medico: comunemente, quest’espressione viene intesa nel senso di un voto di verginità, o meglio, della decisione di restare celibe.

Padre Marrazzo, un devoto inaspettato

Quando ho chiesto ai padri Rogazionisti del Cuore di Gesù un po’ di materiale sul Servo di Dio Giuseppe Marrazzo, loro confratello sacerdote, non mi aspettavo che avrei trovato in lui un devoto della Madre del Buon Consiglio.
A lei si affidò non appena entrò nella Scuola Apostolica (la struttura per gli aspiranti al sacerdozio) di Oria, nell’ex convento di San Pasquale. A lei s’ispirò per suggerire a molte donne la maternità spirituale nei confronti dei sacerdoti, corrispondendo quindi agli insegnamenti del fondatore, sant’Annibale Maria Di Francia, ma soprattutto al comando di Gesù di pregare perché Dio mandi buoni operai per la sua messe, il “Rogate” da cui deriva il nome dei Rogazionisti.

Madre dell’Albania e dei suoi Beati martiri

Nessuno, a Portici, mi aveva mai spiegato l’origine del culto, né dell’immagine. L’avevo scoperta navigando in Rete, ai tempi dell’università, su questa pagina.
Documentandomi sui 38 Beati martiri in Albania sotto il regime comunista, ho appreso che il santuario originario di Scutari, da cui l’immagine scomparve secondo quanto raccontano le cronache, fu sostituito da un nuovo edificio, che però fu raso al suolo dopo la proclamazione del primo Stato ateo per Costituzione.
Nel novembre 1990, quando il culto pubblico riprese, si pensò a ricostruire anche il santuario, dov’è attualmente custodita una copia dell’immagine di Genazzano. Anche per questa ragione, l’effigie ufficiale della beatificazione di monsignor Prennushi e compagni li raffigura proprio con la Madonna del Buon Consiglio che li sovrasta.

Per un pelo non sono stata a Genazzano

Lo scorso anno sono stata a Portici prima delle vacanze estive, per il matrimonio di un’altra mia cugina, anche se non in quella stessa città. La mia cugina catechista mi riferì che il suo parroco aveva proposto un pellegrinaggio che avrebbe toccato due tappe: il santuario della Madonna delle Grazie e di Santa Maria Goretti a Nettuno e quello della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano, dove si venera l’immagine originale.
Ammetto che ero più impaziente di andare là che di partecipare al matrimonio, ma sono rimasta delusa: per ragioni organizzative, il pellegrinaggio non si è verificato. Ho compensato tornando a Pompei, ma soprattutto organizzandomi per visitare la casa dove visse e morì il Servo di Dio Eustachio Montemurro.

Neanche a Frigento, ma...

Sull’automobile di una coppia che abita di fronte al mio vecchio appartamento avevo notato, a più riprese, un adesivo con una Madonna del Buon Consiglio diversa da quelle che avevo già visto, ma molto simile a una maiolica che si trovava accanto all’ingresso del caseggiato dove abitavano i preti della mia parrocchia di nascita, parroco escluso.
La ragione era che quei miei conoscenti avevano un figlio che, dopo anni di lontananza dalla fede, era entrato nella congregazione dei Francescani dell’Immacolata, che ha la propria casa madre a Frigento, in provincia di Avellino.
Lì, il 9 maggio 1920, il contadino Carmine Capobianco trovò quella piccola immagine, che poi fu collocata in una chiesa costruita appositamente. Non a caso, i Francescani dell’Immacolata hanno intitolato alla Madonna del Buon Consiglio le loro piccole emittenti, una radio e una televisione.

A sorpresa, a Milano (ma non nella mia chiesa)

Fino a nove anni fa, infine, non sapevo che a Milano, nel quartiere Bovisa, ci fosse una chiesa intitolata alla Madonna del Buon Consiglio. Non era il mio quartiere, né quello dove ora vivo: ero capitata da quelle parti in cerca di un passaggio per andare a trovare un mio amico in Seminario.
Tempo dopo, decisi di visitare quella chiesa autonomamente. Da quel che ricordo, l’immagine della Madonna non è sull’altare maggiore ed è a figura intera, seduta su un trono (plausibilmente anche l’immagine originale veniva da qualcosa di più ampio).
In un affresco è raffigurata la “Venuta” da Scutari a Genazzano, mentre in un’altra l’immagine è venerata dai Beati cardinali Andrea Carlo Ferrari e Alfredo Ildefonso Schuster. Quando sarà possibile riprendere la vita normale, mi piacerebbe tornarci.

Concludendo

Parlando a mia madre della storia dell’immagine originale, che lei ignorava pur venendo dalla parrocchia di Portici da cui tutto è iniziato per me, le ho fatto vedere anche le altre, che comunque conosceva. Ha commentato che, indipendentemente dal titolo in questione, preferisce i quadri o le statue da cui la Vergine sorride, più di quelle in cui ha un’espressione seria o mesta: dice di sentirsi più confortata.
Penso che tutti coloro che incrociano lo sguardo della Madre del Buon Consiglio avvertano questa sensazione, in attesa di poter contemplare lei e il Figlio come realmente sono.

Per saperne di più

Arcangelo Campagna, La Madonna del Buon Consiglio – dall’Albania in Italia, Velar 2019, pp. 96, € 5,00.
La storia della prima immagine e della sua diffusione in Italia.
L’autore è un sacerdote dei Figli della Divina Provvidenza: il fondatore di quella congregazione, san Luigi Orione, era anche lui un grande devoto della Madonna del Buon Consiglio.

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