Io c’ero #50: a Roma, tra nuovi Santi e «Nuovi Martiri» (quarta parte)
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La facciata di San Bartolomeo all’Isola |
Poco
più di due settimane fa partivo per Roma, dove mi aspettava non solo la
canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis (elencati secondo
l’indicazione sul libretto della celebrazione, preciso), ma anche la
presentazione di Nuovi Martiri, il libro scritto da Luigi Accattoli in
collaborazione con Ciro Fusco e con il mio apporto dietro le quinte.
Ho
vissuto tanti incontri, insieme a molte sorprese dello Spirito e a qualche
piccola amarezza. Sono tornata a casa ancora più carica... e non mi riferisco
solo ai libri e agli oggetti religiosi che, nonostante mi fossi impegnata a
mantenermi sobria negli acquisti, ho finito col portare con me.
Credevo
di riuscire a sintetizzare tutto in un post solo, ma poi ho pensato di
dividerlo. Ecco quindi l’ultima parte, dove racconto il momento fatidico della
presentazione. Stavolta le foto sono tutte opera mia... tranne una!
Intervista a un
giovane pellegrino
Martedì
9 settembre ho di nuovo modificato i miei impegni, per dare priorità alla
presentazione di Nuovi Martiri. In realtà, avevo in arretrato un altro
articolo per il Portale della diocesi di Milano, ovvero l’intervista a un
giovane presente anche lui alla canonizzazione di due giorni prima,
responsabile di un gruppo di tredici tra preadolescenti e adolescenti.
Dopo
averla conclusa, ho iniziato a ragionare su cosa dire al cospetto di don Angelo
Romano, della Comunità di Sant’Egidio, e del cardinal Marcello Semeraro,
Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, entrambi già informati dagli
autori circa i contenuti del libro.
Ritorno al
Memoriale di San Bartolomeo
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Affiggendo la locandina |
Alle 16
avevo appuntamento con Accattoli e sua moglie: con loro sono andata in taxi a
San Bartolomeo all’Isola. Tre anni dopo la mia prima visita in quel luogo,
credo che il mio modo di approcciarmi alle memorie lì conservate sia cambiato
di parecchio: definire “martiri” coloro che hanno posseduto quegli oggetti, o
dei quali sono custoditi altri segni, non implica anticipare su di loro il
giudizio ufficiale della Chiesa (vale naturalmente per quelli che non sono
stati già beatificati come martiri), casomai conta di favorirlo nel popolo di
Dio, in modo che le autorità, eventualmente, possano discernere a riguardo.
Credo
che sia stato anche questo lo spirito che ha condotto Accattoli a considerare,
d’accordo con l’editore San Paolo, un’edizione riveduta e corretta di quello
che, se ho capito bene, è tra i libri più fortunati della sua produzione. Fusco
ci ha messo del suo, curando la postfazione e riflettendo sul senso del
martirio ufficialmente o informalmente riconosciuto.
Quanto
a me, sono stata onoratissima di lavorare con loro: a tratti li ho spazientiti
per la mia pignoleria, ma immaginavo di dover compiere un servizio al massimo
delle mie possibilità; valeva lo stesso per la presentazione.
Niente santini di
Floribert, ma molto altro
Come già nella mia prima visita, ho fatto un salto nel piccolo angolo dedicato a libri, cartoline e immaginette. Avevo già preso molto nel corso delle mie visite precedenti, ma contavo di trovare altro, per esempio qualche santino (anche se so che la sua storia non va ridotta a questo) del Beato Floribert Bwana Chui, la cui biografia era debitamente in vendita. In effetti, se non avessi preso l’impegno di parlare di lui in occasione della prima memoria liturgica dopo la beatificazione, l’avrei comprata proprio lì.
L’incaricato
non ha saputo trovare quel che chiedevo, ma in compenso ho acquistato una
biografia delle dieci Beate Maria Paschalis Jahn e compagne, delle Suore di
Santa Elisabetta, più due Rosari con la preghiera per chiedere la loro
intercessione, riportata in più lingue. Essendomi già occupata di loro per santiebeati,
conoscevo già le loro storie, ma avere il libro fisico in mano era un’altra
cosa.
Sul
fronte del pieghevolino accluso a ogni Rosario, è indicato che quelle suore
furono «uccise dai soldati dell’Armata Rossa nel 1945 in odio alla fede, in
difesa della castità propria e altrui»: non fossero morte in Polonia e in
Repubblica Ceca, e comunque tra di loro non c’era nessun’italiana, non
avrebbero sfigurato tra le “Martiri della dignità della donna” presenti
nell’ultimo capitolo di Nuovi Martiri.
Ho
preso anche un pacchettino relativo alle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth
polacche: conteneva un pieghevole sulle undici Beate Maria Stella del Santissimo Sacramento e compagne, note anche come le Martiri di Nowogródek, un
santino delle medesime, uno della loro consorella Maria Margherita del Cuore di Gesù Agonizzante nell’Orto del Getsemani, Venerabile, più un borsellino che
aveva tutta l’aria di contenere un altro Rosario; quando l’ho aperto a casa, ho
visto che aveva la crocera con una minuscola reliquia (ex linteis,
suppongo) della fondatrice della stessa congregazione, la Beata Maria di Gesù Buon Pastore.
Sia per
le prime, sia per le seconde suore mi sarebbe bastato prendere l’immaginetta,
oppure segnarmi i recapiti delle rispettive congregazioni e scrivere un’e-mail,
ma ormai ero lì e ho comprato tutto, rimanendo, di nuovo, senza contanti.
Incontri prima a
distanza, poi in presenza
Tornando alle “Martiri della dignità della donna”, mentre aspettavo con Accattoli che arrivasse Fusco, si è presentata a lui Rosa Maria, sorella della Serva di Dio Santa Scorese. Anni fa, sia per il post che avevo dedicato a lei, sia per l’articolo per i Salesiani di Bologna (avevo chiesto anche il permesso di menzionarla nel curioso progetto della Playlist dei Testimoni) mi ero rivolta al suo indirizzo, che avevo recuperato non ricordo più come né dove.
In
compenso, non appena ha letto il mio nome sulla locandina dell’evento, Rosa
Maria si è ricordata di aver già avuto a che fare con me. È stata quindi
felicissima di conoscermi di persona: mi ha incoraggiata a tramandare la
memoria non solo di sua sorella, ma di altre giovani donne che, come lei,
avevano scelto Dio e per questo non avevano ceduto di fronte a quelli che le
volevano per sé.
Qualche
minuto dopo, è arrivato Dario Latini, anima del progetto Cattonerd, col
quale fino a quel momento avevo avuto solo scambi di messaggi. Anche lui è
stato molto felice di vedermi di persona e mi è stato molto d’aiuto, non solo
perché ha scattato la foto qui sotto.
Finalmente la
presentazione
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Al tavolo dei relatori (foto: Dario Latini) |
Don
Angelo era già sul posto, mentre il cardinal Semeraro è arrivato poco più
tardi. Non ho avuto il coraggio di parlargli al di fuori della conferenza:
temevo di esagerare, di straparlare, di aggiungere elementi che avrebbero
potuto rovinare la mia reputazione.
In
generale, ho visto entrambi molto bendisposti nei miei riguardi. Ho seguito la
scaletta fornita dai due autori di Nuovi Martiri, aggiungendo molto poco
di mio e impegnandomi a non parlare troppo velocemente. Dario, dal suo posto
nell’assemblea, mi ha fatto cenno che ero troppo lontana dal microfono: per
questo, nella parte iniziale, non si sente molto bene.
Finita la conferenza, mentre il cardinale era circondato da alcuni giovani stagisti dell’agenzia Sir, ho chiesto a don Angelo se l’Ufficio Comunicazioni della Comunità di Sant’Egidio gli avesse inoltrato il mio post sul Beato Floribert e se lui sapesse dove trovare i suoi santini. Alla prima domanda ha risposto di sì e che l’ha trovato molto carino, mentre alla seconda ha replicato che non ne aveva a disposizione.
Appena uscita dalla sacrestia, dove avevo seguito don Angelo, mi sono imbattuta in Salvatore Tomai, regista dei contributi esterni del programma di Raiuno A Sua immagine. Ciro Fusco ci aveva messi in contatto in nome del fatto che anche lui è molto affezionato al Venerabile Bruno Marchesini, ma anche perché voleva raccontarmi l’esperienza di sua figlia Caterina. Con quelli’ncontro, ho rinnovato la promessa che presto mi sarei occupata anche di lei.
In
generale, mi è parso di capire di non aver deluso i due autori, che mi avevano
gettata in quell’impegno senza sapere come sarebbe andata a finire: da quel che
hanno notato, sono andata molto bene.
Ecco quindi il video della presentazione, realizzato grazie ai mezzi della Libreria San Paolo di piazza San Giovanni in Laterano.
Di nuovo a casa
mia
Sono ripartita per Milano alle 10.05 di mercoledì 10 settembre, pensando che per un po’ non avrò occasioni per tornare a Roma. Desidererei davvero tanto essere presente, il prossimo 19 ottobre, alla canonizzazione di Bartolo Longo, in nome della devozione che da anni ho per lui, ma temo di avere altri impegni in concomitanza.
Non
parteciperò neppure all’annuale Convegno di studio del Dicastero delle Cause
dei Santi, che stavolta ha come tema la mistica, i fenomeni mistici e la santità; in questo caso, per impegni familiari, ovvero il compleanno di mia madre. Vorrà
dire che aspetterò l’uscita degli atti!
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